Roma , 23 January, 2018 / 2:00 PM
Della violenza contro le donne, dei soprusi che esse subiscono, e dei tanti casi di femminicidio che si leggono nelle cronache quotidiane, se ne parla diffusamente il 25 novembre, il giorno che dal 1999 viene dedicato alla mobilitazione collettiva contro questo dramma umano e sociale.
Ma è evidente che una giornata non basta. Tanti i casi che si ripetono, nonostante gli appelli, le denunce, le prese di posizione. Da ultimo, anche la voce di Papa Francesco si è levata a condannare questo fenomeno nel corso dell’appena concluso viaggio apostolico in Perù. “Guardando alle madri e alle nonne - ha detto il Pontefice durante la celebrazione mariana per la Virgen de la Puerta nella Plaza de Armas a Trujillo - voglio invitarvi a lottare contro una piaga che colpisce il nostro continente americano: i numerosi casi di femminicidio. E sono molte le situazioni di violenza che sono tenute sotto silenzio al di là di tante pareti. Vi invito a lottare contro questa fonte di sofferenza chiedendo che si promuova una legislazione e una cultura di ripudio di ogni forma di violenza”.
Per continuare a tenere alta questa attenzione, va in scena a Roma uno spettacolo di partecipazione attiva, una serata di sensibilizzazione e di riflessione per denunciare il femminicidio e, in generale, la violenza contro le donne. Si intitola “Sennò non c’è futuro” l’opera che la Scuola di Recitazione “Omnes Artes” presenterà venerdì 26 gennaio alle 21 al teatro Sala Vignoli in via Bartolomeo d’Alviano,1, nel quartiere del Pigneto.
Secondo le ultime stime, dal 2000 a oggi le donne vittime di omicidio volontario in Italia sono state più di tremila. Allargando lo sguardo al resto del mondo, i casi diventano molti di più. “La parola 'femminicidio' suona male, però serve” - afferma il regista, Guido Governale. “Definire in modo chiaro la categoria criminologica del delitto perpetrato contro una donna perché è donna, è necessario”.
La realtà nuda e cruda, quella di tante donne fatte oggetto di violenza e sopraffazione, viene raccontata dagli attori della Scuola attraverso monologhi e dialoghi presi da storie vere apparse sui giornali, raccontate in televisione o raccolte in rete. Un contributo ulteriore per far riflettere gli spettatori e per contribuire a fermare questo massacro ingiustificato.
La serata alla Sala Vignoli sarà anche l’occasione per sostenere l’Opera Don Giustino Onlus, la comunità fondata da don Antonio Coluccia, sacerdote vocazionista della Congregazione fondata dal beato napoletano don Giustino Russolillo, per aiutare persone senza fissa dimora, giovani emarginati, separati e divorziati, a reinserirsi nella società. Le donazioni che saranno raccolte serviranno a incrementare le opere e i servizi di prima necessità (vitto, vestiti e cure mediche) che il religioso ha avviato nella struttura di via della Giustiniana, un bene confiscato alla mafia grazie alla legge 109/96.
Tra i prossimi obiettivi c’è quello di attivare, all’interno della Casa di Accoglienza, un servizio di poliambulatorio curato da medici volontari e di dare vita a un progetto agricolo, con la creazione di un orto solidale e di una fattoria didattica.
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