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Un servizio di EWTN News

Una dignità inattesa. Battesimo di Gesù

Nella solennità di oggi contempliamo il Battesimo di Gesù. Si tratta della prima azione pubblica di Cristo. Il Figlio di Dio, che è divenuto in tutto simile a noi eccetto il peccato, si presenta, confuso tra i peccatori, per ricevere il battesimo di conversione dato da Giovanni il Battista. Il Signore, con questo gesto, manifesta la sua piena solidarietà con l’umanità peccatrice.

L’evangelista racconta che quando Gesù esca dall’acqua vede i cieli aperti. Si tratta di un’espressione che intende sottolineare una stupenda realtà. I cieli, identificati come il “luogo” di Dio, si erano chiusi a causa del peccato dell’uomo, ora, con la venuta del Figlio di Dio, tornano ad aprirsi e l’uomo ha di nuovo accesso al Padre. Con il battesimo di Gesù “inizia una storia nuova”, perché Dio entra nella nostra esistenza umile e quotidiana per portare il perdono e quindi la riconciliazione.

Mentre il cielo è aperto, su Gesù vengono pronunciate dalla stessa voce di Dio parole inaudite: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Questo uomo sconosciuto non è un uomo qualunque. Porta in sé un segreto: è il Figlio amato ed unico di Dio che è venuto a portare la vita in abbondanza perché è in grado di guarire l’uomo nel corpo e nello spirito e di donare la vita eterna.

Nel battesimo al fiume Giordano la Chiesa vede una preparazione del sacramento del Battesimo cristiano, che il Signore istituisce dopo la sua morte e la resurrezione. Nel battesimo è Cristo che agisce mediante lo Spirito Santo. Egli ci viene incontro, ci libera dal peccato, ci fa rinascere a vita nuova e ci rende figli di Dio perché la nostra esistenza invoca una pienezza, una salvezza che solo Dio può dare.

L’uomo acquista con il Battesimo una dignità inattesa, smisurata. Diviene figlio di Dio. La conseguenza di questa vita nuova che ci è donata è la nostra divinizzazione. Sono figlio di Dio! Si tratta di una realtà stupenda sulla quale è bene soffermarci. Poiché io sono figlio, Dio mi conosce, mi ama, mi accompagna nel cammino della vita. Io non sono abbandonato a me stesso. Ho la possibilità di vivere con Lui l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo. Non c’è infatti, niente di più grande che conoscere Gesù e comunicare agli altri l’amicizia con Lui.

Per questa ragione S. Giacomo nella seconda lettura ci ricorda: Questa è la nostra vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. Infatti, solo l’amicizia con Gesù offre criteri nuovi per valutare le scelte della vita e sperimentare ciò che è bello e ciò dona vera libertà: l’amore di Dio, il quale ci fa uscire dal nostro egoismo.

Il cristiano non è mai solo. Con il Battesimo entra a fare parte della Chiesa, che si presenta a noi come famiglia dei figli di Dio, come una comunità di fratelli e di sorelle che può rivolgersi a Dio chiamandolo “Padre nostro”, come un popolo, che ha come vocazione la santità. Tutti, quindi, siamo invitati e tenuti a divenire santi cioè a conformare la nostra vita a Cristo. Come?

Ricordandoci una verità molto semplice che ci viene dalla tradizione spirituale della Chiesa: “Nella Chiesa vale e agisce di più chi crede di più, non chi si agita di più, chi parla di più, o chi richiama o reclama maggiore attenzione. Un’intensa e preziosa esperienza di grazia può essere silenziosissima”.

 

 

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