Città del Vaticano , 15 November, 2016 / 12:15 AM
I cambiamenti climatici ancora una volta al centro delle preoccupazioni del Papa. Francesco infatti stamane ha inviato un messaggio al Ministro degli Esteri marocchino, Presidente della XXII Sessione della Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici che si sta svolgendo a Marrakesh.
"L’attuale situazione di degrado ambientale, fortemente connesso con il degrado umano, etico e sociale - osserva il Pontefice - interroga tutti noi e ci porta ad essere qui riuniti con un rinnovato senso di consapevolezza e di responsabilità". Per Francesco l'Accordo di Parigi sul clima è "una forte presa di coscienza che, di fronte a tematiche così complesse come il cambiamento climatico, l’azione individuale e/o nazionale non è sufficiente, ma è necessario attuare una risposta collettiva responsabile". Questa Conferenza - aggiunge il Papa - "rappresenta una tappa centrale di questo percorso. Esso incide su tutta l’umanità, in particolare sui più poveri e sulle generazioni future, che rappresentano la componente più vulnerabile dal preoccupante impatto dei cambiamenti climatici e ci richiama alla grave responsabilità etica e morale di agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolaristici".
Tra i contributi positivi all'Accordo di Parigi - osserva ancora Papa Francesco - vi "è quello di stimolare a promuovere strategie di sviluppo nazionali e internazionali basate su una qualità ambientale che potremmo definire solidale; esso incoraggia alla solidarietà nei confronti delle popolazioni più vulnerabili e fa leva sui forti legami esistenti tra la lotta al cambiamento climatico e quella alla povertà. Le soluzioni tecniche sono necessarie ma non sufficienti; è essenziale e doveroso tenere attentamente in considerazione anche gli aspetti etici e sociali del nuovo paradigma di sviluppo e di progresso". Pertanto entano in ballo "stili di vita volti a favorire modelli di produzione e consumo sostenibili" e la "coscienza responsabile verso la nostra casa comune".
Concludendo Francesco auspica che la Conferenza promuova "seriamente una cultura della cura che impregni tutta la società, cura nei confronti del creato, ma anche del prossimo, vicino o lontano nello spazio e nel tempo. Lo stile di vita basato sulla cultura dello scarto è insostenibile e non deve avere spazio nei nostri modelli di sviluppo e di educazione. Questa è una sfida educativa e culturale alla quale, perché sia realmente efficace nel conseguire i suoi impegnativi obiettivi, non può mancare di rispondere anche il processo d’implementazione dell’Accordo di Parigi".
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