Lahore, 25 January, 2017 / 9:00 AM
Si chiama Akash Bashir, ed è un giovane che ha sacrificato la sua vita per evitare un massacro di fedeli riuniti nella Chiesa cattolica Saint John di Lahore, in Pakistan. Uno dei tanti martiri dei nostri tempi, che potrebbe diventare beato. Il vicario generale dell’arcidiocesi ha infatti sollecitato l’apertura della causa di beatificazione per martirio.
Lahore è l’arcidiocesi cattolica più grande del Pakistan, e conta 450 mila cattolici. Ma la città che dà il nome all’arcidiocesi è anche tristemente conosciuta per essere stata la sede di vari attacchi: l’attentato della Pasqua 2016, con un bilancio di 78 vittime e 300 feriti, in maggioranza cristiano; o come il doppio attentato del 15 marzo 2015, contro una Chiesa protestante e allo stesso tempo contro una zona cattolica di Youhannabad. E fu proprio in questa occasione che il giovane Akash sacrificò la sua vita.
Youhannabad è la sede della comunità cristiana più grande del Pakistan ed è proprio che c’è la chiesa St. John. È stato il parroco di St. John, padre Francis Guizar, ad inviare all’arcivescovo Shaw una lettera che chiedeva ufficialmente di iniziare la causa di beatificazione di Akash.
Si legge nella lettera: “Io sono stato testimone del tragico attacco suicida nella mia parrocchia, mentre celebravo la Messa, cui partecipavano più di 2500 fedeli”.
L’attacco è avvenuto il 15 marzo 2015, e Bashir, che aveva 18 anni, era incaricato di vigilare sulla sicurezza all’entrata della chiesa. “Con gran valore – si legge nella lettera – si mise dietro i kamikaze, anche quando uno di loro gli mostrò una giacchetta piena di esplosivo, pretendendo che Akash lo facesse passare”.
Ma Akash – si legge ancora nella lettera – “aveva un amore grande per la sua Chiesa” e “non pensò a salvare la propria vita”, ma trattenne il kamikaze e non lo fece passare finché il terrorista non decise di farsi saltare in aria. Akash morì in quel momento, però salvò molti fedeli con il suo valoroso atto d’amore.
L’attacco suicida portò alla morte di 20 persone e al ferimento di 80 persone, ma i morti sarebbero stati molti di più se il giovane Akas non avesse trattenuto gli attentatori.
Arriva dunque a Roma la richiesta di procedere alla causa di beatificazione per martirio. Potrebbe essere un segnale forte per la comunità pakistana.
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