Roma, 29 April, 2016 / 5:12 PM
“Questo libro è servito soprattutto a me per capire da dove provengo e il valore prezioso della città dove sono nata e continuo a costruire la vita con la mia famiglia, Matera”.
Con queste parole l’autrice e professoressa Maria Pina Rizzi commenta il suo libro “Le Chiese rupestri di Matera. Perle di bellezza e di cultura”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
Il volume, presentato il 27 Aprile presso la Libreria Internazionale Paolo VI, intende supportare e propagandare le chiese rupestri presenti sul territorio materano svelando agli appassionati la lunga sedimentazione iconografica conservata all’interno della Cripta del “peccato originale”.
“Qui, in questa Chiesa dipinta sulla roccia, arriva la meraviglia – continua l’autrice – l’arte che diventa bellezza, che diventa liturgia, racconto quotidiano di quel Dio che non si stanca mai di darci tutto se stesso”.
Da un po’ di anni Matera è patrimonio dell’UNESCO e il Consiglio dei Ministri dell’UE ha ufficialmente proclamato Matera Capitale della cultura europea per il 2019. Questo libro, in un certo senso, vuole valorizzare la “città dei sassi”, non solo turisticamente, ma soprattutto culturalmente.
Lo scopo è far emergere questo tesoro nascosto, ancora poco valorizzato e far risaltare il dato artistico delle chiese rupestri di Matera come espressione di un’identità.
Monsignor Vincenzo Francia, officiale della Congregazione per le Cause dei Santi, intervenuto durante la presentazione del libro, osserva: “Nel cuore della grotta studiata e analizzata da Maria Pina Rizzi c’è l’inno e il canto della Pasqua. Questo cammino di immagini e di iconografie della chiesa rupestre, raccontata dall’autrice, è come il cammino dell’umanità”.
A causa dell’incuria derivata da un lungo periodo di abbandono, è difficile cogliere la struttura originaria della “cripta del peccato originale”. Attualmente presenta solo tre nicchie absidali sulla parete sinistra. Il complesso pittorico raffigura episodi del vecchio testamento tratti proprio dalla Genesi. Le nicchie absidali contengono le rappresentazioni di triarchie: la prima è dedicata agli apostoli San Pietro, Sant'Andrea e San Giovanni; la seconda alle Vergini, raffigura una Madonna con Bambino adorata da due figure femminili; infine nella terza sono ritratti gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
“Il libro della Rizzi, ha spiegato monsignor Francia, ci fa comprendere attraverso un linguaggio liturgico quanto l’arte abbia contribuito a far arrivare il messaggio di salvezza raffigurato attraverso la storia e l’iconografia della Bibbia”.
Questo testo – come si legge in una nota del libro – non esaurisce il tema trattato, ma offre lo spunto e l’incoraggiamento per proseguire in una direzione purtroppo né coltivata né rispettata, ma intrinsecamente autentica nella misura in cui a fare la differenza è la fede.
Le chiese rupestri a Matera sono oltre 150. Alcune di queste sono chiuse, sono abbandonate o sono di proprietà privata. Sono un patrimonio di valore, di idee, di immagini.
"Nelle Chiese rupestri c'è un fede che si tocca! I sassi sono un giardino di pietra e il giardino per eccellenza è il paradiso" ha spiegato l'autrice.
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