Sarajevo, 05 June, 2015 / 10:00 AM
Indipendente dal 1992, nel pieno della sanguinosa guerra che ha sconvolto l’ex Federazione Jugoslava, la Bosnia-Erzegovina è una repubblica parlamentare federale composta dalla Federazione di Bosnia-Erzegovina, dalla Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina e dal Distretto Di Brcko.
A vigilare sulla Repubblica è chiamato, in base agli accordi di Dayton del 1995, un Alto Rappresentante che viene nominato dallo Steering Board del Peace Implementation Council, organismo che comprende 55 tra nazioni ed organizzazioni internazionali. La nomina per essere valida ha bisogno dell’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
La presidenza della Repubblica è assunta a rotazione da tre rappresentanti, eletti direttamente dal popolo, uno per etnia: croato, serbo e bosgnacco. Le elezioni si svolgono ogni due anni e il mandato ad personam è di otto mesi. Attualmente il trio presidenziale è composto dal croato Dragan Covic, dal serbo Mladen Ivanic e dal bosgnacco Bakir Izetbegovic.
Il sistema parlamentare è bicamerale. Consta della Camera dei Popoli, con 15 membri, e della Camera dei Rappresentanti, composta da 42 deputati.
Il governo è presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, nominato dalla presidenza, che deve ottenere la fiducia del Parlamento. I membri dell’esecutivo devono rappresentare tutte le etnie presenti nel Paese.
Dal 2007 sono in corso le trattative con l’Unione Europea per l’adesione della Bosnia-Erzegovina.
Quasi il 50% della popolazione è di religione islamica. Il restante 50% è cristiano, circa il 37% ortodosso e il 13% romano cattolico.
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