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Vicariato di Roma. I predecessori di Angelo De Donatis

Il Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma è il primo collaboratore del Papa - in quanto Vescovo di Roma - nella cura pastorale della Chiesa nell’Urbe. La figura del Vicario ha riferimenti storici a partire dal XIII secolo e le sue funzioni sono state di tanto in tanto ridefinite dai diversi Pontefici. L’ultimo a mettere mano ai compiti del Vicario è stato Papa Giovanni Paolo II attraverso la Costituzione Apostolica Ecclesia in Urbe, pubblicata nel 1998.

Per consuetudine il Vicario è un Cardinale di Santa Romana Chiesa. Almeno fino ad Agostino Vallini, sostituito come noto dal Papa con Monsignor Angelo De Donatis. Per la porpora - ammesso che Francesco decida di imporla - il nuovo Vicario dovrà attendere non il prossimo concistoro di fine mese, dato che il Pontefice ha già reso noti i nomi dei nuovi porporati, ma in caso quello successivo.

Ripercorrere la storia dei Vicari di Roma da quando si hanno notizie ad oggi è una impresa praticamente impossibile. Per questo ci limiteremo al recente passato.

Dopo la presa di Roma e la fine dello Stato Pontificio - 1870 - Papa Pio IX nel 1876 nomina Vicario di Roma il Cardinale Raffaele Monaco La Valletta - noto per la sua amicizia con Bartolo Longo e devoto della Madonna di Pompei. Lasciò l’incarico nel 1884 quando Leone XIII lo nominò Segretario della allora Congregazione della Romana ed Universale Inquisizione.

Dal 1884 al 1899 il Vicariato fu guidato dal Cardinale mantovano Lucido Maria Parocchi: durante il suo mandato consacrò vescovo Monsignor Giuseppe Sarto, che - nel 1903 - sarebbe stato eletto Papa con il nome di Pio X.

Leone XIII scelse come successore del Cardinale Parocchi, il Cardinale Domenico Maria Jacobini. Il suo mandato è stato tra i più brevi: dal 14 dicembre 1899 al 1° febbraio 1900, giorno della sua morte.

Toccò allora al Cardinale Pietro Respighi, fino ad allora Arcivescovo di Ferrara. Rimase in carica fino al 1913. Tra il 1906 ed il 1907 fu anche Camerlengo del Collegio Cardinalizio. 

Pio X scelse come successore del Cardinale Respighi, il Cardinale Basilio Pompilij. Rimarrà al Laterano fino alla sua morte, avvenuta nel 1931. Nel corso del suo mandato ha ricoperto anche gli uffici di Camerlengo - tra il 1919 e il 1920 - e di Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, dal 1925 al 1931.

Per la carica di Vicario nel 1931 Papa Pio XI decise di puntare sul Cardinale romano Francesco Marchetti Selvaggiani, confermato vicario anche da Papa Pio XII - anch’egli romano. Il Cardinale Selvaggiani morì nel 1951. Nonostante fosse Cardinale Vicario ricoprì anche gli incarichi - tra gli altri - di Prefetto della Congregazione per il Cerimoniale, Segretario della Congregazione del Sant’Uffizio, Decano del Collegio Cardinalizio e Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano.

A succedere a Marchetti Selvaggiani è il Cardinale Clemente Micara, che resterà al Palazzo del Laterano fino alla sua morte, nel 1965. Giovanni XXII lo vuole anche Camerlengo di Santa Romana Chiesa tra il 1960 e il 1961. E’ stato anche - fino al 1953 - Prefetto della Congregazione dei Religiosi.

Nel 1965 è la volta del Cardinale Luigi Traglia, che lascia il Laterano nel 1968 per assumere l’incarico di Cancelliere di Santa Romana Chiesa.

Paolo VI nel 1968 nomina dunque il Cardinale Angelo Dall’Acqua: morirà a Lourdes nell’agosto 1972, colpito da un attacco di cuore.

Succede a Dall’Acqua l’Arcivescovo Vicegerente Ugo Poletti. Sarà Pro-Vicario - in quanto non ancora Cardinale - fino al 1973. Divenuto Cardinale assume il titolo di Cardinale Vicario e rimane in carica fino al 17 gennaio 1991.

Papa Giovanni Paolo II chiama al Laterano Monsignor Camillo Ruini, fino ad allora Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Anche Ruini sarà Pro-Vicario fino al giugno 1991 quando diventerà Cardinale. Lascia l’incarico nel giugno 2008. 

E siamo arrivati al recentissimo passato: Agostino Vallini, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, viene scelto quale Vicario da Papa Benedetto XVI. E’ confermato da Papa Francesco che lo ha prorogato per due anni oltre la scadenza temporale dei 75 anni. Ha lasciato pochi giorni fa. Adesso - come è noto - toccherà all’Arcivescovo Angelo De Donatis

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