Città del Vaticano , 26 September, 2018 / 10:05 AM
La catechesi odierna dell’Udienza Generale di Papa Francesco è dedicata al suo viaggio appena trascorso nei Paesi Baltici. Il Papa è atterrato ieri sera a Roma dopo quattro giorni intensi in Lituania, Lettonia e Estonia, in occasione del centenario dell’indipendenza di questi Paesi detti Baltici.
“La mia visita – spiega Papa Francesco - è avvenuta in un contesto assai mutato rispetto a quello che incontrò S. Giovanni Paolo II; perciò la mia missione era annunciare nuovamente a quei popoli la gioia del Vangelo e la rivoluzione della misericordia, della tenerezza, perché la libertà non basta a dare senso e pienezza alla vita senza l’amore, l’amore che viene da Dio. Il Vangelo, che nel tempo della prova dà forza e anima la lotta per la liberazione, nel tempo della libertà è luce per il quotidiano cammino delle persone, delle famiglie, delle società ed è sale che dà sapore alla vita ordinaria e la preserva dalla corruzione della mediocrità e degli egoismi”.
Per il Papa “la sfida è quella di rafforzare la comunione tra tutti i cristiani, già sviluppatasi durante il duro periodo della persecuzione. In effetti, la dimensione ecumenica era intrinseca a questo viaggio, e ha trovato espressione nel momento di preghiera nella Cattedrale di Riga e nell’incontro con i giovani a Tallinn”.
Papa Francesco ripercorre i momenti e gli incontri avvenuti nel suo viaggio. Con le autorità “ho incoraggiato il dialogo tra la generazione degli anziani e quella dei giovani, perché il contatto con le radici possa continuare a fecondare il presente e il futuro. Ho esortato a coniugare sempre la libertà con la solidarietà e l’accoglienza, secondo la tradizione di quelle terre”.
“Ai giovani e agli anziani – rammenta il Papa - erano dedicati due incontri specifici: con i giovani a Vilnius, con gli anziani a Riga. Le testimonianze hanno manifestato la bellezza della preghiera e del canto, dove l’anima si apre a Dio; la gioia di servire gli altri, uscendo dai recinti dell’io per essere in cammino, capaci di rialzarsi dopo le cadute. Con gli anziani, in Lettonia, ho sottolineato lo stretto legame tra pazienza e speranza”.
“Con i sacerdoti, i consacrati e i seminaristi – continua ancora il Papa - incontrati in Lituania, è apparsa essenziale, per la speranza, la dimensione della costanza: essere centrati in Dio, fermamente radicati nel suo amore”.
Poi il Papa ricorda il suo omaggio alle vittime del genocidio ebraico in Lituania, esattamente a 75 anni dalla chiusura del grande Ghetto, che fu anticamera della morte per decine di migliaia di ebrei. Nello stesso tempo il Pontefice ha visitato il Museo delle Occupazioni e delle Lotte per la Libertà: “ho sostato in preghiera nelle stanze dove venivano detenuti, torturati e uccisi gli oppositori del regime". "E' commovente vedere fino a quale punto puà arrivare la crudeltà umana", commenta a braccio il Pontefice.
Infine il Papa conclude: “Anche dove più forte è la secolarizzazione, Dio parla col linguaggio dell’amore, della cura, del servizio gratuito a chi è nel bisogno. E allora i cuori si aprono, e succedono miracoli: nei deserti germoglia vita nuova”.
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