Roma, 10 November, 2016 / 1:30 PM
“Il magistero del Cardinale Bergoglio è un dialogo vivo con il suo popolo che egli guarda negli occhi”. Così Padre Federico Lombardi introducendo la presentazione del volume “Nei tuoi occhi è la mia parola”, curato da Padre Antonio Spadaro, che contiene le omelie tenute tra il 1999 ed il 2013 dall’allora Cardinale Arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Il volume è introdotto da una conversazione tra il Papa e Padre Spadaro.
“E’ una opera omnia del suo ministero episcopale. E’ il laboratorio del pontificato - ha spiegato nella sua relazione introduzione il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin - bisogna leggerlo per capire prima il Pastore locale e poi quello universale. Leggendo il volume si comprende un Papa che ha messo al centro il discernimento e la misericordia. Le parole del ministero pastorale si nutrono di periferie e di vita vissuta, non sono esercitazioni pastorali o meditazioni fatte a riparo dal mondo. La parola del Papa è spostata sull’interlocutore, abbraccia l’umanità che ha di fronte. Francesco non vede davanti a sè una massa. Nel libro il Papa riconosce l’importanza del Vaticano II ed emerge la forte personalità di Papa Francesco. Ha predicato in tempi difficili per disoccupati e lavoratori, creando una sorta di esame di coscienza per la comunità argentina. Ha lanciato sfide al governo in favore del popolo, sfidando le elite. Nella crisi vede la passione di Cristo con gli occhi della fede. Secondo il Papa l’omelia è politica perché si fa in mezzo al popolo e riguarda la costruzione della civiltà. Il Cardinale Bergoglio guarda molto ai ragazzi inquieti e indisciplinati, è attento alla formazione. L’ultima omelia è quella del 28 marzo 2013, Messa crismale: il Papa era sicuro che sarebbe tornato a fare l’Arcivescovo di Buenos Aires”.
“L’intervista iniziale rivela il cuore del Papa - ha detto Monsignor Blaise Cupich, Arcivescovo di Chicago e preconizzato cardinale - ci aiuta a capire omelie e discorsi. La sua esperienza pastorale in una chiesa locale è ora al servizio di quella universale, non vi sono formule tecniche ma esperienza e saggezza. Francesco rivela che tutte le omelie sono legati al momento. Con queste omelie il Papa ci invita ad andare oltre la burocrazia ed essere annunciatori profetici di giustizia e vita. Bergoglio mostra ai vescovi il coinvolgimento senza mai politicizzare il Vangelo. Nelle omelie inoltre il futuro Papa si rivela servo della comunione ecclesiale. E’ servo che serve direttamente il suo popolo. Discernimento per il Papa è la parola chiave, bisogna prestare attenzione alla vita concreta delle persone e valutare le situazioni. Bergoglio guarda anche i giovani: in questo libro si può trarre ispirazione per il prossimo Sinodo dedicato proprio alla gioventù. In queste omelie ancora una volta Bergoglio si dimostra servitore del Vangelo nel suo ministero sacerdotale ed incarna la spiritualità sacerdotale”.
“Papa Francesco è il primo e forse unico Papa gesuita. Il Papa - ha osservato Padre Arturo Sosa, Preposito Generale della Compagnia di Gesù - si forma in un luogo concreto: Buenos Aires, ha davanti a sè anni di pratica pastorale. Il suo ministero episcopale è ministero di fiuto e discernimento. Riconosce a fiuto l’agire di Dio, e lo fa grazie alla sua esperienza radicata nella spiritualità ignaziana. Francesco riconosce nella religiosità popolare qualcosa di straordinario. Il Papa spiega come ha imparato a predicare: ha bisogno di qualcuno davanti a sè per predicare. Si comprende come lui ami la conversazione, la sua predicazione è una forma di conversazione spirituale. E’ fondata anche negli esercizi spirituali. Bergoglio prende sul serio il voto dei gesuiti professi di insegnare i bambini e il libro lo dimostra. Il Papa si schiera contro il populismo, per predicare al popolo bisogna farne parte, esserne dentro l’identità. Il popolo è il soggetto della politica e così comprendiamo perché la predicazione per Bergoglio sia sempre politica perché contribuisce alla formazione del popolo come soggetto di un paese e della Chiesa. L’omelia è sempre politica. Il Papa trova nella letteratura un sostegno per le sue omelie, non è teoria e lo aiuta a predicare”.
“Questo libro - ha concluso Padre Antonio Spadaro, Direttore de La Civiltà Cattolica e curatore del volume - ha una forte rilevanza ecclesiale. Questa presentazione è una condivisione, questo libro è una grande esperienza di vita. Questo libro è il laboratorio del pontificato, si comprendono le dinamiche fondamentali che ora viviamo con Papa Francesco. E’ un laboratorio delle pellicole ben sviluppate impresse anni fa a diretto contatto con il popolo di Buenos Aires, pellicole e pennellate coloratissime. Andavano pubblicate in ordine cronologico perché Bergoglio non parla per tema, è una opera omnia e non una antologia. Ho chiesto l’autorizzazione al Papa per la pubblicazione: bisognava presentare il flusso della sua esperienza pastorale, per me era un suo dovere ecclesiale dire di sì. Lui non mi ha risposto. Mi ha detto ci penserò. Rientrando dall’Armenia sul volo papale ne abbiamo parlato e mi ha detto, ho pregato lo puoi fare. Il suo sì non è stata una concessione ma una decisione frutto di discernimento spirituale”.
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