Torino, 02 May, 2015 / 7:29 PM
Fratel Luigi Bordino è beato. La proclamazione è avvenuta nel corso della Messa all’area Vitali del parco Dora a Torino presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi.
Più di 6 mila i presenti tra cui tanti alpini ed ex alpini. Fratel Bordino, al secolo Andrea, era stato infatti artigliere alpino durante la Seconda Guerra Mondiale prima di prendere l’abito dei Cottolenghini con il nome di Luigi e dedicare tutta la sua vita ai malati, nel cui volto “vedeva Gesù crocifisso”.
Per fratel Luigi la vocazione verso i più deboli e fragili matura nella tragica campagna di Russia, durante la seconda guerra mondiale. Nel ’46 l’ingresso nella Piccola Casa della Provvidenza, dove trascorre 30 anni in preghiera e servizio amorevole per i sofferenti. Oggi Casa Bordino è un centro diurno per l’assistenza e il reinserimento dei malati psichiatrici, prende il nome dal cottolenghino fratel Luigi.
Aperta il 17 febbraio del ’95 al 28 di via San Domenico, casa Bordino è un’emanazione della Confraternita del SS Sudario, che sin dalla fondazione si occupava proprio di curare i malati psichici accolti nello Spedale de’ Pazzerelli. La chiusura di quella antica struttura risale a 260 anni fa. Casa Bordino ne recupera la tradizione con diversi strumenti e cognizioni aggiornate, ma con il medesimo spirito di servizio. Spiega il professor Bruno Barberis, che all’epoca della creazione di casa Bordino era presidente della Confraternita: “La psichiatria era attraversata da una profonda trasformazione, dovuto anche ai traumi provocati dalla legge Basaglia e dalla chiusura degli ospedali psichiatrici. Il nostro obiettivo era ed è quello di superare le logiche dell’internamento e dell’esclusione e di adottare strategie di inclusione e riabilitazione sociale. Uomo buono, ma dalla volontà di ferro, che ai malati ha dedicato tutta la sua vita, fratel Luigi è la figura luminosa che abbiamo scelto come guida. Un modello di carità da cui prendiamo ispirazione».
Oggi a Torino, di fronte alla Sindone si è fermato a pregare anche Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, “In questi ultimi tempi - ha affermato - siamo tutti molto scioccati dalle violenze inumane subite dai nostri fratelli e sorelle nei diversi scenari internazionali. L’immagine della Sindone, di un uomo che ha sofferto tanto come il Signore Gesù, è un segno molto eloquente dell’amore di Dio per noi”.
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