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Un servizio di EWTN News

Il Papa ai colombiani: "Siate fratelli e compagni di strada"

E’ il Parco Simon Bolivar di Bogotà ad ospitare la prima Messa in terra colombiana presieduta dal Papa. Una celebrazione eucaristica  votiva per la pace e la giustizia.

Commentando la predicazione sulle rive del mare di Galilea, Francesco sottolinea che “la Parola di Gesù ha qualcosa di speciale che non lascia indifferente nessuno; la sua Parola ha il potere di convertire i cuori, di cambiare piani e progetti. E’ una Parola confermata dall’azione, non sono conclusioni scritte a tavolino, espressioni fredde e staccate dal dolore della gente”.

Come nel resto del mondo anche in Colombia - rileva il Papa riprendendo il Vangelo - “ci sono fitte tenebre che minacciano e distruggono la vita: le tenebre dell’ingiustizia e dell’inequità sociale; le tenebre corruttrici degli interessi personali o di gruppo, che consumano in modo egoista e sfrenato ciò che è destinato al benessere di tutti; le tenebre del mancato rispetto per la vita umana che miete quotidianamente l’esistenza di tanti innocenti, il cui sangue grida al cielo; le tenebre della sete di vendetta e di odio che macchia di sangue umano le mani di coloro che si fanno giustizia da soli; le tenebre di coloro che si rendono insensibili di fronte al dolore di  tante vittime”. 

E’ Gesù che dissipa le tenebre. Senza di Lui non si può. E il Papa ricorda che anche la Colombia “conosce questa realtà, anche la Chiesa in Colombia ha fatto esperienza di impegni pastorali vani e infruttuosi, però come Pietro, siamo anche capaci di confidare nel Maestro, la cui Parola suscita fecondità persino là dove l’inospitalità delle tenebre umane rende infruttuosi tanti sforzi e fatiche”.

Gesù comanda a Pietro di gettare le reti, ma lo dice anche a noi. “Gettare le reti comporta responsabilità. A Bogotá e in Colombia si trova in cammino un’immensa comunità, che è chiamata a diventare una rete robusta che raccolga tutti nell’unità, lavorando per la difesa e la cura della vita umana, particolarmente quando è più fragile e vulnerabile: nel seno materno, nell’infanzia, nella vecchiaia, nelle condizioni di disabilità e nelle situazioni di emarginazione sociale. Anche le moltitudini che vivono a Bogotá e in Colombia possono diventare vere comunità vive, giuste e fraterne se ascoltano e accolgono la Parola di Dio. In queste moltitudini evangelizzate sorgeranno molti uomini e donne divenuti discepoli che, con cuore veramente libero, possano seguire Gesù; uomini e donne capaci di amare la vita in tutte le sue fasi, di rispettarla, di promuoverla”.

E’ arrivato il momento - sprona il Pontefice - di “considerarci fratelli, compagni di strada, soci di questa impresa comune che è la patria. Chiamare gli altri, tutti, perché nessuno rimanga in balìa delle tempeste; far entrare nella barca tutte le famiglie, santuario di vita; fare spazio al bene comune al di sopra degli interessi meschini o particolari, farsi carico dei più fragili promuovendo i loro diritti”.

“Come fece con Simone - conclude Papa Francesco - Gesù ci invita a prendere il largo, ci spinge a condividere il rischio, a lasciare i nostri egoismi e a seguirlo; ad abbandonare paure che non vengono da Dio, che ci paralizzano e ritardano l’urgenza di essere costruttori della pace, promotori della vita”.

Prima della Messa il Papa ha incontrato un gruppo di disabili che hanno partecipato all’incontro sulla difesa della vita svoltosi prima della celebrazione al Parco Bolivar.

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