Le diocesi italiane riprendono il ritmo dopo il periodo estivo. In questi giorni sono in programma i convegni ecclesiali diocesani e alcuni vescovi hanno consegnato ai fedeli la lettera per l’inizio del nuovo anno pastorale.
I cattolici in Russia sono chiamati ad una “missione creativa”, specialmente in questi “tempi difficili”, perché è sbagliato restare semplicemente in un “atteggiamento di attesa verso il mondo estero”. L’arcivescovo Paolo Pezzi della Gran Madre di Dio di Mosca e il suo ausiliare Nikolaj Dubinin hanno inviato, lo scorso 12 settembre, una lettera pastorale ai credenti della loro diocesi e di tutta la Russia.
“In questi giorni ho visto realizzarsi le parole del profeta Ezechiele. Invitato da un gruppo di giovani protagonisti dell’iniziativa diocesana ‘Passi di prossimità’, ho condiviso con loro alcune ore a servizio di persone afflitte dal disagio psichico.
“In questo tempo di Chiesa così tribolato ed anche spaventato, la grande tentazione è di contare solo sulle nostre forze e perciò, al massimo, di sperare di sopravvivere al Covid19. Una speranza così piccola però potrebbe ammalare non solo i singoli, ma anche la nostra intera Chiesa diocesana”: così inizia la nuova lettera pastorale di mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, intitolata ‘Per una Chiesa viva e non sopravvissuta’, incentrata sulla speranza cristiana.
Due immagini si inseguono nella Lettera pastorale ‘Non temete, io sono con voi’ dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia: i discepoli che sulla strada di Emmaus incontrano il Risorto, e la paura sul volto di Pietro quando si sente sprofondare nelle acque del lago. La Lettera è un vademecum per le due comunità diocesane di Torino e Susa nell’anno pastorale iniziato, perché l’esperienza dei due discepoli offre spunti interessanti per la ‘nostra’ vita quotidiana.
“Ciò che la fede cristiana anche oggi è chiamata a dare, insieme a un sentimento accresciuto di fraternità e di solidarietà specialmente verso i più fragili, è indicare un orientamento e trasmettere un senso che aiuti a capire e ad indirizzare il corso degli eventi.
"Vi scrivo a poche settimane dal mio insediamento a Genova per rinnovare il desiderio di essere tra voi padre e fratello". E' l'incipit della prima lettera pastorale ai fedeli di Genova inviata dal nuovo Arcivescovo Monsignor Marco Tasca.
“Probabilmente c’è una parola che tutti non vogliamo più sentire: coronavirus. In queste settimane e mesi la vita sociale, culturale, economica, scolastica, musicale, sportiva e pubblica è stata molto limitata. Annullato, non possibile, non ha luogo, chiuso, rinviato: è il tenore di molte informazioni o colloqui di questi tempi. Anche la vita ecclesiale e pastorale ne è molto colpita. Dal 9 marzo le sante messe non possono più essere celebrate con il concorso di popolo, riunioni e pianificazioni sono ridotte al minimo. Abbiamo dovuto celebrare la Pasqua, il culmine dell’anno liturgico, in una maniera inedita. Le celebrazioni della prima comunione sono state rinviate, tanti matrimoni sono stati posticipati. Per molte persone è particolarmente doloroso e gravoso affrontare le nuove modalità di celebrazione dei funerali in queste settimane. Anche la processione di San Cassiano, che dal 1703 si snoda lungo le strade della città vescovile di Bressanone, deve essere annullata. Era accaduto l’ultima volta 75 anni fa, nel 1945, alla fine della guerra”. Lo scrive, non senza amarezza, Monsignor Ivo Muser – Vescovo di Bolzano-Bressanone – nella lettera pastorale alla comunità diocesana, in occasione della festa patronale dei Santi Cassiano e Vigilio che si è celebrata ieri, 26 aprile.
Dopo le proteste contro il governo iracheno e le conseguenti violenze di cui ha parlato anche il Papa nell’ultima udienza generale, interviene attraverso una lettera pastorale anche il Cardinale Louis Raphael I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei.
“La tragedia del crollo del ponte sul Polcevera ha lasciato sbalorditi e ha ferito tutti: non possiamo tacerlo. Nei giorni della catastrofe, che ha impressionato il mondo, Genova ha reagito con compattezza: subito! Ha sprigionato le migliori energie con generosità grande ma non insolita: ha dato prova di sé, della sua anima, che custodisce con un riserbo che a volte può apparire distacco. Siamo fatti così. Genova infatti è una città di cuore in ogni senso: solo, vuole sapere dove vanno a finire risorse ed energie. E questo è saggio”. Lo scrive il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, nella lettera pastorale indirizzata alla città e alla diocesi.
Ad un anno dal sisma le Marche si sono messe definitivamente alle spalle la fase dell’emergenza, costata finora circa € 184.000.000, e guardano all’impegno per la ricostruzione con un piano di investimenti stimato al momento di poco superiore al miliardo di euro, che riguarda circa un terzo della superficie della regione, 87 Comuni dentro il cratere e altri 90 che hanno fatto segnalazione di danni. L’area del cratere, al confine tra le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, è quella appenninica dei Sibillini, dove l’economia vive dell’artigianato di qualità, del piccolo commercio, degli allevamenti di bestiame e delle colture di zafferano al servizio delle aziende agroalimentari, del turismo legato alla sostenibilità ambientale.
“Annunciatelo dai tetti! (Mt 10,27) è un comando di Gesù e sgorga dal Suo desiderio di diffondere nel mondo la Sua Parola, la Sua esperienza del vero Dio, che è Padre misericordioso. Annunciatelo dai tetti: che Dio ci ama, che Dio è presente ed attivo nel mondo. Che Dio non lascia cadere neppure un passerotto e quindi con quanta maggior tenerezza ha cura di ogni uomo. All’uomo indifferente, oppure travolto dal caos della vita, Gesù annuncia il volto di un Dio che cammina con noi, questo è il messaggio da Evangelizzare, il contenuto fondamentale della Catechesi cristiana.
“I giovani sono stanchi di sentirsi ripetere le stesse promesse. E intanto continuano a fuggire dalla Calabria”: così Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, nel suo messaggio quaresimale invita all’ascolto, rivolgendosi a chi guida la Regione Calabria, la Città metropolitana di Reggio Calabria e i Comuni, affinché facciano lo ‘sforzo di prospettare soluzioni credibili al problema del lavoro’.
Mons. Pietro Orazi, direttore della Caritas diocesana, presenta in una lettera, che contiene anche la benedizione dell’Arcivescovo diocesano, mons. Luigi Conti, i progetti della Quaresima di carità: una raccolta dei risparmi finalizzata alla ricostruzione delle comunità, attraverso il sostegno alle attività produttive e la costruzione di strutture di servizio.
Dalla diocesi di Ascoli Piceno mons. Giovanni D’Ercole invita la popolazione a riconoscersi figli di Dio per non diventare orfani e lo fa ripercorrendo le letture del tempo ordinario, tra il Natale e la Quaresima, per una preparazione al tempo pasquale: “La parola di Dio in queste domeniche ci ha portato a meditare sulle Beatitudini, che sono la proposta evangelica per ogni discepolo del Signore.
"La coscienza morale di ciascuno di noi percepisce quasi epidermicamente che il Signore misericordioso ci ama come e più di una mamma; perciò vuole donarci, quando ci riconosciamo peccatori,le ricchezze della sua bontà, del suo perdono, della sua misericordia.
Mettersi ‘in movimento creativo’ sognando per la Chiesa di Mileto-Nicotera-Tropea “un percorso storico concreto di ‘stile’ e di ‘pratica’ di una sinodalità che ci aiuti tutti a vivere sulla scia di una Chiesa ‘in uscita’ senza rimpianti, pronta a inforcare occhiali capaci di cogliere e di comprendere la realtà e, quindi, disponibile a misurarsi e a muoversi su orientamenti pastorali di frontiera mirati a rendere più giusta e fraterna la comunità degli uomini e delle donne di questa nostra porzione di Chiesa”.
Si intitola ‘L’atto di fede’, ispirandosi all’omonimo quadro di Magritte, la lettera pastorale del vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, partendo dall’esperienza del terremoto.
L’arcivescovo dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, Luigi Moretti ha scritto ai fedeli una lettera, prendendo spunto dall’esortazione apostolica di papa Francesco ‘Amoris Laetitia’, partendo dalla consapevolezza delle difficoltà nelle quali naviga la famiglia: ‘L’Amore si è fatto carne’, in quanto esse non sono insuperabili.
All’inizio della lettera pastorale per l’anno 2016/2017 ‘E’ il Signore che costruisce la casa. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare’, l’arcivescovo di Modena-Nonantola, mons. Erio Castellucci, motiva la scelta del titolo: “Questa Lettera Pastorale è il frutto dell’esperienza e della riflessione di tante persone: singoli, famiglie e gruppi, che in diocesi, nelle parrocchie e nelle case hanno offerto il loro contributo.