Roma, 28 September, 2018 / 6:00 PM
Che quella che viviamo sia una emergenza culturale è chiaro per tutti. Ma come affrontarla e possibilmente risolverla? Si parla di migrazioni e come ogni anno Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, hanno confermato il loro impegno anche attraverso la pubblicazione dell’annuale Rapporto Immigrazione.
Si parte da un monitoraggio sulla informazione che rivela come in dodici anni i riferimenti all’immigrazione siano aumentati di oltre dieci volte, e il tema assume il tono di “buona notizia” solo poche volte.
Qualche cifra fa comprendere meglio la questione. Nel 2017 sono 257,7 milioni le persone che nel mondo vivono in un Paese diverso da quello di origine. Dal 2000 al 2017 il numero delle persone che hanno lasciato il proprio Paese di origine è aumentato del 49%. Nel 2017 sono 38,6 milioni i cittadini stranieri residenti nell’Unione Europea e tra i Paesi con il maggior numero di “nuovi cittadini” al primo posto c’è l’Italia, con 201.591 acquisizioni di cittadinanza, che corrispondono al 20,3% del totale UE-28.
L’Italia, con 5.144.440 immigrati regolarmente residenti sul proprio territorio (8,5% della popolazione totale residente in Italia) si colloca al 5° posto in Europa e all’11° nel mondo.
Dai microdati Rcfl-ISTAT al primo semestre 2017 la popolazione immigrata in età da lavoro è di 4.100.826 persone con 15 anni di età ed oltre,
Nell’anno scolastico 2016-2017 gli alunni stranieri nelle scuole italiane sono 826.091 (di cui 502.963 nati in Italia, pari al 60,9%), in aumento rispetto all’anno scolastico 2015-2016 di 11.240 unità (+1,4%).
Nel corso del 2016 sono stati celebrati 25.611 matrimoni con almeno uno dei coniugi straniero (12,6% del totale dei matrimoni), in leggero aumento rispetto al 2015 (+0,2%). Nel 56,4% dei casi si tratta dell’unione fra uno sposo italiano e una sposa straniera. A fine 2017 i bambini nati da genitori entrambi stranieri risultano 67.933 (14,8% del totale delle nascite). Diminuisce il numero medio di figli delle cittadine straniere, pur mantenendosi su livelli decisamente più elevati di quelli delle cittadine italiane (1,95 rispetto a 1,27 secondo le stime nel 2017).
L’incremento maggiore di povertà riguarda i cittadini stranieri appartenenti a Paesi dell’Unione Europa: dal 35,4% al 48,5% (+13,1% in 7 anni). Seguono i cittadini originari di Paesi non-UE, presso i quali l’incidenza del rischio di povertà è passata dal 43,5% al 54% (+10,5%). Tra gli italiani l’aumento del rischio di povertà è stato meno rilevante, passando dal 20,8% del 2010 al 26,1% del 2016 (+5,3%).
In questi anni di crisi economica, tuttavia, anche le regioni del Nord e del Centro hanno rilevato un incremento evidente del peso degli italiani. Tra gli stranieri sono due le nazionalità prevalenti, in linea con gli anni passati: quella marocchina (19,2%) e quella romena (13,6%).
Permangono gravi questioni sanitarie dovute ad accoglienza inadeguata, fragilità sociale e scarsa accessibilità ai servizi. E i migranti si ammalano anche di esclusione sociale, di fallimento o minaccia di fallimento del proprio progetto migratorio, a volte di povertà e spesso di difficoltà di accesso ai servizi socio-sanitari. Ma è anche vero che diminuiscono i casi di malattie infettive, come TBC e AIDS. Realizzare buone pratiche di accoglienza diventa il primo e imprescindibile passo per difendere e promuovere la salute di ogni migrante.
Riguardo ai detenuti al 31 dicembre 2017 la popolazione carceraria conta 19.745 detenuti stranieri tra imputati, condannati e internati. Rispetto allo stesso periodo del 2016, quando gli immigrati erano 18.621, si registra un incremento del +6%. La stragrande maggioranza della popolazione carceraria straniera è composta da detenuti di sesso maschile, ma per le detenute occorre segnalare il preoccupante aumento di bambini al seguito.
Sulla questione religiosa arrivano i dati della Fondazione ISMU: su un totale di 5.144.440 stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2018, i musulmani sono poco meno di 1 milione e mezzo, pari al 28,2% del totale degli stranieri. I cristiani complessivamente sono il doppio, quasi 3 milioni, in aumento di circa 50 mila unità negli ultimi due anni e quindi il 57,7% dei cittadini stranieri residente in Italia è cristiano. Si tratta in maggioranza di ortodossi romeni e 1,1 milioni di cattolici. Fra le nazionalità delle principali comunità religiose locali, il gruppo marocchino è il principale di religione musulmana e tra i cattolici al primo posto si collocano i filippini, seguiti dai latinoamericani di Perù ed Ecuador e dagli europei comunitari di Romania e Polonia.
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