Carpi, 27 May, 2018 / 10:00 AM
L’Anno liturgico ci fa celebrare gli eventi della nostra salvezza: l’incarnazione, la passione, la morte, la resurrezione, l’ascensione di Cristo e la venuta dello Spirito Santo. Con la solennità odierna la Chiesa ci invita a contemplare il punto di partenza da cui tutto è scaturito: la Santissima Trinità. La Trinità ci parla della profondità del mistero di Dio, che, tuttavia, in parte rimane inaccessibile anche dopo che Cristo ce ne ha parlato. Infatti, scrive San Tommaso che di Dio sappiamo di più di quello che non è, che non quello che è.
Nonostante questa “oscurità” la vita cristiana ha grande familiarità con la Santissima Trinità. Ogni volta che facciamo il segno della croce, ad esempio, noi utilizziamo il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questo ricordo-presenza della Trinità lo ritroviamo, poi, nella celebrazione dei sacramenti e nella preghiera cristiana.
Dire che Dio è Trinità significa affermare che Dio non è solitudine. Dio è “famiglia”, è “comunità”. Questa rivelazione ci porta a riconoscere che l’essenza stessa di Dio è un “monoteismo comunionale”. San Giovanni nella sua prima lettera, alla luce di questa rivelazione, ha operato una delle più belle sintesi quando afferma che: “Dio è amore”.
Si tratta di una verità importante da riaffermare, soprattutto oggi. La Chiesa, infatti, si trova a confrontarsi con i cosiddetti “monoteismi” e con una certa superficialità si giunge ad affermare che ebraismo, islam e cristianesimo sono religioni monoteiste. Cristo, in realtà, dice ben altro: Dio è in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Il monoteismo cristiano è il monoteismo ebraico con la novità trinitaria, per cui da sempre il solo Dio esistente è il Dio unico nella natura divina, in tre Persone. E’ evidente che non esistono più “dei” unici, di cui uno trinitario e gli altri no. In altre parole un monoteismo che non si risolva nella Trinità o è falso o è incompiuto.
Le tre Persone divine si amano e si donano reciprocamente. Il Padre ha sempre l’iniziativa ed il suo amore è disinteressato, libero e senza limiti. Questo amore gratuito è presente nel Figlio, che, una volta incarnato, non tiene nulla per sé e muore per la nostra salvezza. Lo Spirito Santo, che ci è mandato dal Padre per la mediazione di Cristo, ha la missione di comunicare all’uomo l’amore del Padre e del Figlio e di aiutarci ad accoglierlo. Grazie allo Spirito, la Trinità stessa diviene la nostra esperienza: Verremo [Padre, Figlio e Spirito Santo] a lui [si parla del discepolo] e porremo la nostra dimora presso di lu . Questo significa che l’intera realtà non solo poggia sulla gratuità, ma che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono il fine, la certezza, la liberazione, la gioia, la pace e il dialogo dell’uomo.
Una volta compreso che Dio è amore diventa più facile riconoscere che la vocazione irrinunciabile del cristiano è l’amore perché l’uomo è creato ad immagine di Dio Trinità. Pertanto, l’uomo ritrova se stesso non nell’amore gretto, commercializzato, pretenzioso, egoista, ma nell’esperienza del dono e di un amore gratuito, capace di perdono, servizievole, generoso, umile, come quello della Santissima Trinità.
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