Sarajevo, 06 June, 2015 / 6:30 PM
Dopo aver ascoltato i saluti del Cardinale Puljic e dei rappresentanti di musulmani, ortodossi e ebrei, Papa Francesco ha preso la parola nel corso dell’incontro ecumenico ed interreligioso nel Centro internazionale studentesco francescano di Sarajevo.
Sentendo le vostre riflessioni – ha esordito il Pontefice – “posso dirvi che mi hanno fatto bene. L’incontro di oggi è segno di un comune desiderio di fraternità e di pace; esso dà testimonianza di un’amicizia che state costruendo negli anni e che già vivete nella quotidiana convivenza e collaborazione. Essere qui è già un messaggio di quel dialogo che tutti cerchiamo e per il quale lavoriamo.”
“Il vostro lavoro – ha aggiunto il Papa – è molto prezioso in questa regione, e a Sarajevo in particolare, crocevia di popoli e di culture, dove la diversità, se da un lato costituisce una grande risorsa che ha permesso lo sviluppo sociale, culturale e spirituale di questa regione, dall’altro è stata motivo di dolorose lacerazioni e sanguinose guerre. Il dialogo interreligioso è una condizione imprescindibile per la pace, e per questo è un dovere per tutti i credenti, è, prima ancora di essere discussione sui grandi temi della fede, è una conversazione sulla vita umana”.
Attraverso questo dialogo “si condivide la quotidianità dell’esistenza, nella sua concretezza, con le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze; si assumono responsabilità comuni; si progetta un futuro migliore per tutti. Si impara a vivere insieme, a conoscersi e ad accettarsi nelle rispettive diversità, liberamente, per quello che si è. Nel dialogo si riconosce e si sviluppa una comunanza spirituale, che unifica e aiuta a promuovere i valori morali -i grandi valori morali - la giustizia, la libertà e la pace”.
“Il dialogo – ha sottolineato con forza Papa Francesco – è una scuola di umanità e un fattore di unità, che aiuta a costruire una società fondata sulla tolleranza e il mutuo rispetto”. Nello specifico quello tra le religioni “non può limitarsi solo a pochi, ai soli responsabili delle comunità religiose, ma dovrebbe estendersi quanto più è possibile a tutti i credenti, coinvolgendo le diverse sfere della società civile. E un’attenzione particolare meritano in tal senso i giovani, chiamati a costruire il futuro di questo Paese”.
Perché sia efficace il dialogo “presuppone una identità formata: senza identità formata, il dialogo è inutile o dannoso. Questo lo dico pensando ai giovani, ma vale per tutti. Vi assicuro che la Chiesa Cattolica continuerà a dare il suo pieno appoggio e ad assicurare la sua completa disponibilità. Siamo tutti consapevoli che c’è ancora tanta strada da percorrere. Non lasciamoci scoraggiare dalle difficoltà e continuiamo con perseveranza nel cammino del perdono e della riconciliazione”.
Guardiamo – ha infine auspicato Francesco - alle “lezioni della storia, evitiamo i rimpianti e le recriminazioni, ma lasciamoci purificare da Dio, che ci dona il presente e il futuro: Lui è il nostro futuro, Lui è la fonte ultima della pace. Questa città, che nel recente passato è tristemente diventata un simbolo della guerra e delle sue distruzioni, oggi questa Gerusalemme d’Europa può diventare nuovamente segno di unità, luogo in cui la diversità non rappresenti una minaccia, ma una ricchezza e un’opportunità per crescere insieme”.
La Bosnia-Erzegovina e Sarajevo possono “diventare un messaggio: attestare che è possibile vivere uno accanto all’altro, nella diversità ma nella comune umanità, costruendo insieme un futuro di pace e di fratellanza. Si può vivere facendo la pace!”.
Prima di salutare i presenti, il Papa ha invitato tutti a recitare all’Altissimo questa preghiera:
"Dio Onnipotente ed eterno,
Padre buono e misericordioso;
Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili;
Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe,
Re e Signore del passato, del presente e del futuro;
unico giudice di tutti gli uomini,
che ricompensi con la gloria eterna i tuoi fedeli!
Noi, discendenti di Abramo secondo la fede in Te, unico Dio,
ebrei, cristiani e musulmani,
umilmente siamo davanti a Te
e con fiducia Ti preghiamo
per questo Paese, la Bosnia ed Erzegovina,
affinché possano abitarvi in pace e armonia
uomini e donne credenti di diverse religioni, nazioni e culture.
Ti preghiamo, o Padre, perché ciò avvenga
in tutti i Paesi del mondo!
In ognuno di noi rafforza la fede e la speranza,
il rispetto reciproco e l’amore sincero
per tutti i nostri fratelli e sorelle.
Fa’ che, con coraggio, ci impegniamo
a costruire la giustizia sociale,
ad essere uomini di buona volontà,
pieni di comprensione reciproca e di perdono,
pazienti artigiani di dialogo e di pace.
Tutti i nostri pensieri, le parole e le opere
siano in armonia con la Tua santa volontà.
Tutto sia per Tuo onore e Tua gloria e per la nostra salvezza.
Lode e gloria eterna a Te, nostro Dio!
Amen".
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