Città del Vaticano , 02 August, 2017 / 9:50 AM
Riprendono le Udienze Generali di Papa Francesco dopo la pausa estiva. In Aula Paolo VI ( a Roma in questi giorni si sfiorano i 42 gradi ) il Pontefice argentino incontra nuovamente i fedeli per il consueto appuntamento del mercoledì e chiede: "Si sente il caldo?" Francesco riprende le catechesi parlando del Battesimo: “la porta della speranza”.
Il Papa inizia il suo discorso raccontando le antiche usanze dei credenti: “Ci fu un tempo in cui le chiese erano orientate verso est. Si entrava nell’edificio sacro da una porta aperta verso occidente e, camminando nella navata, ci si dirigeva verso oriente. Era un simbolo importante per l’uomo antico, un’allegoria che nel corso della storia è progressivamente decaduta, L’occidente è il punto cardinale del tramonto, dove muore la luce. L’oriente, invece, è il luogo dove le tenebre vengono vinte dalla prima luce dell’aurora e ci richiama il Cristo, Sole sorto dall’alto all’orizzonte del mondo”.
Tutto questo ora non c’è più . “ Abbiamo perso – continua il Papa argentino - la sensibilità al linguaggio del cosmo. Ci è rimasta naturalmente la professione di fede, fatta secondo l’interrogazione battesimale, che è propria della celebrazione di alcuni sacramenti. Essa rimane comunque intatta nel suo significato”. Ma che cosa vuol dire essere cristiani? Francesco lo spiega così: “Vuol dire guardare alla luce, continuare a fare la professione di fede nella luce, anche quando il mondo è avvolto dalla notte e dalle tenebre”.
Per Francesco i cristiani “non credono nell’oscurità, ma nel chiarore del giorno; non soccombono alla notte, ma sperano nell’aurora; non sono sconfitti dalla morte, ma anelano a risorgere; non sono piegati dal male, perché confidano sempre nelle infinite possibilità del bene”.
“La vita della Chiesa è contaminazione di luce!”, esclama il Papa.
Quanti di voi si ricordano la data del proprio Battesimo? Chiede Francesco. Pochissimi rispondono al Pontefice dall'Aula Nervi. E qui arriva il compito a casa per tutti: “ ricercartela e non dimenticatela più”.
Raccomanda Francesco: “L’esortazione più bella che possiamo rivolgerci a vicenda è quella di ricordarci sempre del nostro Battesimo. Noi siamo nati due volte: la prima alla vita naturale, la seconda, grazie all’incontro con Cristo, nel fonte battesimale.”
Conclude infine il Papa la sua catechesi: “Che grazia quando un cristiano diventa veramente un “cristo-foro”, vale a dire “portatore di Gesù” nel mondo! In futuro, quando si scriverà la storia dei nostri giorni, che si dirà di noi? Che siamo stati capaci di speranza, oppure che abbiamo messo la nostra luce sotto il moggio? Se saremo fedeli al nostro Battesimo, diffonderemo la luce della speranza di Dio e potremo trasmettere alle generazioni future ragioni di vita”.
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