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Suor Dolores Barone, una vita di amore

Castelverde di Lunghezza (Tivoli), il sole splende alto in cielo e la primavera, con una straordinaria vitalità di fiori e colori, è alle porte. Era il 1961 e sull'uscio di un convento, in questa amena località, c'è una piccola suora che sta aspettando alcune person e che a lei si sono rivolte per problemi personali. E' affabile, tranquilla, dall'aspetto materno e molto semplice.  Nulla di eccezionale, ma ha qualcosa di particolare:è straordinariamente sorridente. Chi è ? Suor Dolores Barone.

Adelina Barone  (questo il suo nome, prima di entrare in convento) nasce il 10 novembre 1912, in un piccolo paesino della Calabria, in provincia di Cosenza, Fiumefreddo. Più di un secolo fa. Il mondo era totalmente, differente da quello di oggi ma certamente non è difficile immaginare la vita che si svolgeva in quel tempo, seminata di sacrifici e difficoltà affrontate, alle volte, con la certezza che c'è un Padre celeste che “nutre gli uccelli del cielo e non si dimentica dei suoi figli” (Mt.6,25-34). La famiglia di Adelina era numerosa (sette fratelli, di cui alcuni morti in tenere età). 

La piccola, prima dell'entrata in convento, aiutava la famiglia nelle cose di casa, come tante ragazze della sua età. Ma, dentro di lei, qualcosa stava mutando.  Il Signore chiedeva qualcosa di più a questa giovane ragazza. E con sentimenti di generosa disponibilità, il 15 maggio del 1935, entrò nel convento delle Suore Francescane dei Sacri Cuori, fondate dal servo di Dio, padre Simpliciano della Natività (1827-1898).

Già dall'anno di noviziato, tempo per discernere la propria vocazione alla vita religiosa, la giovane si dimostrava molto disponibile in tutto ciò che le veniva affidato. Soprattutto stupiva le consorelle per una straordinaria poliedricità, nel saper fare differenti attività che poi seppe impiegare, per il bene del prossimo. Oltre alla preghiera ed ad una vita di mortificazione, imparerà a cucire (tanto che, nei conventi dove sarà inviata, creerà piccole scuole per insegnare, alle ragazze, ad impratichirsi, in  questa abilità); cucinare (alcuni dolci tipici della sua terra) ed essere di aiuto e sostegno, mostrando un carattere allegro e contento, pronto a sacrificarsi per gli altri. 

Il suo assillo, oltre ad una vita di intensa spiritualità francescana, saranno sempre gli altri in difficoltà. Aiutava tutti coloro bussavano alla porta del suo cuore, senza distinzione di sorte. Già da questi anni, ad ascoltare le testimonianze di tante persone che la conobbero, il Signore la visitò, con tanti talenti, che facevano presagire quanto bene potesse compiere.

Il 4 aprile del 1954 emise la professione solenne, con la quale si legò in perpetuo alla sua congregazione religiosa e venne mandata in differenti comunità: Fiumefreddo; Maddaloni; Castellaccio di Lunghezza ed infine Castelverde. Durante, tali spostamenti Suor Dolores, non fu solo di carattere sereno e tranquillo, ma dimostrò subito di essere un valido sostegno, non solo alla comunità ma anche alle persone che frequentavano il convento. Tutto procedeva nella più normale consuetudine, ma qualcosa di grande il Signore stava donando alla giovane ed amorevole madre.  Accanto ad una vita straordinariamente ordinaria, il Signore visitò (1930) Suor Dolores anche di un altro importante sigillo di amore:le sante stigmate.

Appena le superiori della Congregazione Francescana dei Sacri Cuori, si accorsero di ciò, chiesero udienza a Papa Pio XII, per avere istruzioni su come comportarsi. Sul punto è importante leggere questo ricordo:“Entrate che furono, davanti al Sommo Pontefice, Suor Dolores, si tolse i guanti che le coprivano le mani piagate ed il Papa vide, capì ed intuì il grande Mistero, si inginocchiò davanti a loro e disse testuali parole:Custodite e nascondete questa perla. Non sappiamo se questa ispirazione fosse dovuta al pensiero di quello che già stava passando l'ancor giovane Padre Pio o per qualche altra ragione. Ciò che fù chiaro era che Suor Dolores non avrebbe dovuto fare clamore, ma nel silenzio e nella sofferenza , cercare di aiutare l'umanità”.

La straordinarietà del fenomeno venne anche confermata dalla più che positiva e bellissima relazione scritta da padre Lazzaro d'Arbonne, sacerdote cappuccino, di origine tedesca, inviato dal Vaticano, in sede di ispezione per quanto stava accadendo.

Tale fenomeno Suor Dolores lo riviveva, con straordinaria intensità, nei giorni del triduo pasquale, nei quali ripercorreva le tappe della Via Crucis, vissute dal Cristo. Di ciò ne fu testimone, il futuro Cardinale Fiorenzo Angelini, il quale (in data 18 febbraio 2010), scrivendo a Mons. Alfredo Sipione, parroco di Castelverde ed amico della madre, ha lasciato questa testimonianza:”Non potrò mai dimenticare un lontano Venerdi santo, quando mi recai a Castelverde per essere direttamente testimone di quanto avveniva in Suor Dolores, particolarmente nelle ore che più ricordano la Passione di Gesù; erano le 15 fui testimone del fenomeno della sudorazione di sangue che, con particolare abbondanza, le copriva tutto il viso e le mani, procurando straordinaria sofferenza, chiaramente indicando la particolare e diretta partecipazione alla Passione del Signore.  Questo incontro resta in me, ancora oggi, una chiara prova della santità vissuta da Suor Dolores, un fenomeno, secondo il mio povero giudizio fortemente straordinario che il Signore dimostrava nella circostanza del Venerdi santo nella vita di una religiosa, Suor Dolores, certamente prediletta dal Signore.  A sua volta corrispondeva alla predilezione divina con esemplarità di vita religiosa eccezionale, pur condotta nella caratteristica semplicità propria della anime predilette del Signore”.

Suor Dolores chiudeva la sua vita terrena, il 10 ottobre del 2000 in Castelverde.

In chi ha avuto, lo straordinario dono di conoscerla, si ricordano tanti fatti e segni, che dimostrano quanto il suo cuore vibrasse di, sollecitudine ed amore, per gli altri. Il telefono del suo convento, squillava in continuazione e lei a tutti rispondeva ed a tutti assicurava preghiere, conforto e quanto le veniva, con angoscia ed alle volte insistenza, richiesto. A chiunque la interpellava lei insegnava a confidare nell'aiuto della Madonna che chiamava, teneramente, Mamma ed ad affidarsi a lei. La Mamma, non delude mai e questo Suor Dolores ben lo sapeva.

Se dovessimo ricordare questa tenera e materna suora, con due semplici parole, queste sarebbero:disponibilità ed amore. Il suo debole era proprio questo: dare sempre ed a tutti, anche se con enormi sacrifici personali. Questa accondiscendenza, alle volte, era anche sfruttata da tante persone, ma lei non si curava di tali atteggiamenti, in quanto sapeva che chi dona lo deve fare con animo largo, ben sapendo che chi fa tutto è il Padre celeste. E questo lo aveva appreso alla scuola dell'unico e più grande amore della sua vita: un uomo di 33 anni, il quale scelse, volontariamente, di morire su una croce allargando le  braccia, fra il cielo e la terra, perdonando coloro che non avevano compreso la grandezza del suo amore. Questa era Suor Dolores.

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