Città del Vaticano , 12 December, 2016 / 4:00 PM
È morto in Laos a soli 27 anni, insieme ad un catechista laotiano, ed è l’ennesimo martire che viene dal Trentino. Ma Mario Borzaga, sacerdote di Gorizia, andato in Asia a dare la sua vita per Cristo, può anche rappresentare una apertura. Una parte di quella diplomazia dei santi che potrebbe essere la strada per aprire contatti con il Laos, ma anche con la Corea del Nord. Due Paesi isolati, senza relazioni con il Vaticano, ma nei quali sono già stati riconosciuti dei martiri.
La cerimonia di beatificazione si è tenuta l’11 dicembre a Vientiane, capitale del Laos, e già a Trento si prepara una grande festa diocesana per il prossimo 30 aprile.
Sono stati i missionari oblati nel 1977 ad avviare l’iter per la causa di beatificazione di Don Mario Borzaga, morto insieme al catechista Paolo Thoj Xyooj, suo giovane collaboratore. La causa di beatificazione ordinaria è stata però portata avanti dalla diocesi di Trento, su sollecitazione dell’arcivescovo emerito Luigi Bressan, una lunga carriera diplomatica alle spalle con anche una esperienza come Delegato Apostolico in Laos.
Il martirio è stato riconosciuto il 5 maggio 2015, e Papa Francesco ha decretato la beatificazione di padre Borzaga e di altri 15 martiri, tra sacerdoti e laici laotiani e altri missionari francesi degli Oblati di Maria Immacolata e della Società per le Missioni Estere di Parigi.
Ma chi era padre Borzaga? Nato a Trento il 27 agosto del 1932, entrato in seminario a 11 anni, in una situazione difficile per via della guerra, sfollato per due anni prima di tornare a Trento. Sin dagli anni del Liceo, sente la vocazione di diventare missionario, e per questo sceglie gli Oblati di Maria Immacolata. Sacerdote dal 1957 e chiede subito di poter partire per il Laos. Gli viene concesso, e la prima destinazione è Paksane, quindi viene inviato a Kiuchatian. Studia la lingua locale, e poi anche i dialetti, cerca di entrare nella cultura del posto, e diventa ufficialmente parroco di quella piccola comunità di cristiani a partire dall’8 dicembre 1959.
Celebra la sua ultima messa Kiuchatian il 24 aprile 1960. È una domenica in albis, e il giorno dopo parte con il catechista Paolo per uno dei suoi viaeggi missionari. Non tornerà più, e i corpi dei due non saranno mai ritrovati. I particolari attendibili dell’uccisione sua e del suo catechista saranno trovate solo di recente.
Lascia una grande testimonianza, e una serie di scritti, tra cui il “Diario di un uomo felice”, che racconta la sua via interiore, il suo camminare deciso e sicuro verso la vetta del Calvario con animo gioioso. Il suo obiettivo, scrive, è quello di scoprire e far vivere il segreto della “gioia che trabocca dalla croce”.
Lucia Borzaga, sorella di padre Mario, ha 80 anni ed è l’unica dei quattro figli della famiglia ancora in vita. “Finalmente – ha dichiarato - un punto fermo! Sono felice. Una notizia che attendevamo da tempo. Temevo di non poter arrivare a vedere riconosciuto quanto la pur breve vita di mio fratello fosse stata straordinaria. Dio mi ha concesso questo dono. Grazie a coloro che hanno lavorato con me per la beatificazione”.
E chissà che attraverso questa beatificazione non si creino nuovi rapporti anche con il governo laotiano. Magari la diplomazia dei martiri sarà la chiave per stringere nuovi rapporti diplomatici.
Tutto lo lascia sperare. Al termine della Messa, officiata dal Cardinale filippino Quevedo, anche lui Oblato di Maria Immacolata, l'arcivescovo Paul Tschan In-Nam, nunzio apostolico a Bangkok e delegato apostlico in Myanmar e Laos, ha espresso i suoi ringraziamenti e pronunciato l'auspicio delle piene relazioni diplomatiche.
I cattolici in Laos sono 60 mila, e rappresentano l'1 per cento della popolazione. Sono serviti da 20 preti, distribuiti su quattro vicariati apostolici. Lo scorso settembre ci sono tre ordinazioni sacerdotali.
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