Città del Vaticano , 22 May, 2017 / 5:06 PM
Comincia con un ringraziamento al Cardinale Angelo Bagnasco e finisce con un ironico “extra omnes” la parte pubblica dell’introduzione di Papa Francesco all’Assemblea Generale della CEI. Come di consueto, il Papa ha voluto rimanere da solo con i vescovi italiani, per un botta e risposta senza filtri.
Comincia così una assemblea che segna la fine della presidenza del Cardinale Angelo Bagnasco, per dieci anni alla guida dei vescovi italiani. Per la prima volta, i vescovi saranno chiamati a votare un possibile successore tra i vescovi residenziali. Da questo voto, si trarrà una terna di nomi da presentare al Papa, che però potrà scegliere anche arbitrariamente. Si tratta, in fondo, soprattutto di una indicazione al Pontefice, perché i vescovi italiani – fedeli al legame con Roma e all’idea che il Papa è il primate d’Italia – hanno sottolineato di preferire che sia il Papa a continuare a nominare il presidente.
Dopo la preghiera introduttiva, il Papa ringrazia il Cardinale “per il servizio di presidente, e per la pazienza che ha avuto con me. Non è facile lavorare con questo Papa. Ma posso dire che ci vogliamo bene”.
Papa Francesco sarà a Genova il prossimo 27 maggio, e scherza con il Cardinale: “Ora temo quanto mi farà pagare l’ingresso a Genova”.
Il Papa poi dice di aver scritto un intervento introduttivo, ma poi “leggendolo e rileggendolo” mi sono reso conto “che è più una meditazione”. E allora – conclude – “ho deciso di lasciare il testo a voi, perché lo portiate con voi e vi meditiate su. È un servizio”. Il testo della meditazione del Papa sarà consegnato alla fine della seduta.
Si tratta di un testo “fatto con la volontà di aiutare la Conferenza Episcopale ad andare avanti e a dare più frutti”.
E poi, il Papa chiede di avviare “un dialogo sincero”, come si è fatto negli altri anni, perché questo “ha fatto bene”. “Quando c’è dialogo – afferma – non si semina chiacchiericcio”. E per questo, il Papa si dice “disposto anche a sentire opinioni che non sono piacevoli, con libertà”, con uno spirito di servizio perché “una delle definizioni più belle del Papa è quella di servo di Dio”.
Prima di iniziare, Papa Francesco dà il benvenuto ai vescovi ordinati durante l’anno. “Lo scorso anno, l’ultimo ordinato era il vescovo Accrocca. Quest’anno chi è?”, chiede. Si alza il vescovo Giombanco, di Patti. È l’ultima battuta, prima che il Papa dica, sorridendo: “Ora, solennemente, extra omnes”.
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