Città del Vaticano , 21 December, 2016 / 10:55 AM
La Repubblica Democratica del Congo al centro dei pensieri di Papa Francesco. Le violenze che sono scoppiate nel Paese allo scadere del mandato del presidente Joseph Kabila, e rischiano di tramutarsi in una nuova guerra civile. Per questo, Papa Francesco ha rivolto un appello per la riconciliazione nella nazione, chiedendo che “coloro che hanno responsabilità politiche ascoltino la voce della propria coscienza, sappiano vedere le crudeli sofferenze dei loro connazionali e abbiano a cuore il bene comune”.
Gli scontri nel Paese sono iniziati a metà novembre, ma dal 19 dicembre, giorno della scadenza del mandato del presidente Kabila, si teme una ulteriore esplosione delle violenze. Sebbene il mandato sia scaduto, infatti, le elezioni presidenziali sono state rinviate al 2018 per una presunta mancanza di fondi. Una decisione inaccettabile per molti nel Paese. Appena ieri è stata attaccata una prigione da parte di alcuni miliziani, e gli scorsi giorni gli scontri hanno registrato i primi morti.
Per questo, Papa Francesco ha ritenuto opportuno rinnoveare l’appello per la riconcilazione già lanciato durante l’Angelus dello scorso 18 dicembre. “Alla luce di un recente incontro che ho avuto con il Presidente e il Vice-Presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo – ha detto il Papa - rivolgo nuovamente un accorato appello a tutti i congolesi perché, in questo delicato momento della loro storia, siano artefici di riconciliazione e di pace. Coloro che hanno responsabilità politiche ascoltino la voce della propria coscienza, sappiano vedere le crudeli sofferenze dei loro connazionali e abbiano a cuore il bene comune”.
L’arcivescovo Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani, e l’arcivescovo di Mbandaka-Bikoro, presidente e vicepresidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo, sono stati a colloquio con Papa Francesco lo scorso 19 dicembre.
I vescovi stanno portando avanti la mediazione, e hanno da parte loro lanciato un appello a governo e opposizione perché proseguano il dialogo e trovino “una soluzione alla crisi politica”. Le trattative dovrebbero riprendere il 21 dicembre.
L’opposizione chiede garanzie che Kabila – che è stato a sua volta in visita da Papa Francesco lo scorso 26 settembre – non utilizzi questo tempo per avere un terzo mandato alla presidenza, e sottolinea le “profonde divergenze” sulle modifiche alla Corte Costituzionale che permetterebbero la rielezione del presidente. La proposta è di tenere le elezioni entro il 2017.
Le presidenziali sono state infatti rimandate fino almeno all'aprile 2018 a causa delle difficoltà logistiche e finanziarie di organizzare le votazioni e alcuni dei leader dell’opposizione hanno avvallato la decisione di Kabila di rimanere in carica fino ad allora. Anche la Corte costituzionale ha stabilito che il presidente può prolungare il proprio mandato.
Per ora, il governo in Congo ha vietato le proteste in città. In realtà, c’è da notare che il Paese non ha mai vissuto una transizione potere pacifica dall’indipendenza, ottenuta nel 1960.
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