Carpi, 08 January, 2017 / 10:00 AM
In quel tempo Gesù andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Così racconta il testo evangelico di questa domenica. Vogliamo chiederci innanzitutto che caratteristiche aveva il Battesimo di Giovanni. Era un battesimo di penitenza. La persona che accettava di farsi battezzate da Giovani manifestava pubblicamente la sua decisione di seguire la Parola di Dio e quindi di inserirsi in un cammino di vita nuova, cioè di conversione.
Per quale ragione, allora, Gesù si reca da Giovanni per farsi battezzare dal momento che egli, in quanto Dio, non conosce alcun peccato, e quindi non necessita di cambiare vita? Anzi, Cristo è venuto nel mondo proprio per liberare l’uomo dal male - il peccato - che conduce alla morte morale, spirituale ed eterna. Questa riflessione ci aiuta a comprendere lo stupore e lo sconcerto di Giovanni che quando vede comparire davanti a sé Gesù esclama: Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu viene a me? E cerca di impedirgli di farsi battezzare.
Cristo, sottoponendosi al battesimo di Giovanni, manifesta la sua volontà di volere condividere in tutto la nostra condizione umana. Sono da intendersi in questo modo le parole, un po’ enigmatiche, che Gesù rivolge al Battista: Lascia fare per ora, perché conviene che così adempiamo ogni giustizia. Queste poche parole - le prime che Gesù pronuncia - definiscono il suo atteggiamento verso l’uomo. Egli è venuto a rivelare il progetto di salvezza del Padre a favore di ogni uomo, che si realizza nel condividere, senza se e senza, la nostra realtà, fino alla morte, per riscattarla. Il Figlio di Dio, diventato uomo come noi, non distingue più Se stesso da noi peccatori.
Inoltre, l’evangelista Matteo sottolinea che “Appena battezzato”, cioè dopo avere compiuto il gesto che anticipa la sua morte, si aprirono i cieli. I cieli rappresentano la dimora di Dio. Nell’Antico Testamento troviamo un bellissimo testo, che appartiene al Salmo 63, nel quale viene innalzata una supplica al Signore perché riapra il cielo, si manifesti e discenda in mezzo al popolo per ricondurlo alla libertà. Il significato dell’episodio diventa, dunque, chiaro. Il silenzio di Dio è finalmente finito. Con la venuta di Cristo inizia il tempo nel quale Dio si dona agli uomini, torna a parlare e dialogo con essi come ad amici, per convincerli del suo amore e indicargli la via della Vita.
Ecco la ragione per la quale Dio, il Padre, presenta Gesù con queste parole: Questi è il figlio mio, il Diletto. Dio non si rivolge a Gesù, ma agli uomini e li invita a riconoscere in Lui il Figlio di Dio, perché chi ascolta Lui ascolta il Padre.
Celebrando il Battesimo del Signore, noi contempliamo, in germe, l’opera della nostra salvezza, che raggiunge la nostra vita attraverso il sacramento del Battesimo, istituito da Gesù stesso. Vogliamo, quindi, oggi fare memoria del nostro battesimo, il giorno più importante della nostra vita perché con esso siamo stati liberati dal peccato originale e diventati figli di Dio. Per noi, quindi, si è aperta la parta del cielo. Nel giorno del Battesimo a ognuno di noi Dio ha ripetuto: Tu sei mio figlio Diletto.
Concludiamo la nostra riflessione con le parole di un grande Papa, San Leone Magno: Con il sacramento del Battesimo sei divenuto tempio dello Spirito Santo, perciò non devi mai scacciare da te un ospite così grande con le tue azioni cattive, né sottometterti di nuovo ala schiavitù del demonio, perché prezzo del tuo riscatto è il sangue di Cristo (Omelia, XXI, 3)
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