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Un servizio di EWTN News

Dalle diocesi: Dalla Perdonanza alla Settimana Liturgica di Matera

Chiesa in Festa: camminare insieme per una Chiesa giovane, gioiosa e missionaria”. E’ questo il titolo della lettera che il vescovo mons. Ciro Fanelli, ha voluto rivolgere alla “Santa Chiesa che è in Melfi-Rapolla-Venosa” in vista dell’inizio dell’Anno pastorale che si aprirà il prossimo 7 ottobre nella cornice del mese missionario, con un incontro di “Festa” di tutte le componenti della diocesi. L’iniziativa si svolgerà a Melfi nel pomeriggio e avrà, spiega il vescovo,  il suo “leit motiv” nelle parole di Papa Francesco nella sua Esortazione Apostolica Evangelii gaudium: “La Chiesa in uscita è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano”.

In questa prospettiva di “Chiesa-Comunità ‘in uscita’, ‘edificata insieme’ - attraverso cinque capisaldi, i cinque verbi che Papa Francesco ci consegna: prendere l’iniziativa – coinvolgersi - accompagnare – fruttificare – festeggiare - , vogliamo ‘coinvolgerci’ subito, anzitutto, nella grande Festa, una ‘Festa dal volto al cuore’. Vogliamo – spiega mons. Fanelli - passare dal semplice stare insieme al mettere insieme le più belle energie della nostra intelligenza, della nostra creatività, del nostro saper fare spazio all’incontro, al sorriso per l’altro, senza pregiudizi, senza ombre, senza muri!”. “Il nostro impegno personale, anche quello più umile e nascosto, quello delle nostre mamme casalinghe, dei nostri anziani e dei nostri ammalati, dei nostri ragazzi e giovani, insieme a quello professionale di ogni lavoratore, quello spirituale, ministeriale e pastorale di ciascuno di noi, sarà – è convinto il presule - certamente il miglior modo per ritrovarci il più uniti possibile al ‘nastro di partenza’ del prossimo Anno Pastorale”.

E proprio alla fine del tempo estivo la diocesi di L’Aquila si prepara alla 724° Perdonanza Celestiniana. Ad aprire la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio sarà, martedì prossimo, 28 agosto, il card. Joao Braz De Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. In serata e poi il giorno successivo, diverse celebrazioni presiedute dai vescovi della conferenza episcopale regionale mentre la Santa Messa stazionale con rito di chiusura della porta santa sarà presieduta dall’arcivescovo de L’Aquila, il card. Giuseppe Petrocchi.

L’annuale celebrazione della Perdonanza, indetta da Papa Celestino V, scrive il porporato in un messaggio -  “ci invita a meditare non soltanto sul gesto straordinario del Papa eremita, ma ancor più, sulla grandezza della misericordia di Dio che ci raggiunge sempre, anche quando siamo immeritevoli di tale dono. Dobbiamo accogliere, dunque, a piene mani la sovrabbondante elargizione di misericordia che – attraverso la Perdonanza – ci viene fatta”.  Per il card. Petrocchi è “fondamentale, nella vita cristiana, imparare ad avere misericordia verso noi stessi, perché è proprio nel nostro circuito interiore che spesso si intrecciano nodi difficili da sciogliere, per cui diventiamo giudici spietati di noi stessi, incapaci di amarci perché incapaci di perdonarci”.
La carità – scrive ancora l’arcivescovo -  porta “sempre con sé la propria sorella: la comunione. Perché non c’è carità senza comunione, così come non c’è comunione senza carità: per far sprigionare in noi e tra noi la forza evangelica, che rinnova ed edifica, dobbiamo dunque porre il massimo impegno a tenere unite queste due espressioni della grazia”. 

Dall’Abruzzo alla Sicilia, a Palermo, che si prepara alla visita di papa Francesco il prossimo 15 settembre. Una visita che rientra in un itinerario che il Papa “sta disegnando nella Penisola intorno a figure e luoghi significativi della Chiesa italiana. Dal Nord al Sud: da Bozzolo a Barbiana, da Nomadelfia a Loppiano, da Molfetta a Palermo. Da don Primo Mazzolari a don Lorenzo Milani, passando per Tonino Bello o Zeno Saltini, fino a don Pino Puglisi, emerge l’impronta di un Vangelo che sa raggiungere attraverso coraggiosi testimoni la carne degli uomini. E Francesco vuole darci un messaggio chiaro: la Chiesa è tenuta a immettere nella storia degli uomini un fermento capace di trasfigurarla.

E le forze occulte del male che sono ben presenti anche nel Mezzogiorno e qui in Sicilia non la fermeranno”, ha spiegato  al  quotidiano “Avvenire”, l’arcivescovo, mons. Corrado Lorefice. Un viaggio pastorale che ha definito “straordinario evento ecclesiale”. Il papa – spiega il presule in un messaggio alla diocesi - nel XXV anniversario del martirio del Beato don Giuseppe Puglisi, “porterà un messaggio di speranza e da Lui potremo, certamente, ricevere validi stimoli per il percorso futuro che ci attende. Avremo la gioia speciale di stringerci attorno allo stesso Altare per celebrare l’Eucarestia insieme al Successore dell’apostolo Pietro che presiede nella carità all’unità della Chiesa e viene a confermarci nella fede”.
“Sullo stile delle precedenti visite papali – scrive mons. Lorefice ai parroci, ai sacerdoti e ai superiori e superiore delle Comunità religiose che potranno anche godere di un incontro riservato al clero diocesano e religioso, ai membri della vita consacrata ed ai seminaristi di tutta la Sicilia, nel pomeriggio del 15 settembre in Cattedrale - la Chiesa di Palermo si farà accogliente nei confronti delle migliaia di pellegrini che raggiungeranno il capoluogo da ogni parte della Sicilia, per offrire la possibilità di condividere questo momento storico. L’evento, sebbene si svolgerà nella sobrietà che caratterizza la persona di Papa Francesco, richiede uno sforzo organizzativo adeguato anche all’attuale normativa in materia di pubblica sicurezza”.

“Come si può facilmente comprendere, la Diocesi, su cui ricade l’onere organizzativo ed economico – benché sia stata promessa una qualche forma di aiuto da parte delle Istituzioni – non è in grado di sopportare da sola i costi relativi alla logistica e alla sicurezza”, spiega il presule che fa appello alla “sollecitudine e alla generosità delle Comunità per un contributo economico che concorra a sostenere la spesa che l’organizzazione di un evento come questo richiede”.

E ancora nel cuore dell’estate, come ogni anno torna la festa solenne per il patrono della diocesi di Cesena-Sarsina e della città di Sarsina, San Vicinio. Sono numerosi gli appuntamenti proposti sia dalla parrocchia che dalla città. Martedì 28 agosto, solennità del patrono, la concelebrazione  eucaristica presieduta dal vescovo di Cesena-Sarsina, mons. Douglas Regattieri. Altro momento sabato 1 settembre con il tradizionale pellegrinaggio al Monte di San Vicinio, con partenza dei due gruppi alle 18 dalla chiesa di Taibo e dalla basilica concattedrale di Sarsina; alle 21 all’oratorio di San Vicinio il vescovo mons. Regattieri presiederà la celebrazione della Messa, seguita da un momento di fraterno ritrovo.

E da lunedì 27 al 30 agosto oltre 400 persone, fra le quali 13 vescovi e 130 sacerdoti, provenienti da diverse realtà ecclesiali, parteciperanno a Matera, alla 69/a Settimana liturgica nazionale incentrata sul tema “La Liturgia risorsa di umanità. Per noi uomini e per la nostra salvezza”.

Sabato prossimo, 1 settembre, Giornata per la Salvaguardia del Creato. Diversi gli appuntamenti che coinvolgeranno le diocesi italiane. Per l’occasione la Commissione per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace e la Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana hanno rivolto un messaggio sul tema “Coltivare l’alleanza con la terra”. “’Finché durerà la terra, seme e mèsse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno’ (Gen. 8, 22). Con queste parole – scrivono i vescovi -  la Scrittura indica nell’alternanza dei tempi e delle stagioni un segno di quella stabilità del reale, che è garantita dalla fedeltà di Dio”. I presuli mettono in rilievo come oggi ci si senta talvolta “come se tale alleanza fosse intaccata”: dalle devastazioni dei fenomeni atmosferici a causa del cambiamento climatico all’inquinamento diffuso. Per questo “talvolta si fa strada un senso di impotenza e di disperazione, come fossimo di fronte ad un degrado inevitabile della nostra terra”.

Ricordando l’incoraggiamento che arriva dall’Enciclica “Laudato si'” di Papa Francesco , i vescovi italiani richiamano a “un’attiva opera di prevenzione”, attenti a ritrovare la “prospettiva pastorale” “nella presa in carico solidale delle fragilità ambientali di fronte agli impatti del mutamento, in una prospettiva di cura integrale. Occorre ritrovare il legame tra la cura dei territori e quella del popolo”. Una sfida, conclude il documento, da affrontare “in orizzonte ecumenico”: “É importante operare assieme, perché possiamo tornare ad abitare la terra nel segno dell’arcobaleno, illuminati dal “Vangelo della creazione””.

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