Dal momento della mia elezione "ho provato molta pace. E fino ad oggi quella pace non mi ha lasciato. È un dono del Signore, di cui sono grato. E davvero spero che non me lo tolga. Le cose che non mi tolgono la pace, ma sì mi addolorano, sono i pettegolezzi: mi rattristano. Accade spesso nei mondi chiusi. Quando accade in un contesto di sacerdoti o di religiosi, a me viene da chiedere: ma come è possibile? Vuoi finire come uno scapolone pettegolo?". Lo ha detto il Papa nel dialogo - riportato da Padre Antonio Spadaro - con i suoi confratelli gesuiti in Cile, lo scorso 16 gennaio, e in Perù, lo scorso 19 gennaio. I testi - le cui anticipazioni sono state diffuse in queste ore - saranno pubblicati nel numero de La Civiltà Cattolica in uscita sabato.
La meditazione dell’Udienza Generale di questo mercoledì in Piazza San Pietro si incentra sul viaggio di Papa Francesco appena trascorso in Cile e in Perù. Francesco, con emozione, ricorda quei giorni intensi e colorati prima in terra cilena e poi in quella peruviana. Piazza San Pietro è collegata con alcuni bambini malati che seguono l’Udienza Generale dall’Aula Paolo VI.
Un viaggio più difficile del previsto quello del Papa in Cile e Perù con due possibili chiavi di lettura: l’impegno per l’Amazzonia e la difesa della gente, soprattutto delle donne, dallo sfruttamento e la dolorosa questione degli abusi sessuali.
In Cile e Perù ho ammirato nelle popolazioni locali "la fede e il desiderio di crescita spirituale e sociale". Lo scrive il Papa al Presidente della Repubblica Mattarella, nel consueto telegramma inviato al rientro dal viaggio apostolico in Sudamerica.
Papa Francesco è arrivato a Roma di rientro dal suo viaggio in Cile e Perù alle ore 14e10 circa. All’inizio del volo, l’appuntamento consueto per la conferenza stampa con i giornalisti. Tra i temi affrontati ci sono la corruzione, l’ambientalismo contro l’uomo, il matrimonio celebrato da Santiago del Cile a Iquique, la lotta alla povertà. Ma soprattutto il ricordo di Francesco di quel calore speciale che appartiene al popolo dell’America Latina.
Era prevedibile. Dopo la risposta sulla questione Barros in Chile ad un giornalista, il Papa avrebbe dovuto essere più chiaro con la stampa nella conferenza sul volo del ritorno.
E’ terminato il 22/mo viaggio apostolico di Papa Francesco. L’aereo con a bordo il Pontefice ha lasciato Lima ed è atteso a Roma nel primo pomeriggio di domani.
La Messa nella Base Aerea Las Palmas di Lima è l’ultima tappa del viaggio apostolico di Papa Francesco in Perù.
La realtà non si corregge a colpi di photoshop, né può essere fatto al cuore, perché è “lì che si giocano i veri sentimenti”. Il penultimo atto della visita in Perù di Papa è un incontro con i giovani che si tiene in Plaza de Armas.
La missione lasciata ai vescovi peruviani da Papa Francesco nell’ultimo giorno del suo viaggio in Perù è ardua: prendere esempio da San Toribio, che fu arcivescovo di Lima e che Papa Francesco definisce, con San Giovanni Paolo II, “costruttore di unità ecclesiale”.
Nella Cattedrale di Lima dedicata a San Giovanni Evangelista Papa Francesco prega davanti alle Reliquie dei Santi peruviani. E’ il secondo appuntamento dell’ultima giornata in terra peruviana di Papa Francesco.
L’ultima giornata del viaggio del Papa in Perù si apre con un incontro con la vita contemplativa. Quasi una sintesi dei diversi incontri con i religiosi, in Perù e in Cile.
Una “madre meticcia”, perché in lei “trovano posto tutte le razze”: così Papa Francesco descrive la Vergine Maria, nella Plaza de Armas, in una veglia mariana durante la quale la statua della virgen de la Puerta de Otuzco, conosciuta come la “Mamita de Otuzco”, viene incoronata madre della Misericordia e della speranza.
“ Le nostre vocazioni avranno sempre quella duplice dimensione: radici nella terra e cuore nel cielo”. Papa Francesco lo ripete ai sacerdoti e ai religiosi a Truijllo in Perù nel Colegio Seminario di Trujillo, da 390 anni dedicato ai Santi Carlo e Marcello.
Francesco è a Huanchaco, città storica del Perù, non lontana dai siti archeologici della cultura Inca; una delle località balneari più rinomate del Paese e meta di numerosi turisti dall’estero. Il suo litorale, affollato d’estate, si snoda in una baia a una decina di chilometri a nord ovest della città di Trujillo, su una terrazza ai piedi del Monte Campana. E qui, in questo paradiso, il Papa celebra la Messa in Onore di Santa Maria Porta del Cielo. “Tutto l’ambiente che ci circonda e questo immenso mare sullo sfondo ci aiutano a comprendere meglio l’esperienza che gli apostoli hanno vissuto con Gesù e che oggi anche noi siamo chiamati a vivere”, dice il Pontefice iniziando la quarta omelia di questo 22esimo viaggio apostolico.
In quasi tutti i suoi viaggi apostolici internazionali, Papa Francesco ha sempre incontrato i gesuiti del Paese che lo stava ospitando. E così è stato anche in questa occasione. Il Pontefice - come ha fatto anche recentemente in Cile - ieri sera ha voluto parlare in forma privata con i suoi confratelli peruviani.
La difesa della casa comune, che è poi anche una difesa della dignità umana, e l'appello per contrastare il “virus sociale” della corruzione:sono questi i temi centrali del discorso che Papa Francesco fa alle autorità del Perù, nella serata del primo giorno della seconda tappa del suo viaggio nelle Ande.
Nell’ Hogar Pricipito Papa Francesco conclude la mattina a Puerto Maldonado.
Una Chiesa i cui tutti i popoli trovano spazio. E’ l’immagine che il Papa evoca nell’incontro all’Instituto de Educación Superior Tecnológico Público Jorge Basadre è un istituto tecnico-professionale fondato nel 1980 con la popolazione di Puerto Maldonado, non solo originari.
Non è la prima volta che un Pontefice si reca in Amazzonia, Giovanni Paolo II lo ha fatto in Brasile e in Perù. Ma questa volta è un Papa latinoaericano che si ferma a parlare con i popoli originari dell’ Amazzonia.