Città del Vaticano , 28 May, 2018 / 11:25 AM
La Chiesa è “per la vita”, la sua preoccupazione è che “nulla sia contro la vita nella realtà di una esistenza concreta, per quanto debole o priva di difese, per quanto non sviluppata o poco avanzata”. Incontrando i medici della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, Papa Francesco ribadisce la posizione della Chiesa, per un rispetto della vita che vada dal concepimento alla morte naturale.
La Federazione visita il Papa in vista del prossimo congresso che si terrà a Zagabria dal 30 maggio al 2 giugno, sul tema “Santità della vita e professione medica, dall’Humanae Vitae alla Laudato Si”.
Nel suo discorso, Papa Francesco ricorda che la qualifica di medici cattolici li impegna “ad una permanente formazione spirituale, morale e bioetica al fine di mettere in atto i principi evangelici nella pratica medica, partendo dal rapporto medico-paziente fino ad arrivare all’attività missionaria per migliorare le condizioni di salute delle popolazioni nelle periferie del mondo”.
Un lavoro che è una missione, con un principio di fede che deve essere inculcato anche negli studenti.
Il Papa invita al dialogo, sottolinea che l’identità cattolica non deve compromettere “la vostra collaborazione con coloro che, in una diversa prospettiva religiosa o senza un credo specifico, riconoscono la dignità e l’eccellenza della persona umana quale criterio della loro attività”.
Ma, allo stesso tempo, mette in chiaro i principi, come aveva già fatto negli appelli per Alfie e Vincent Lambert.
“La Chiesa – sottolinea Papa Francesco - è per la vita, e la sua preoccupazione è che nulla sia contro la vita nella realtà di una esistenza concreta, per quanto debole o priva di difese, per quanto non sviluppata o poco avanzata”.
Per Papa Francesco, “essere medici cattolici è sentirsi operatori sanitari che dalla fede e dalla comunione con la Chiesa ricevono l’impulso per rendere sempre più matura la propria formazione cristiana e professionale”, con una fedeltà e coerenza all’insegnamento della Chiesa e alle direttive del suo magistero nel campo medico morale “che ha favorito la vostra collaborazione alla missione della Chiesa nel promuovere e difendere la vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale, la qualità dell’esistenza, il rispetto dei più deboli, l’umanizzazione della medicina e la sua piena socializzazione”.
Una fedeltà che “ha richiesto e richiede fatiche e difficoltà”, anche molto coraggio. Papa Francesco invita a continuare su questa strada “con serenità e determinazione”, ricordando che “anche il campo della medicina e della sanità, infatti, non è stato risparmiato dall’avanzata del paradigma culturale tecnocratico, dall’adorazione del potere umano senza limiti e da un relativismo pratico, in cui tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi”.
Papa Francesco invita dunque i medici ad “affermare la centralità del malato come persona e la sua dignità con i suoi inalienabili diritti, in primis il diritto alla vita”, contrastando la tendenza di “svilire l’uomo malato a macchina da riparare, senza rispetto per principi morali, e a sfruttare i più deboli scartando quanto non corrisponde all’ideologia dell’efficienza e del profitto”.
Papa Francesco invita dunque ai medici cattolici di impegnarsi anche nel dibattito culturale, e in particolare nelle discussioni che “riguardano le legislazioni su temi etici sensibili, come ad esempio l’interruzione di gravidanza, il fine-vita e la medicina genetica”, difendendo la “libertà di coscienza”, perché “non è accettabile che il vostro ruolo venga ridotto a quello di semplice esecutore della volontà del malato o delle esigenze del sistema sanitario in cui lavorate”.
“Siate sempre più consapevoli – esorta Papa Francesco - che oggi è necessario e urgente che l’azione del medico cattolico si presenti con carattere di inconfondibile chiarezza sul piano della testimonianza sia personale che associativa”.
Il Papa chiede che le attività siano “interdisciplinari”, che coinvolgano altre realtà ecclesiali e tutti gli operatori della pastorale sanitaria, e invita ad essere “ministri, oltre che di cure, di fraterna carità, trasmettendo a quanti avvicinate, con l’apporto delle vostre conoscenze, ricchezza di umanità e di compassione evangelica”, perché “in tanti guardano a voi e alla vostra opera. Le vostre parole, i vostri gesti, i vostri consigli, le vostre scelte hanno un’eco che travalica il campo strettamente professionale e diventa, se coerente, testimonianza di fede vissuta”.
È, insomma, una professione che diventa “vero e proprio apostolato”.
Attualmente, la Federazione conta 53 associazioni nazionali membro ed è presente in 66 Paesi così distribuiti: Africa (9), Asia (13), Europa (25), Nordamerica (8), Oceania (2), Sudamerica (9).
Nata nel 1966, la Federazione mette in rete le Associazioni di Medici Cattolici nel mondo. La prima di queste associazioni nasce in Francia nel 1884, come risposta all’appello ai cristiani nell’enciclica Humanum Genus di Leone XIII, ed è per questo che Parigi è la sede designata per la creazione di un Segretariato internazionale delle Società Nazionali di Medici cattolici, che avviene nel 1924 su impulso di Pio XI, mentre nel 1949 viene istituito un secondo Segretariato a Roma. Nel 1951, i due Segretariati saranno unificati, e la federazione adotterà gli Statuti ufficiali nel 1966.
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