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Un servizio di EWTN News

Papa Francesco, incontro con il Primo Ministro di Romania

Papa Francesco e il primo ministro di Romania Viorica Dancila

Un incontro breve, per parlare di vedute comuni e per invitare Papa Francesco in Romania. Viorica Dancila, primo ministro di Romania, è stata da Papa Francesco, per il primo di una serie di incontri che durante la giornata porteranno la premier romena prima dal Sovrano Militare Ordine di Malta e a Sant’Egidio, e poi al Pio Collegio Romeno, dove alloggiano gli studenti romeni che studiano nelle università pontificie, tappa quasi obbligata per tutti i primi ministri e i presidenti in visita in Italia.

Papa Francesco e Viorica Dancila si sono parlati per 24 minuti, con l’aiuto di un interprete. Dopo il saluto alla piccola delegazione, lo scambio di doni: Papa Francesco ha donato le esortazioni Evangelii Gaudium e Amoris Laetitia e l’enciclica Laudato Si, e in aggiunta il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, quest’anno dedicato ai migranti cercatori di pace.

Per parte sua, il Primo Ministro Dancila ha regalato al Papa un piccolo albero di mele e una serie di 10 tipi di semi tradizionali della Romania, dalla verza di Brasov alla cipolla bianca, a due tipi di cetrioli e uno di finocchietto selvatico. Il Papa ha scherzato: “Tutto un menù”.

Un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede sottolinea che nel corso dei colloqui “sono stati evidenziati i passi compiuti per favorire la cooperazione in

ambito educativo ed è stato espresso l’auspicio che essa possa presto rafforzarsi mediante gli opportuni strumenti pattizi.”

Durante l’incontro – prosegue la nota - “si è pure fatto cenno ad alcuni temi di attualità, fra cui l’importanza della concordia all’interno della società romena per il perseguimento del bene comune”, e si è parlato anche del futuro del progetto europeo, considerando che la Romania assumerà nel primo semestre del 2019 la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea.

Dopo l'incontro con il Papa, il premier romeno ha annunciato di aver invitato il Papa a visitare la Romania e che il Papa avrebbe risposto "verrò all'inizio dell'anno prossimo". 

Secondo una nota della presidenza del Consiglio romeno, “la visita del primo ministro romeno arriva in un momento di relazioni bilaterali molto buone, in occasione del Centenario della Grande Unione della Romania”.

La Santa Sede parteciperà a manifestazioni culturali e accademici sul centenario della Romania, ma non ci sarà un viaggio di Papa Francesco nella nazione già quest'anno, come auspicato. L’unificazione della nazione, infatti, comportò anche l’inclusione di zone di forte componente ungherese, che tuttora utilizzano il magiaro come loro lingua, e un viaggio del Papa nella nazione potrebbe essere utilizzato per rivendicazioni di tipo politico e potrebbe comunque ferire la comunità magiara, che continua a mantenere le sue lingue e tradizioni originarie.

Di un possibile viaggio di Papa Francesco in Romania si era parlato anche durante il viaggio dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati.

A Bucarest dal 13 al 15 novembre 2017, il “ministro degli Esteri” vaticano aveva affrontato, nei suoi incontri istituzionali, molti dei temi caldi dell’incontro di oggi: i progressi dei negoziati sull’accordo bilaterale sulla collaborazione e sul riconoscimento reciproco dell’educazione superiore; l’accoglienza dei migranti romeni di diverse confessioni cristiane nei Paesi dell’Europa occidentale; la restituzione dei beni ecclesiastici confiscati dal comunismo.

Santa Sede e Romania hanno ripreso relazioni diplomatiche nel 1990, subito dopo la caduta del regime di Nicolae Ceausescu. I primi colloqui tra Romania e Santa Sede sono iniziati nel 1920, nel contesto delle misure relative alla conclusione di u accordo tra le parti che portò alla nomina di Dimirtie Penescu, primo rappresentante romeno in Vaticano. Nel 1938, la legazione romena fu elevata al rango di ambasciata, per poi tornare legazione nel 1940.

Nel 1946, il legato pontificio Andrea Cassulo venne dichiarato “persona non grata” dalle autorità romena, evento che porta alla rottura dei rapporti diplomatici il 7 luglio 1950. I rapporti sono ripresi nel 1990, e nel 1998 la Romania ha ripristinato la tradizione che il nunzio apostolico è il decano del corpo diplomatico del Paese.

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