Città del Vaticano , 18 October, 2018 / 11:11 AM
“Ieri nell’Aula del Sinodo un vescovo di uno dei Paesi dove c’è persecuzione ha raccontato di un ragazzo cattolico preso da un gruppo di ragazzi che odiavano la Chiesa, fondamentalisti; è stato picchiato e poi buttato in una cisterna e buttavano il fango e alla fine, quando il fango è arrivato al collo: Dì per l’ultima volta: tu rinunci a Gesù Cristo? No!. Hanno buttato una pietra e l’hanno ammazzato. L’abbiamo sentito tutti. E questo non è dei primi secoli: questo è di due mesi addietro! E’ un esempio. Ma quanti cristiani oggi soffrono le persecuzioni fisiche: questo ha bestemmiato! Alla forca!”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell’omelia della Messa - nella memoria liturgica di San Luca Evangelista - celebrata stamane a Santa Marta.
Ma - ha aggiunto il Papa secondo quanto riporta Vatican News - esistono molte forme di persecuzione. “La persecuzione della calunnia, delle dicerie e il cristiano sta zitto, tollera questa povertà. Alle volte è necessario difendersi per non dare scandalo. Le piccole persecuzioni nel quartiere, nella parrocchia: piccole, ma sono la prova, la prova di una povertà. E’ il secondo modo di povertà che ci chiede il Signore. Il primo, lasciare le ricchezze, non essere con il cuore attaccato alle ricchezze; il secondo, ricevere umilmente le persecuzioni, tollerare le persecuzioni. Questa è una povertà”.
Una terza forma di povertà - secondo Francesco - è il sentirsi abbandonati e qui il Papa ricorda la figura del Battista: “Io penso all’uomo più grande dell’umanità, e questa qualifica viene dalla bocca di Gesù: Giovanni Battista; l’uomo più grande nato da donna. Grande predicatore: la gente andava da lui a farsi battezzare. Come è finito? Solo; nel carcere. Pensate, voi, cosa è una cella e cosa erano le celle di quel tempo, perché se queste di adesso sono così, pensate a quelle … Solo, dimenticato, sgozzato per la debolezza di un re, l’odio di un’adultera e il capriccio di una ragazza: così finì l’uomo più grande della Storia. E senza andare così lontano, tante volte nelle case di riposo dove ci sono i sacerdoti o le suore che hanno speso la loro vita nella predicazione, si sentono soli, solo con il Signore: nessuno li ricorda”.
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