Città del Vaticano , 18 June, 2018 / 11:11 AM
La seduzione dello scandalo nella comunicazione. Parte da questo Papa Francesco nell’omelia odierna della Messa a Casa Santa Marta. Per Francesco “se si vogliono distruggere istituzioni o persone, si comincia a sparlare”.
Secondo quanto diffuso dal portale Vatican News la riflessione del Pontefice parte dalla storia di Nabot narrata oggi nel Primo Libro dei Re e proposta come Prima Lettura. Si comincia con una bugia e, “dopo aver distrutto sia una persona sia una situazione con quella calunnia”, si giudica e si condanna.
Francesco sottolinea: “Per esempio pensiamo: c’è una legge dei media, di comunicazione, si cancella quella legge; si dà tutto l’apparecchio della comunicazione a una ditta, a una società che calunnia, dice delle falsità, indebolisce la vita democratica. Poi vengono i giudici a giudicare queste istituzioni indebolite, queste persone distrutte, condannano, e così va avanti una dittatura. Le dittature, tutte, hanno incominciato così, con adulterare la comunicazione, per mettere la comunicazione nelle mani di una persona senza scrupolo, di un governo senza scrupolo”.
Continua il Papa a parlare della seduzione dello scandalo: “E comunicare scandali è un fatto che ha una seduzione enorme, una grande seduzione. Si seduce con gli scandali. Le buone notizie non sono seduttrici: “Sì, ma che bello che ha fatto!” E passa… Ma uno scandalo: “Ma hai visto! Hai visto questo! Hai visto quell’altro cosa ha fatto? Questa situazione… Ma non può, non si può andare avanti così!” E così la comunicazione cresce, e quella persona, quella istituzione, quel Paese finisce nella rovina. Non si giudicano alla fine le persone. Si giudicano le rovine delle persone o delle istituzioni, perché non possono difendersi”.
Francesco infine ricorda le dittature del secolo scorso: “Tante persone, tanti Paesi distrutti per dittature malvagie e calunniose. Pensiamo per esempio alle dittature del Secolo scorso. Pensiamo alla persecuzione degli ebrei, per esempio. Una comunicazione calunniosa, contro gli ebrei; e finivano ad Auschwitz perché non meritavano di vivere. Oh… è un orrore, ma un orrore che succede oggi: nelle piccole società, nelle persone e in tanti Paesi. Il primo passo è appropriarsi della comunicazione, e dopo la distruzione, il giudizio, e la morte”.
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