Città del Vaticano , 21 December, 2016 / 10:45 AM
Il Natale di Gesù, sorgente della speranza. Su questo tema Papa Francesco incentra la meditazione della sua catechesi durante l’Udienza Generale in Aula Paolo VI. Mancano davvero pochi giorni al Natale, al momento in cui “la speranza è entrata nel mondo”. E per prepararci al meglio a questa festa, il Papa suggerisce di contemplare il presepe.
Francesco inizia la catechesi riprendendo un passo di Isaia: “Ecco la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio, a lui sarà dato il nome di Emmanuele”. “In questi brani – afferma il Papa - traspare il senso del Natale: Dio adempie la promessa facendosi uomo; non abbandona il suo popolo, si avvicina fino a spogliarsi della sua divinità. In tal modo Dio dimostra la sua fedeltà e inaugura un Regno nuovo, che dona una nuova speranza all’umanità: la vita eterna”.
Speranza. Francesco prova durante l’Udienza a dare un significato a questa parola: “Quando si parla di speranza, spesso ci si riferisce a ciò che non è in potere dell’uomo e che non è visibile. In effetti, ciò che speriamo va oltre le nostre forze e il nostro sguardo. Ma il Natale di Cristo, inaugurando la redenzione, ci parla di una speranza diversa, una speranza affidabile, visibile e comprensibile, perché fondata su Dio”.
Per Papa Francesco è anche il “presepe” che riesce a “trasmettere speranza”. Inizia a parlare di Betlemme: “Piccolo borgo della Giudea dove mille anni prima era nato Davide, il pastorello eletto da Dio come re d’Israele. Betlemme non è una capitale, e per questo è preferita dalla provvidenza divina, che ama agire attraverso i piccoli e gli umili. In quel luogo nasce il “figlio di Davide” tanto atteso, Gesù, nel quale la speranza di Dio e la speranza dell’uomo si incontrano”.
Poi Maria, “Madre della Speranza”. “Con il suo “sì” – spiega Francesco - ha aperto a Dio la porta del nostro mondo: il suo cuore di ragazza era pieno di speranza, tutta animata dalla fede; e così Dio l’ha prescelta e lei ha creduto alla sua parola. Colei che per nove mesi è stata l’arca della nuova ed eterna Alleanza, nella grotta contempla il Bambino e vede in Lui l’amore di Dio, che viene a salvare il suo popolo e l’intera umanità”.
Accanto a Maria, Giuseppe: “In quel nome - continua il Pontefice - c’è la speranza per ogni uomo, perché mediante quel figlio di donna, Dio salverà l’umanità dalla morte e dal peccato”.
“E’ importante fermarsi e guardare il presepe”, raccomanda Francesco.
Poi i pastori, che “rappresentano gli umili e i poveri che aspettavano il Messia” e infine il coro degli angeli che “annuncia dall’alto il grande disegno che quel Bambino realizza”. Perché, conclude Francesco, è “contemplando il presepe che ci prepariamo al Natale del Signore”.
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