Spoleto, 28 January, 2017 / 3:00 PM
I laboratori dei Musei Vaticani restaureranno gratuitamente alcune opere d’arte dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia ferite dai terremoti che dal 24 agosto scorso hanno sconvolto la vita di moltissime persone in Valnerina e nella Valle spoletina.
La nuova direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, accompagnata da monsignor Paolo Nicolini delegato per i settori amministrativo-gestionali e da due restauratori, si è recata presso il deposito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali a S. Chiodo di Spoleto dove sono ricoverate le opere prelevate dalle varie chiese e dai musei delle zone colpite dal sisma. La Jatta è stata accolta dalla Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria Marica Mercalli e dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo.
Insieme, cosi riferisce un comunicato ufficiale della diocesi Spoleto-Norcia, hanno scelto otto pezzi, tra cui il crocefisso della chiesa di Castelluccio e il pinnacolo con la croce della Basilica di S. Benedetto, che, una volta recuperati al loro antico splendore, andranno a comporre presso la Rocca Albornoziana di Spoleto una mostra con altri pezzi d’arte terremotati e restaurati dall’Istituto centrale di Roma e dall’Opificio delle pietre dure di Firenze.
“Vorrei ancora una volta – afferma l’Arcivescovo – ringraziare Papa Francesco e, insieme a lui, il Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano card. Giuseppe Bertello che hanno autorizzato l’impegno dei Musei in questa grande opera”. Impegno comunque che andrà ben aldilà dell’immediato restauro di queste otto opere per la mostra alla Rocca Albornoziana: già c’è un accordo con l’arcivescovo Boccardo e la sovrintendete Mercalli per il restauro del Cristo di Nicola d’Ulisse dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci, ora esposto a Siena nella mostra “La bellezza ferita”. Diversi pezzi di questa opera furono prelevati proprio dai restauratori dei Musei Vaticani lo scorso mese di novembre: “Per essa – affermano – sentiamo un “affetto” particolare”.
“Questa esposizione è un segno di speranza importante: accanto alle persone, che gradualmente stanno cercando di tornare ad una vita più o meno normale, anche i tesori della fede rinascono”, si legge ancora nello stesso comunicato.
Inoltre, a quasi cinque mesi dalle prime e violente scosse di fine agosto 2016 che hanno duramente segnato le comunità provocando 299 vittime, prosegue ininterrotto il lavoro di accompagnamento e sostegno costante garantito da Caritas Italiana a tutte le Chiese locali coinvolte.
Tutte le caritas diocesane impegnate nei territori hanno fin dai primi giorni garantito azioni di ascolto con particolare attenzione alla fasce più deboli, accompagnamento religioso, accanto a interventi diretti con risposte ai bisogni primari, contributi al reddito, fornitura diretta di beni per sostenere le famiglie che hanno deciso di non lasciare quei territori.
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