Città del Vaticano , 24 January, 2018 / 11:00 AM
Un nuovo appello di Papa Francesco per la Repubblica Democratica del Congo durante l’Udienza Generale di oggi in Piazza San Pietro: “Purtroppo continuano a giungere notizie preoccupanti dalla Repubblica Democratica del Congo. Pertanto, rinnovo il mio appello perché tutti si impegnino ad evitare ogni forma di violenza. Da parte sua, la Chiesa non vuole altro che contribuire alla pace e al bene comune della società”.
E’ davvero drammatica la situazione in Congo: si inaspriscono gli scontri durante le manifestazioni antigovernative a Kinshasa. Inoltre è di ieri la notizia del rapimento di un sacerdote e cinque operatori nella diocesi di Butembo- Beni. Domenica scorsa, tre civili, erano stati uccisi da ribelli ugandesi musulmani delle Forze democratiche Alleate, una milizia contro la quale l'esercito congolese lotta da tempo.
C'è anche l’appello solidale del Consiglio Permanente della CEI per la liberazione di prigionieri nella Repubblica Democratica del Congo: "Il sequestro di padre Robert Masinda - del clero della diocesi di Butembo-Beni - e di un suo collaboratore, avvenuto il 22 gennaio, è sintomatico del malessere che da molto tempo attanaglia la Repubblica Democratica del Congo. Si tratta del sesto sacerdote rapito dal 2012, insieme a religiose e laici, in un contesto, quello del Kivu settentrionale, dove la stremata popolazione civile è sottoposta, quotidianamente, ad ogni genere di vessazioni da parte di innumerevoli formazioni armate. A ciò si aggiunga la delicatissima situazione politica nazionale, segnata dalla repressione nei confronti di quei cattolici che, lo scorso 31 dicembre, hanno protestato, e continuano a farlo pacificamente, nei confronti di coloro che nel paese africano impediscono lo svolgimento delle elezioni. Chiedendo l'immediata liberazione dei prigionieri, la Conferenza Episcopale Italiana esprime la propria solidarietà alla Chiesa e al popolo congolese e si stringe attorno all’Episcopato locale, implorando da Dio i doni della giustizia, della riconciliazione e della pace".
Il nuovo appello del Papa arriva a poche ore da quello pronunciato a Lima la scorsa domenica: "In questo momento, da questa piazza, con tutti questi giovani, chiedo alle autorità, ai responsabili e a tutti in questo amato Paese, che mettano il massimo impegno e il massimo sforzo per evitare ogni forma di violenza e cercare soluzioni a favore del bene comune. Tutti insieme, in silenzio, preghiamo per questa intenzione, per i nostri fratelli nella Repubblica democratica del Congo”.
Sull’invito del Pontefice a pregare e a fare qualcosa per i paesi martoriati e straziati dalla guerra come il Congo e il Sud Sudan, è stata realizzata qualche giorno fa anche una Tavola Rotonda per “Costruire la pace insieme”, all’Università Pontificia Urbaniana. “La pace è la base fondamentale per lo sviluppo umano integrale e per il benessere della nostra casa comune. La non-violenza attiva è un processo essenziale di transizione per costruire una pace giusta e per contrastare la violenza”, aveva detto ancora Papa Francesco durante la celebrazione di preghiera per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo a San Pietro.
E lo ripete anche il Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, intervenuto all’Urbaniana: “Abbiamo bisogno del sostegno di tutte le comunità. Perché non esiste lo sviluppo di una nazione senza la pace. La pace è un requisito necessario per qualsiasi tipo di sviluppo e innovazione. E dobbiamo promuovere la dignità dell’essere umano”.
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