Città del Vaticano , 22 January, 2018 / 4:15 PM
Papa Francesco è arrivato a Roma di rientro dal suo viaggio in Cile e Perù alle ore 14e10 circa. All’inizio del volo, l’appuntamento consueto per la conferenza stampa con i giornalisti. Tra i temi affrontati ci sono la corruzione, l’ambientalismo contro l’uomo, il matrimonio celebrato da Santiago del Cile a Iquique, la lotta alla povertà. Ma soprattutto il ricordo di Francesco riguardo quel calore speciale che appartiene al popolo dell’America Latina.
Francesco inizia la conferenza raccogliendo le sue impressioni su questo 22esimo viaggio apostolico internazionale. “Mi ha impressionato la fede di questi popoli – dice il Pontefice ai giornalisti - non solo in Turjillo in cui la pietà popolare è molto ricca e molto forte. Ma anche la fede delle strade, e non solo a Lima, dove è evidente. Anche a Puerto Maldonado era pieno, soprattutto nelle strade. Un popolo che è uscito per esprimere la sua gioia e la sua fede. Le persone dell’America Latina hanno tanti santi: Toribio, Rosa, Martin, Juan. Penso che la fede l'abbiano nel profondo. Del Perù mi resta il ricordo della gioia, della fede, della speranza, di ritorno a camminare e, soprattutto, ho il ricordo di molti bambini. L'unica cosa che chiedo è che abbiano cura della ricchezza. Non solo quella delle chiese e dei musei, che le opere d'arte sono grandi, ma anche della sofferenza che ho visto anche in questi giorni”.
Il Pontefice risponde poi alla domanda di un giornalista sulla corruzione: “ In America Latina ci sono molte fonti di corruzione. Oggi è di moda parlare di Odebrecht, ma questo è un esempio. L'origine della corruzione, direi che è il suo peccato originale”. “Siamo tutti peccatori – commenta ancora il Papa – anche noi che siamo qui, io farò la mia parte e anche voi. Non devo guardare al peccato, ho paura della corruzione; la corruzione è viziare la tua anima e il tuo corpo. Un uomo corrotto è così sicuro di sé da non poter tornare indietro. Sono come quelle paludi di Chupadisos, che vuoi tornare indietro e ti risucchiano. È una palude. Sì, la corruzione è la distruzione della persona umana”. Papa Francesco riporta alcuni esempi di corruzioni: “L'uomo d'affari che paga metà dei suoi lavoratori è un corrotto. Una casalinga che crede che sia normale sfruttare le cameriere con il salario o con il modo di trattarle, è corrotta. Ricordo una conversazione che ho avuto con una persona, un giovane professionista di 30 anni, che mi ha detto come stava. E mi ha raccontato che lavorava con il personale domestico in modo non nobile. Gliel'ho detto, non puoi farlo, questo è peccato”.
Poi Francesco risponde ad una particolare domanda sull’ambiente, tema caldo di questo viaggio, avendo appena fatto visita all’Amazzonia. La domanda al Papa riguarda la perversione di alcune politiche ambientaliste contro l’uomo: “Si tratta di proteggere la foresta per salvare alcune tribù che poi sono rimaste fuori – commenta Francesco - e la foresta è finita per lo sfruttamento. Ma il dato più concreto di questo caso è nelle statistiche nella zona. E tu troverai sicuramente i dati precisi. È un fenomeno di custodire l’ambiente e poi isolare, sono rimasti isolati dal progresso reale”.
Il Papa fornisce poi alcune precisazioni sul matrimonio celebrato in volo: “Uno di voi mi ha detto che io sono matto per fare queste cose. La cosa è stata semplice. Abbiamo fatto una bella chiacchierata. Mi hanno detto questo: noi eravamo per lo sposarsi in chiesa, siamo stati sposati civilmente, ma il giorno prima la chiesa è crollata per il terremoto, e non c’è stato il matrimonio. E si che domani lo facciamo, e dopodomani, e così è la vita poi la figlia e un’altra figlia... Erano preparati e io ho giudicato che erano preparati. I sacramenti sono per gli uomini, tutte le condizioni erano chiare e perché non fare oggi quello che si fa oggi e rimandarlo per domani ?”.
Nella lotta alla povertà c’è del bene nel liberalismo? Chiede una giornalista al Papa. “Il Cardinale Maradiaga lui ha fatto una dichiarazione firmata. Io dico quello che lui ha detto – chiarisce Francesco - sul liberalismo io dirò che dobbiamo studiare bene i casi di politica liberali, ci sono altri paesi in America latina con politiche liberali. Non sono tecnico, ma in generale una politica liberale che non coinvolge tutto il popolo porta giù, non conosco il Cile , ma vediamo che altri paesi latino America la cosa va giù”.
Francesco conclude la conferenza stampa ricordando ciò che più l’ha commosso di questo viaggio, come la visita al carcere femminile di Santiago. “Io sono molto sensibile alle carceri e ai carcerati – osserva il Pontefice - sempre mi domando, sul carcere, perché loro e non io, ma vedere queste donne, vedere la creatività di queste donne, la capacità di cambiare, la loro capacità di cambiare vita, di reinserirsi nella società con la forza del Vangelo, una di voi mi ha detto ho visto la gioia dei bambini”.
Poi il Pontefice argentino ritorna con la mente a porto Maldonado, all’incontro con gli aborigeni: “Quel giorno è stata la prima riunione del Sinodo per l’Amazzonia, che sarà nel 2019”. Francesco parla anche della sua visita al centro “Piccolo Principe” in Perù: “Ero tanto commosso nel vedere questi bambini, la maggioranza abbandonati, quei ragazzi, quelle ragazze che sono riusciti con l’educazione ad andare avanti, sono professionali, mi hanno commosso tanto”.
Ma più di tutto il Papa ricorderà il calore di quella gente: “Era da non credere cosa era lì. Il calore della gente, e io dico questo popolo ha fede. Questa fede mi contagia e ringrazio Dio, e io vi ringrazio per il lavoro che vi aspetta, fare gli articoli e le notizie delle domande che mi avete fatto. Grazie della pazienza, grazie per fare le domande. Grazie tante”.
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