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Papa Francesco: “L’indifferenza e l’ostilità rendono ciechi e sordi”

La parabola del cieco incontrato da Gesù sulla strada verso Gerico. Il cieco che crede fermamente che la fede in Gesù possa salvarlo. E Gesù lo salva e gli ridona la vista. E’ la parabola raccontata nel Vangelo di Luca, commentata da Papa Francesco nell’Udienza Generale di mercoledì 15 giugno.

Commentando il brano del Vangelo, il Papa spiega ai fedeli: “Un giorno Gesù avvicinandosi alla città di Gerico, ridò la vista ad un cieco che mendicava lungo la strada. Oggi vogliamo cogliere il significato di questo segno perché tocca anche noi direttamente. Luca dice che il cieco era seduto sul bordo della strada a mendicare. Il cieco a quei tempi non poteva che vivere di elemosina, la figura di questo cieco rappresenta tante persone che anche oggi si trovano emarginate a causa di uno svantaggio fisico o di altro genere, ed è separato dalla folla, mentre la gente passa indaffarata nei suoi pensieri; e la strada, che può essere un luogo di incontro, per lui invece è il luogo della solitudine. Tanta folla che passa ... ma lui è lì solo”.

E qui il Papa rammenta alla folla l’importanza della città di Gerico e cosa disse Mosè al popolo di Israele: “Gerico, la splendida e rigogliosa oasi nel deserto. Sappiamo che proprio a Gerico giunse il popolo di Israele al termine del lungo esodo dall’Egitto: quella città rappresenta la porta d’ingresso nella terra promessa. Ricordiamo le parole che Mosè pronuncia in quella circostanza. Diceva così: “Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue città nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso. Poiché i bisognosi non mancheranno mai nella terra, allora io ti do questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nella tua terra”.

“Quante volte noi quando vediamo tanta gente per la strada - dice Francesco - gente bisognosa, ammalata, e sentiamo fastidio…quante volte quando ci troviamo davanti tanti profughi e rifugiati sentiamo fastidio…è una tentazione, tutti noi abbiamo questo, anche io! “

Il Papa aggiunge: “L’indifferenza e l’ostilità rendono ciechi e sordi, impediscono di vedere i fratelli e non permettono di riconoscere in essi il Signore. E quando questa indifferenza e ostilità diventano aggressione e insulto, ma cacciateli via tutti questi, questa è aggressione ed è quello che faceva la gente quando il cieco gridava”.

Poi Francesco fa notare ai fedeli un particolare interessante del brano: “L’Evangelista dice che qualcuno della folla spiegò al cieco il motivo di tutta quella gente dicendo: Passa Gesù, il Nazareno! Il passaggio di Gesù è indicato con lo stesso verbo con cui nel libro dell’Esodo si parla del passaggio dell’angelo sterminatore che salva gli Israeliti in terra d’Egitto. È il “passaggio” della pasqua, l’inizio della liberazione”.

“Quando passa Gesù c’è liberazione e salvezza”, esclama il Pontefice.

“A differenza della folla – prosegue Francesco - il cieco vede con gli occhi della fede, grazie ad essa la sua supplica ha una potente efficacia. Infatti Gesù si fermò e ordinò che lo conducessero da lui e cosi toglie il cieco dal margine della strada e lo pone al centro dei suoi discepoli e della folla”.

Continua il Papa nella sua catechesi: “Pensiamo anche a noi quando siamo stati in situazioni brutte e di peccato e pensiamo come sia stato Gesù a toglierci dal margine della strada. Gesù obbliga tutti a prendere coscienza che il Buono Annuncio è mettere al centro della propria strada colui che era escluso. Il passaggio del Signore è un incontro di misericordia che ci unisce tutti intorno a Lui per permettere di riconoscere chi ha bisogno di aiuto e consolazione”.

Il Papa invita tutti a capire quante volte Gesù passa nella nostra vita, per renderci cristiani migliori.

Cosa vuoi che io faccio per te? “Gesù di fronte al cieco è come un umile servo”, spiega il Papa. “Abbi di nuovo la vista, la tua fede ti ha salvato”, dice Gesù al cieco di Gerico.

“Grazie alla fede ora può vedere e soprattutto si sente amato da Gesù –conclude il Papa - da mendicante a discepolo. Anche questa è la nostra strada, tutti noi siamo mendicanti e tutti i giorni dobbiamo fare questo passo: da mendicanti a discepoli di Gesù. Lasciamoci anche noi chiamare Gesù, lasciamoci guarire da Gesù e perdonare da Gesù”.

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