Roma, 07 April, 2018 / 10:00 AM
Dopo la Settimana Santa la Festa della Pasqua riprendono le attività ordinarie nelle diocesi con iniziative ma anche appelli e memoria di eventi che hanno lasciato un segno.
E’ il caso della diocesi de L’Aquila dove l’orologio che batte le ore della storia “non è restato fermo alle 03,32 del 6 aprile 2009. Quell’ora tremenda - non estranea al misterioso disegno salvifico di Dio - sarà sempre conservata nella memoria della nostra gente, ma non può arrestare i palpiti del cuore di questa Città”, ha scritto l’arcivescovo, mons. Petrocchi nel nono anniversario di quel tragico terremoto.
Per la comunità aquilana questo è “il tempo della laboriosità, della ripresa, della saggezza e della prossimità: dimensioni che debbono essere declinate al presente, ma ancora meglio in prospettiva dell’avvenire. Occorre non solo riedificare le devastazioni esterne (ancora visibili), ma ricomporre le fratture interiori, provocate dal sisma. Infatti, c’è un terremoto che scuote la terra, ma c’è anche il terremoto dell’anima, che ferisce la mente,
gli affetti e i rapporti interpersonali”, scrive ancora il presule sottolineando che i primi verbi da coniugare per la ricostruzione “non sono ‘progettare’ e ‘fare’, ma “ascoltare” e “incontrare”: cioè, “accogliere i bisogni profondi della gente, per disporli secondo il
giusto ordine di priorità, e intensificare la tessitura delle ‘relazioni convergenti’, che potenziano la coscienza fattiva di essere un’unica famiglia”.
Per mons. Petrocchi alcuni dolori sono così “acuti e profondi”, che non possono essere espressi “parlando”: forse “la loro manifestazione più immediata e intensa è il grido. Quando è impossibile urlare, queste sofferenze restano ‘mute’: tuttavia il grido non si azzittisce ma diventa ‘silenzioso’”. Questa “voce” inespressa “si sente lo stesso e fa stringere l’anima”. La “dolorosa” esperienza del terremoto contiene una lezione “fondamentale”: “ci insegna a puntare sull’essenziale, su ciò che conta davvero e non ci verrà mai tolto”.
A Milano l’arcivescovo, mons. Mario Delpini, ha annunciato l’intenzione di avviare una visita pastorale in occasione del prossimo Avvento, sottolineando che sarà “capillare” e “rapida” e ha fatto sapere di essersi impegnato in queste settimane con i suoi collaboratori più stretti a formare una “Commissione per la promozione del bene comune”. Per l’arcivescovo ambrosiano “la profezia è anche giudizio sul presente, invito a conversione, contestazione delle strutture e dei comportamenti che rendono la vita difficile ai più deboli. A questa commissione chiedo anche suggerimenti per sostenere quella domanda di impegno e di testimonianza nel sociale e nel politico che vedo rifiorire come un segno promettente nei vari incontri che ho vissuto, con amministratori locali cristiani e non, a seguito del mio discorso nella festa di sant’Ambrogio”.
La diocesi di Cesena-Sarsina si prepara, invece, a festeggiare la sua patrona, la Madonna del Popolo venerata da secoli nella Cattedrale di Cesena come patrona. Domani l’inizio delle celebrazioni con il pellegrinaggio dei malati e giovedì 12 aprile delle comunità parrocchiali mentre le celebrazioni ufficiali domenica prossima 15 aprile.
Nel pomeriggio di domani, alla presenza del vescovo mons. Antonio Napolioni, nella diocesi di Cremona, presso l’oratorio “Maffei” di Casalmaggiore, la quarta delle cinque assemblee del Sinodo diocesano dei giovani. I 106 membri eletti, in gran parte giovani insieme ad alcuni sacerdoti e adulti in rappresentanza dalle cinque Zone pastorali e delle realtà diocesane e associative, si confronteranno sul quarto dei cinque temi focalizzati dai giovani nella precedente fase sinodale: la fede nelle giovani generazioni. Lo faranno a partire dagli stimoli offerti nello “Strumento di lavoro” predisposto dalla Segreteria del Sinodo, facendo sintesi dei materiali raccolti nei mesi precedenti, durante gli “ascolti” sul territorio.
Ieri a Padova terzo appuntamento del percorso Bohlitica, organizzato da un gruppo di giovani delle principali aggregazioni laicali diocesane (Ac, Noi associazione, Fuci, Acli, Agesci, Csi) e dalla Fisp (Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico), desiderosi di “riappropriarsi del vocabolario e dei significati della politica, indagando questo mondo che per molti coetanei è estraneo, lontano o indifferente. Un’occasione per giovani di confrontarsi con altri coetanei che vivono una cittadinanza attiva o con esperti qualificati per capire, approfondire e informarsi sulle dinamiche della politica oggi”.
In Toscana i vescovi, che la scorsa settimana si sono riuniti all’eremo di Lecceto (Firenze) hanno “espresso la loro gioia e la gratitudine” a Papa Francesco, che il prossimo 10 maggio tornerà nuovamente in terra di Toscana per visitare la comunità di Nomadelfia
(in Diocesi di Grosseto) e la cittadella del Movimento dei Focolari a Loppiano (in Diocesi di Fiesole). “Un gesto – scrivono - che testimonia ancora una volta la fecondità spirituale di questa regione, in cui sono fiorite esperienze di vita cristiana che riverberano su tutta l’Italia e sul mondo”.
A Genova i fedeli, circa 500,si preparano al pellegrinaggio a Roma per ringraziare Papa Francesco per la visita che il 27 maggio 2017 aveva riservato a Genova. Il pellegrinaggio è previsto l’11 aprile e prevede alle 8 la Santa Messa in San Pietro presieduta dall’arcivescovo, il card. Angelo Bagnasco. I pellegrini parteciperanno, poi, in piazza San Pietro all’Udienza generale con Papa Francesco.
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