Accra, 20 July, 2018 / 10:00 AM
Le sfide poste dai movimenti pentecostali carismatici, la situazione dei giovani e delle famiglie in Africa, la disoccupazione giovanile, il ruolo della Chiesa, nonché le esperienze delle coppie sposate nell'Africa contemporanea: queste sono state tra le tematiche principali affrontate nel quinto incontro annuale di ‘Network Pastoral Africa’.
L’incontro, incentrato sul tema ‘Le sfide dei giovani in Africa’, ha radunato alcuni rappresentanti, esperti, delegati dell’Associazione dei membri delle conferenze episcopali dell’Africa orientale: “Dai dibattiti intercorsi è emerso che i fedeli laici spesso sperimentano un vuoto spirituale a cui la Chiesa non risponde adeguatamente. I partecipanti si sono impegnati a investire nella catechesi dei laici con particolare attenzione ai giovani”.
L’incontro ha voluto costituire una piattaforma di tematiche da porre all’attenzione dei padri sinodali che saranno in Vaticano nel prossimo ottobre, con l’idea di ‘ascoltare la voce dei giovani africani’.
Partendo da queste riflessioni abbiamo incontrato il salesiano don Nicola Ciarapica, che da un anno è missionario in Ghana, dopo essere stato in Nigeria ed in Liberia, raccontando la situazione nel Paese: “Dopo essere stato in Nigeria e Liberia una delle prime impressioni che hai entrando in Ghana è di trovarti in una nazione qualche passo avanti alle altre nazioni emergenti dell’Africa Sub-Sahariana.
Più fortunata e meglio guidata di altri Stati, in questi ultimi 30-40 anni non ha avuto Colpi di Stato ad interrompere il processo di democratizzazione come è successo in Nigeria o guerre civili come in Liberia dove è stato distrutto tutto quello che era stato raggiunto. Il cammino da fare è ancora molto, è sempre una Nazione emergente con segni evidenti di aumento della corruzione, e con un numero troppo grande di popolazione che è sotto il livello di estrema povertà”.
Quali sono le opportunità di sviluppo per i giovani?
“Forte è la tentazione per i giovani di andare a cercare il ‘successo’ lontano da dove sono nati (spostandosi nelle grandi città di Accra o Kumasi, emigrando nelle Nazioni vicine, o anche uscendo dal loro continente) più probabilità di successo di alzare il loro livello di vita.
La maggiore stabilità politica e sociale rispetto ad altre Nazioni, la scelta del Governo di rendere gratuita la formazione scolastica e professionale fino a 18 anni per tutti ha creato più possibilità di entrare più preparati nel giro produttivo. La percentuale della popolazione giovane è, come nelle altre Nazioni del Centro Africa, è sempre alta e molti sono coloro che non hanno un lavoro dignitoso.
Anche per il Ghana rimane alto il numero dei giovani che emigrano illegalmente (attraverso il Sahara) trovando, invece che il successo, la morte. Abbiamo iniziato una campagna di coscientizzazione tra i giovani e la popolazione per far conoscere i rischi e l’insuccesso della migrazione irregolare e convincerli a seguire invece le vie legali”.
Uno dei maggiori problemi è la tratta dei minori: quale risposta concreta offre la Chiesa in questa lotta?
“La situazione di estrema povertà e mancanza di sviluppo soprattutto delle regioni del nord ha favorito un traffico internazionale di bambini e bambine. Arrivano qui a prendere i minori a volte anche con il consenso delle famiglie, fanno per loro documenti falsi, li preparano per portarli all’estero. Saranno venduti per lo più in paesi mussulmani (Arabia Saudita, Qatar, Kuwait...).
Per essere poi sfruttati in lavori domestici, per lavorare nei campi, venduti per ingrossare le file della prostituzione minorile, e anche nel commercio degli ogni umani... Pace, giustizia e perdono formano la strada da percorrere che la Chiesa Africana ed anche la Chiesa del Ghana hanno scelto. La promozione dei diritti umani per tutti, in particolare l’attenzione e vicinanza ai più vulnerabili e indifesi fa parte della evangelizzazione.
In collaborazione con la Chiesa Cattolica, con le Organizzazioni Civili e varie ONG noi Salesiani abbiamo aperto in Ashaiman, vicino alla capitale, da tre anni un Centro di Protezione per ospitare i minori recuperati per lo più dalla polizia dalle mani dei trafficanti con l’obiettivo di assisterli rieducarli e quando è possibile riconsegnarli.
Non siamo soli a lavorare per i bambini e bambine in questo campo. Si può collaborare con altre organizzazioni cattoliche come il Catholic Action for Street children (CAS) è un’organizzazione non governativa locale (ONG) fondata nel 1992 per fornire supporto ai bambini che vivono nelle strade di Accra, Ashaiman e la metropoli di Tema”.
Ad ottobre si svolgerà il Sinodo dei giovani: cosa desiderano dalla Chiesa?
“Il giovane africano si rende conto di non essere una vita singola e indipendente dalla famiglia-clan, separato dall’ambiente ... si rende conto di dover essere accompagnato e iniziato dagli anziani ad essere adulto nel suo Clan-tribù. Sente di aver bisogno di chi è più avanti di lui negli anni e nella sapienza per trovare la sua identità il suo ruolo il suo contributo.
Agli anziani nella fede della Chiesa chiede che gli si faccia ‘conoscere in profondità’ quel Dio-vita di tutto già presente nella cultura dell’Africa. Chiede che gli si faccia ‘vedere il volto di Dio’ e ‘toccare’, quel Gesù che la Chiesa annuncia come immagine visibile del Dio invisibile.
Alla comunità della Chiesa chiede che lo si inizi e lo si accolga come figlio di Dio che scopre essere come un ‘Padre’. Come tutti i giovani amano vedere nella Chiesa più che la istituzione la profezia ... vogliono vedere la Chiesa fatta di testimoni da imitare, da persone sanno vivere tra loro e con loro, partendo dalla loro cultura, una Chiesa ‘meno istituzionale e più relazionale’, ‘amica e prossima’, una famiglia dove ci si sente accolti, ascoltati, custoditi e integrati”.
Ed i salesiani quale aiuto offrono ai giovani?
“I salesiani hanno aperto la prima presenza in Ghana dal 1992 a Sunyani dove ora mi trovo. In questi anni sono state aperte altre 4 missioni (2 vicino alla capitale Accra con corsi professionali per 500 ragazzi e ragazze, 3 pensionati per studenti, un centro per recupero, rieducazione, assistenza di bambini/e ragazzi/e tirati fuori dalla tratta dei bambini, dalla violenza fisica-morale, dalla estrema povertà.
L’arcivescovo di Accra ci ha affidato una parrocchia in un quartiere molto popoloso. Nel centro del Ghana a Sunyani oltre che ad una parrocchia di 3000 fedeli, abbiamo aperto una scuola professionale per 600 giovani con relativi pensionati scolastici, una casa di accoglienza per i ragazzi dai 10 ai 18 anni che vivono sulla strada! Si offre loro la possibilità di riconciliarsi con le loro famiglie e clan di origine, di insegnare loro un lavoro, di reinserirli nel camino scolastico.
Sempre a Sunyani abbiamo aperto una casa di noviziato per formare i futuri salesiani. Tre anni fa siamo presenti anche nel nord della nazione con una missione di primo annuncio cristiano, in una zona particolarmente povera, a Tatale. Ultimamente abbiamo iniziato una campagna di informazione per coscientizzare i giovani e la popolazione di fronte ai rischi e l’insuccesso della migrazione irregolare.
Ci rendiamo conto che sono piccole gocce d’acqua nel grande oceano dei bisogni e urgenze dei giovani del Ghana ... ma crediamo che siamo solo collaboratori e strumenti di un Dio che è Padre di tutti ed è solo con Lui in Lui e per mezzo di Lui che questo piccolissimo seme crescerà fino ai cieli nuovi e terra nuova, e potrà diventare un albero dove anche gli uccelli verranno a fare il loro nido”.
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