Città del Vaticano , 07 May, 2018 / 1:00 AM
Una giornata ecumenica, ma anche una giornata per incontrare la comunità cattolica svizzera. Si configura così il viaggio di Papa Francesco a Ginevra, il prossimo 21 giugno.
Come già Paolo VI e San Giovanni Paolo II prima di lui, Papa Francesco andrà in visita al Consiglio mondiale delle Chiese, sarà a pranzo con la leadership del Consiglio nell’Istituto Ecumenico di Bossey, e poi dirà la Santa Messa nel pomeriggio alla Palexpo.
In tutto, una giornata molto breve, con due omelie e un discorso previsto. C'è un logo ufficiale, che mostra Papa Francesco con sullo sfondo la città stilizzata di Ginevra, e la bandiera svizzera. Non c'è ancora, invece, un motto del viaggio.
La giornata del Papa, comincerà con l’arrivo alle 10.10 all’aeroporto internazionale di Ginevra e terminerà con il congedo alle ore 20.
Lì, Papa Francesco avrà un incontro privato con il Presidente della Confederazione Svizzera Alain Berset, e poi si recherà nel Centro Ecumenico per la preghiera ecumenica, che avrà luogo alle 11.15.
Quindi, il pranzo con la leadership del Consiglio Ecumenico delle Chiese, e l’incontro ecumenico previsto alle 15.45, durante il quale Papa Francesco terrà un discorso.
Quindi, la Santa Messa nel Palexpo. Ginevra è parte della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo. La diocesi ha preso questo nome nel 1924, per effetto della bolla Solicitudo Omnium di Pio XI. La diocesi di Ginevra – Annecy fu soppressa dopo la Rivoluzione Francese, dopo un periodo di crisi dovuto alla Riforma Calvinista che portarono il vescovo Pierre Le Baume a lasciare la città nel 1533.
L’ultima volta di un Papa a Ginevra è stato nel 1984, quando San Giovanni Paolo II toccò la città in un viaggio di sei giorni. Paolo VI vi andò nel 1969, e visitò il Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Il Consiglio conta circa 348 membri di 110 Paesi nel mondo, ma la Santa Sede non ne fa parte, sebbene ne osservi i lavori, perché per la Santa Sede l’unica Chiesa è quella di Pietro. "La ragione principale di questo status - ha spiegato il Cardinale Kurt Koch, presidente del Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani quando presentò il viaggio - “è che la Chiesa Cattolica ha una responsabilità particolare per l’unità dei cristiani e per questo non può essere membro di un altro grande organismo ecumenico”.
Paolo VI, nella sua visita del 10 giugno del 1969, affrontò la questione. “In tutta fraterna franchezza – disse - Noi non riteniamo che la questione della partecipazione della Chiesa cattolica al Consiglio ecumenico sia matura a tal punto che le si possa o si debba dare una risposta positiva. La questione rimane ancora nel campo delle ipotesi. Essa comporta gravi implicazioni teologiche e pastorali; esige di conseguenza studi approfonditi, ed impegna in un cammino che l’onestà obbliga a riconoscere che potrebbe essere lungo e difficile.”
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