Roma, 26 May, 2018 / 10:00 AM
“Alla mia età dopo aver ammirato bellezze incomparabili in Oriente ed Occidente e vissuto singolari eventi, che ci può essere di più bello della mia piccola Sotto il Monte?”. E’ il 1953 e l’allora card. Angelo Giuseppe Roncalli confida questa riflessione al suo segretario, mons. Loris Capovilla. Voleva tornare su quei colli dove ha trascorso gli anni della sua fanciullezza e dove si recava ogni anno per le vacanze estive fino alla chiamata sulla Cattedra di Pietro, nel 1958, con il nome di Giovanni XXIII.
Qui, domani, domenica 27 maggio, “arriverà”. Le sue spoglie, infatti, saranno esposte alla venerazione dei fedeli – oltre 50mila le prenotazioni – fino al 10 giugno.
Il pellegrinaggio è iniziato giovedì pomeriggio dalla città di Bergamo dove è stato accolto da migliaia di persone e dove ha fatto tappa in piazza Vittorio Veneto, al carcere di via Gleno, al seminario diocesano e poi nella Cattedrale ornata di fiori bianchi e gialli. Un “legame molto speciale” quello tra Bergamo e papa Giovanni XXIII: un legame “che percorre i decenni e che oggi si rinnova ed è capace di generare speranza”, ha detto il vescovo, mons. Francesco Beschi: “mi ha colpito tanto questa città. Ho visto compostezza, commozione, gioia interiore e fede. Ho visto, lungo le strade, anziani e adulti indicare ai più piccoli il passaggio del Papa Buono. La fede si trasmette così, narrando grandi storie vere che ci hanno segnato la vita”.
“Il ricordo del punto di partenza della nostra vita, da Bergamo Nostra, Ci ha accompagnato sempre nella quarantennale peregrinazione in Oriente e in Occidente, fino a Venezia, fin quassù, sul colle Vaticano, senza farCi perdere del tutto il segno della Nostra caratteristica fisionomia nativa”, diceva il papa, divenuto santo il 27 aprile 2014, ai pellegrini bergamaschi nel 1961. E l’accoglienza di questi giorni lo dimostra.
“Mi faccio voce di tutti e di ciascuno – ha detto il vescovo all’arrivo a Bergamo delle spoglie di papa Giovanni - manifestando la riconoscenza più grande e profonda al Santo Padre, Papa Francesco, per l’accoglienza affettuosa del nostro desiderio e per la convinta generosità con cui ha concesso che si potesse realizzare. Dall’inizio del suo Pontificato, egli ha manifestato un particolare legame con la figura di Papa Giovanni e ha manifestato molteplici attenzioni nei confronti della comunità bergamasca. Ora ci ha concesso questo dono speciale”. Ora che il “segno” della presenza del “Santo Papa è in mezzo a noi, avvertiamo il misterioso avvenire dei ricordi, lo sguardo, il sorriso, la voce: una testimonianza meravigliosamente capace di irradiare luce e pace su tutti coloro che l’hanno conosciuto e amato e sulle generazioni raggiunte dalla dolce forza del sigillo che egli ha impresso nella storia dell’umanità. È un onore, un dono e insieme una circostanza provvidenziale l’inizio di questa peregrinatio nel cuore non solo urbano della nostra città, ma in quello rappresentativo dell’intera comunità bergamasca”. Rappresenta – ha detto ancora – il “legame profondissimo del Santo Papa con la sua terra, con la sua diocesi, con Sotto il Monte, i comuni, le parrocchie, le comunità religiose, il seminario e la città di Bergamo”.
Domani l’arrivo a Sotto il Monte dove è nato il 25 novembre del 1881, quartogenito di Giovanni Battista Roncalli e Marianna Mazzola: dopo di lui altri nove tra fratelli e sorelle.
A Sotto il Monte resterà fino al 10 giugno. Le sue spoglie saranno collocate nella Cappella Nostra Signora della Pace, adiacente alla Chiesa parrocchiale. Ogni giorno un tema che creerà un percorso spirituale che sarà offerto attraverso dei sussidi per la preghiera e la riflessione personale e per la liturgia comunitaria di tutte le parrocchie della diocesi. A Sotto il Monte momento simbolico di questo percorso sarà ogni giorno la celebrazione della sera alle ore 20.30, che sarà connotata anche dal coinvolgimento di alcuni settori della vita ecclesiale e sociale. Tra gli appuntamenti il 31 maggio la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Beschi. Il giorno successivo l’incontro con i laici guidato dal card. Giovanni Battista Re. Il 2 giugno sarà la volta del patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia che presiederà una celebrazione eucaristica per le famiglie. Il 3 giugno, anniversario della morte del papa “Buono” – avvenuta nel 1963 – la celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini e concelebrata da tutti i vescovi della Lombardia. Il 7 giugno celebrazione con i sindaci e i rappresentanti politici e del mondo del lavoro presieduta dal card. Angelo Scola. Sabato 9 giugno sarà il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, a presiederà la solenne celebrazione conclusiva.
E parlando papi è stata resa nota lo scorso 19 maggio la data di canonizzazione del successore di Giovanni XXIII: papa Paolo VI nel corso di un Concistoro voluto da papa Francesco. Mentre i cardinali decidevano la data la famiglia che ha ricevuto il miracolo era nell’episcopio di Brescia per incontrare il vescovo mons. Antonio Tremolada e per raccontare anche a lui la loro storia. Lo riferisce il settimanale “La Voce del Popolo” ripercorrendo anche la storia della nascita della piccola Amanda. Una bambina che, ancora nel grembo, manifestava gravi malformazioni. Un quadro clinico da spingere i medici a indicare la strada dell’aborto terapeutico. Una strada rifiutata però dai genitori di Amanda che si sono affidati alle preghiere di Paolo VI. “Paolo VI – hanno raccontato - è entrato nella nostra vita dalla porta di servizio. Ci è stato suggerito di pregarlo quando la scienza non concedeva più a nostra figlia alcuna speranza. L’ultima chance che ci era concessa era quella di affidarci a qualcuno di più alto”. Amanda “potrebbe essere – hanno detto - la testimonial ideale della grande enciclica di Paolo VI sulla vita”. La prima bambola della piccola Amanda è stata chiamata Paola proprio in onore di Paolo VI, hanno detto.
Ricevere– ha detto mons. Tremolada - l’annuncio della data di canonizzazione “avendo davanti agli occhi Amanda è stata una grazia particolare”: “guardando Amanda ci si rende conto di essere davanti al mistero della vita che in lei, grazie anche all’intercessione di Paolo VI, è stato custodito contro ogni logica e vincendo ogni ostacolo questa vita è sbocciata”.
Due diocesi vicine, Bergamo e Brescia che in questi giorni stanno vivendo momenti intensi di gioia…
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