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Misericordia e riconciliazione, la lettera del vescovo di Catanzaro per la Quaresima

"La coscienza morale di ciascuno di noi percepisce quasi epidermicamente che il Signore misericordioso ci ama come e più di una mamma; perciò vuole donarci, quando ci riconosciamo peccatori,le ricchezze della sua bontà, del suo perdono, della sua misericordia.
Sì, ci vuole trasfigurati, vuole che noi ritorniamo nella luminosità del Tabor, della Pasqua e dell’Ascensione, come allude la veste battesimale, che diversi tra noi non soltanto rammentano, ma conservano tra i ricordi più cari”.

E’ quanto scrive l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, nella sia lettera per la Quaresima dal titolo “Misericordia e Riconciliazione: piano di volo della Quaresima”  per aiutare i fedeli a vivere con impegno questo “tempo di  grazia”. Per il presule calabrese anche se si avverte spesso nella società attuale, soprattutto nel mondo dei giovani, la sete di libertà “non è libero chi sceglie il male.

Per mons. Bertolone, che guida anche la Conferenza Episcopale Calabra, “un atteggiamento di sola onnipotenza (ce la farò con le mie forze, dice lo stolto) svuoterebbe il genuino significato della Croce, su cui pende il Verbo fatto carne, con pericolosi esiti di ‘nichilismo cristiano’, in quanto minimizzerebbe il senso pieno della sofferenza e della morte assunte dal Figlio di Dio e di Maria. Sulla croce - ricorda - è appeso Gesù, che vuole una salvezza piena e vera di ogni peccatore, ma, in quanto Dio di tenerezza, egli si lascia ‘sconfiggere’, nella sua umanità, perfino nell’atto di redenzione, i cui segni e le cui ferite porterà anche da Risorto”.

Nella lunga lettera mons. Bertolone esorta la comunità a riassaporare la “medicina” della penitenza e del digiuno propri della tradizione della Chiesa cattolica, attivando “un percorso di conversione individuale e comunitario, in particolare celebrando spesso e con frutto il sacramento della Confessione Penitenza-Riconciliazione, riscoprendo anche il valore purificatorio ed espiatorio del sacramento eucaristico”.

E rivolgendosi ai sacerdoti chiede che fuori ogni Chiesa, “ci siano gli orari per la Riconciliazione del singolo penitente e, in questa Quaresima, per la Riconciliazione di più
penitenti con la confessione e l'assoluzione individuale! Il Rito liturgico della riconciliazione dev’essere frequente, stabile come la celebrazione della Messa. In questo Rito, il prete è la guida per il discernimento delle azioni e delle omissioni.

L’intento del discernimento - spiega mons. Bertolone - sta nel trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti, o anche nell’assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano, anche quando egli si è imbarcato in situazioni tortuose, irregolari, scandalose, immorali, illegali”.

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