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Un servizio di EWTN News

La lettera di Don Di Noto per la Giornata dei Bambini Vittime della Violenza

"La Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento, dell’indifferenza e contro la pedofilia" compirà 20 anni e sarà celebrata in tutta Italia e all’estero il 1° maggio con momenti di preghiera e con l’atteso incontro in Piazza San Pietro, con Papa Francesco.

Scrive a tal proposito Don Fortunato Di Noto nella sua lettera: "Tanti anni sono passati da quando, un drammatico giorno di primavera, sono intervenuto salvando all’ultimo momento dalla morte per impiccagione una ragazzina che la madre aveva deciso di uccidere; da quando ho accolto i primi bambini che mi raccontavano le loro tristissime storie di abuso; da quando, con l’avvento delle nuove tecnologie, ho visto il turpe mercato dei bambini vittime di pedofilia, i nuovi schiavi alla deriva delle periferie digitali.

"È stato allora - continua don Di Noto - che ho fatto questa scelta di vita, ho dato una risposta a quello che Gesù Cristo mi chiedeva: stare dalla parte dei piccoli e fare di tutto per la loro tutela e protezione. È stato allora che Meter, l’associazione che ho fondato e che guido dal 1989, ha assunto con maggiore forza il suo ruolo a favore dell'infanzia".

Ogni anno l'associazone Meter, con una adesione sempre più crescente di persone, parrocchie e associazioni, ricorda i piccoli, i deboli, tutti i bambini vittime di ogni tipo di violenza.

"In quest’occasione - scrive don Fortunato nella sua lettere - abbiamo scelto il seguente tema: Presa la mano della bambina, le disse: "Tha- lità kumi", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". (Mc 5,41). Parliamo cioè del passaggio dalla morte alla vita, dall’abuso alla guarigione, dal buio alla luce, dalla rassegnazione alla speranza, dalla negazione dell’esistenza alla vita piena e vera. Quanti bambini e bambine, piegate su se stesse, distese nel letto della morte, sono stati rialzati, hanno ripreso il cammino!".

Infine il fondatore di Meter Onlus conclude scrivendo: "Abbiamo la sensazione che l'infanzia è sempre più dimenticata, vilipesa, violata, sfruttata, commercializzata, fin dall’inizio del concepimento. Tutto questo ci provoca tanto dolore e sofferenza, ma anche tanto impegno personale e comunitario".

 

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