Città del Vaticano , 08 October, 2016 / 6:25 PM
Cosa è il Rosario? Per Papa Francesco è “la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia della salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia”. Lo spiega, il Papa, nella meditazione durante la recitazione del Rosario in piazza San Pietro.
È il Giubileo Mariano, una delle ultime iniziative dell’Anno Santo Straordinario della Misericordia che terminerà il prossimo 20 novembre. In centinaia dei gruppi di preghiera mariani si sono mossi verso Roma, per una tre giorni che vede il culmine nella Veglia di stasera con Papa Francesco – con recitazione dei Misteri Gloriosi del Rosario – e poi della Messa presieduta dallo stesso Papa domani mattina, sul sagrato di San Pietro.
Dopo la notte della Riconciliazione che si è tenuta nelle Chiese di San Salvatore in Lauro e Santa Maria in Vallicella, e la mattina dedicata alla Confessione nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, un centinaio di delegazioni mariane di circa 45 comunità nazionali e 50 santuari sparsi in tutto il mondo. Sono rappresentate 40 nazioni, tra le quali Germania, Francia, Belgio, Spagna, Ungheria, Argentina, Brasile, Costa Rica, Venezuela, Filippine e Vietnam. Sono loro che hanno creato una “cordata di amore” per la Vergine Maria su via della Conciliazione.
Si recitano i misteri gloriosi, e il Papa ricorda la Risurrezione, l’Ascensione, la Pentecoste. “La preghiera del Rosario – dice – è per molti aspetti la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia”. Perché i misteri del Rosario “sono gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti”, e attraverso la preghiera “noi rivediamo” il volto misericordioso di Gesù che “va incontro a tutti nelle varie necessità della vita”.
Il Rosario – afferma il Papa – “non ci allontana dalla preoccupazioni della vita”, ma ci chiede al contrario “di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi”. La contemplazione dei misteri è – per il Papa – un invito “a riconoscere in quale modo Dio entra nella nostra vita per poi accoglierlo e seguirlo”.
Si scopre così “la via che ci invita a seguire Cristo nel servizio dei fratelli”, partecipando con i misteri alla sua “opera di evangelizzazione perché il Regno di Dio cresca e si diffonda nel mondo”. “Siamo discepoli, ma anche missionari e portatori di Cristo, là dove lui si chiede di essere presente”, mette in luce il Papa. Una presenza che non può essere “rinchiusa”, ma della quale anche gli altri devono essere resi partecipi.
L’esempio da seguire è Maria, “da sempre prescelta per essere madre”, che ha “imparato a farsi discepola”, mettendosi come prima cosa “in ascolto con Dio”, obbedendo all’annuncio dell’angelo. Ma “non basta solo ascoltare”, si deve anche agire, perché “il discepolo mette la sua vita al servizio del Vangelo”, ed è per questo he subito Maria va da Elisabetta, si prende cura di due giovani sposi a casa, resta sotto il Golgota nonostante il dolore, rincuora gli apostoli nel Cenacolo.
“In tutta la sua vita – sottolinea Papa Francesco – Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo. Nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore”.
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