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Un servizio di EWTN News

Cei, Italia e non solo. La foto a 360° del card. Bagnasco

Dopo l’intervento inaugurale di Papa Francesco, ieri pomeriggio, i lavori della 68^ Assemblea Generale della Cei sono proseguiti questa mattina con la prolusione del Cardinale Presidente, Angelo Bagnasco.

Il porporato ha elencato gli appuntamenti che vedono coinvolta, o che a breve lo vedranno, la Chiesa Italiana: dall’Anno Santo – “dono del Papa alla Chiesa” – all’ostensione della Sindone, dall’Anno della Vita Consacrata al Sinodo fino al Convegno Ecclesiale Nazionale.

Partendo dal ricordo del terremoto in Nepal, il Cardinale Bagnasco è poi tornato sul “primo genocidio del ventesimo secolo” – quello armeno – “che a fatica il mondo occidentale sta riconoscendo”. Questo ricordo – ha aggiunto “va ad aggiungersi alla continua persecuzione dei cristiani in diverse parti del mondo: non accada che subentri l’abitudine e quindi l’indifferenza davanti al persistere di tanta brutalità omicida, travestita di religione. Spegnere i riflettori e stare in silenzio, lasciando che la carneficina continui, sarebbe diventarne conniventi, colpevoli di fronte al tribunale di Dio e della storia. Sarebbe l’ennesima prova della cattiva coscienza dei potenti. Le nostre Chiese si uniranno in una grande preghiera sabato prossimo, 23 maggio, vigilia di Pentecoste: nel vincolo delle anime ci troveremo uniti e inchinati davanti al martiro di tanti fratelli e sorelle di fede. Alcune Agenzie internazionali affermano, dati alla mano, che il 2014 è l’anno con il più alto livello di persecuzione globale dei cristiani dell’era moderna”. “Le soluzioni – ha aggiunto Bagnasco – non sono semplici, ma pensiamo che la diplomazia possa fare molto di più, se le Cancellerie lo permetteranno: isolare dovrebbe essere la parola d’ordine. In primo luogo isolare il fanatismo omicida dell’Isis e similari sul piano dell’opinione pubblica mondiale con una reiterata condanna: nessuno giustifichi con le parole o con il silenzio! In secondo luogo, troncare ogni rapporto economico o geopolitico pubblico e, soprattutto, segreto: nessuno commerci con la vita umana! Se i Governi del mondo non avranno questa volontà e non decideranno di conseguenza, la diplomazia avrà sempre poco respiro”.

L’Arcivescovo di Genova si è poi soffermato su una istantanea del nostro Paese. “La preoccupazione fondamentale della gente – ha scandito - resta l’occupazione: i segnali di ripresa sembrano essere reali nella macroeconomia, ma la disoccupazione resta la piaga del nostro tempo”. “Non si deve radicare in nessuno, a cominciare dai più giovani, il sentimento della sfiducia e della rassegnazione. Sullo sviluppo, sulla continua e veloce innovazione, è necessario che il politici concentrino tutte le loro energie e il loro tempo: di questo dovranno rendere conto severo ai cittadini che li hanno eletti”.

Affrontando il capitolo migranti Bagnasco ha espresso dolore “per la tragedia senza fine di tanta povera gente costretta a trasformare la vita in una fuga verso l’ignoto. Pensiamo con orrore agli scafisti, criminali dell’umanità, disposti a uccidere con lucida e cinica programmazione. Il nostro Paese ha fatto non poco attraverso le sue istituzioni. È evidente che l’accoglienza umanitaria vada sempre accompagnata dalla legalità e dalla sicurezza di tutti; ed è evidente che all’accoglienza deve corrispondere coscienza e disponibilità”. Dal Cardinale bacchettata all’Europa rea di aver messo sul piatto risorse insufficienti per affrontare l’emergenza.

Il pensiero del Presidente della Cei si è poi esteso ai giovani, che subiscono spesso piaghe quali alcol e gioco d’azzardo.  “Entra così in campo – ha detto il porporato – la scuola, istituzione che ha il compito di affiancare i genitori nell’arduo e affascinante compito educativo. Con il Papa diciamo no ad una scuola dell’indottrinamento, della colonizzazione  ideologica. Diciamo sì alla scuola libera, libera non perché sganciata dal sistema scolastico nazionale, ma perché scelta dai genitori, primi e insostituibili educatori dei loro figli”. Il Cardinale boccia poi “l’insegnamento della parità di genere in tutti gli istituti. Una simile previsione sembra rappresentare l’ennesimo esempio di quella che Papa Francesco ha definito “colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che non ha niente a che fare col popolo; con gruppi del popolo sì, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Educare al rispetto di tutti, alla non discriminazione e al superamento di ogni forma di bullismo e di omofobia, è doveroso. Ma l’educazione alla parità di genere mira in realtà ad introdurre nelle scuole quella teoria in base alla quale la femminilità e la mascolinità non sarebbero determinate fondamentalmente dal sesso, ma dalla cultura”.

Infine, ma non ultimo per importanza, il tema della famiglia. Ribadita la contrarietà a unioni civili, convivenze e divorzio breve, il Cardinale Bagnasco ha ricordato – citando il Papa – che  “la famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita”. 

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