Vicenza, 10 November, 2016 / 9:00 AM
“Il senso religioso e spirituale del pellegrinaggio come realtà simbolica dell’uomo e del cammino della sua vita; la cura dei luoghi di pellegrinaggio e la conservazione dei beni, in quanto essi esprimono questa ricerca umana e spirituale, e rappresentano, altresì, il patrimonio culturale, in cui vengono custodite la memoria e l’identità del popolo; le implicazioni socio-culturali del pellegrinaggio religioso e le sfide che offre, in riferimento alla mobilità del mondo odierno e al fenomeno delle migrazioni”. Sono i tre pilastri dell’intervento del Cardinale Beniamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero, nel corso dei lavori - ieri - Conferenza Biennale Future for Religious Heritage sul turismo spirituale.
Secondo il Cardinale Stella “l’uomo esprime il suo essere pellegrino alla ricerca della verità e della felicità; la sua vita è un incessante e talvolta sofferto viaggio; l’unica condizione perché egli resti davvero umano, è questo restare in cammino, farsi viandante, domandare, cercare, esplorare il mondo e conquistare nuove mete”.
“L’uomo è un viandante, non solo perché la sua vita è dinamica e, perciò, contraria a ogni immobilismo, ma, molto più, perché in tutto ciò che chiede e che fa, egli cerca, spesso inconsciamente, un senso profondo della sua vita, della sua origine e del suo termine. Su questo terreno, indipendentemente e prima di ogni confessione religiosa, anche fede e ateismo possono incrociarsi e stringersi la mano, direi incontrarsi e parlarsi”.
La sete di verità dell’uomo è una sorta di “pellegrinaggio interiore”. E in questo ambito - spiega ancora il porporato “c’è il dinamismo religioso della vita”. L’uomo - ricorda il Cardinale Stella citando Benedetto XVI - è chiamato a non accontentarsi mai di quanto si è raggiunto, a liberare quella sana inquietudine che porta ad essere più esigenti, e, soprattutto, a percepire con sempre maggiore chiarezza che nulla di finito può colmare il nostro cuore”.
“Nella fede cristiana - aggiunge ancora il presule - il pellegrinaggio conserva un posto centrale: perché Dio stesso si è messo in cammino verso l’uomo ed è sceso per liberarlo, e perché l’uomo, visitato dall’amore di questo Dio pellegrino, si muove verso di Lui, confessandoLo come pienezza e meta della sua vita”. Il pellegrinaggio “ci ricorda che la fede cristiana non è una realtà statica, che si dà una volta per tutte, in modo definitivo, all’interno del recinto sacro delle proprie norme o delle proprie sicurezze; al contrario, si tratta di una realtà che vive grazie al dinamismo dello Spirito”.
C’è una differenza sostanziale - sottolinea il Cardinale - tra pellegrinaggio e turismo.
“Il turista, anche quando è animato da buoni desideri umani e culturali, è più concentrato su se stesso che sulla meta del viaggio; egli vuole, quasi, fuggire dalla vita quotidiana e dalla routine, alla ricerca di nuovi stimoli e nuove sensazioni. Il pellegrino, invece, cammina con un obiettivo preciso: il suo viaggio è simbolo di un percorso interiore e spirituale verso l’incontro con Dio, e il luogo sacro in cui approda è un’oasi, una meta, in senso fisico e spirituale, di un viaggio di conversione e di salvezza”. La conservazione del patrimonio artistico e culturale dei luoghi sacri dunque “fa parte di un servizio alla fede e all’umanità”.
Nel mondo di oggi - soprattutto in Europa - il pellegrinaggio ha implicazioni socio-culturali. Secondo il Prefetto della Congregazione per il Clero “il pellegrinaggio dell’uomo e dei popoli verso la verità, la giustizia e la pace incontra oggi numerosi ostacoli, spesso prodotti dall’arroganza e dalla prevaricazione politico-culturale, dal fanatismo religioso, dalle guerre e dalla povertà”. In quest’ottica va rivisto “il significato dei pellegrinaggi e dei luoghi sacri”, puntando a “diventare occasione di crescita per la fede, per la promozione di una cultura dell’incontro e per un rinnovato impegno nella carità”.
“Nel nostro camminare di pellegrini verso oasi e luoghi di preghiera e di conforto interiore da tante ferite della vita - conclude il Cardinale Stella - possiamo vedere una icona o un simbolo del camminare insieme di tanti fratelli in difficoltà, in fuga dalla loro terra, spesso disprezzati ed emarginati; senza dimenticare che il vero Santuario divino, che nella terminologia biblica è Cristo Gesù, Tempio del Padre, lo si raggiunge quando ci apriamo all’incontro con i fratelli più deboli, diventando per essi buoni samaritani, capaci di fermarci davanti alle loro ferite e di prendercene cura”.
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