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Divina Misericordia, il Papa: “Quanti volti ha la misericordia!”

“Che bello che come un ricordo, come un monumento, di quest’Anno della Misericordia, ci fosse in ogni diocesi un’opera strutturale di misericordia, un ospedale, una casa di riposo per anziani, per bambini abbandonati. Sarebbe bello che ogni diocesi pensasse: cosa posso lasciare come opera di misericordia vivente, come piaga di Gesù vivente, per questo Anno della Misericordia?” Questa è la novità e l’idea suggerita da Papa Francesco durante la Veglia di preghiera per quanti aderiscono alla spiritualità della Divina Misericordia che la Chiesa celebra nella seconda domenica di Pasqua.

La misericordia. Nome di questo Giubileo straordinario, ma anche il nome di questa festa “tanto desiderata - ha aggiunto il Papa - da san Giovanni Paolo II per dare compimento a una richiesta di santa Faustina”.

Quest’anno, l’undicesimo anniversario della morte di San Giovanni Paolo II coincide con la vigilia della festa della Divina Misericordia, che fu istituita da lui per tutta la Chiesa il 30 aprile del 2000.

La Veglia di preghiera della Divina Misericordia si è aperta con uno spazio dedicato ad alcune testimonianze e all’animazione, in un clima di serenità e di festa, proprio come avrebbe voluto San Giovanni Paolo II. Tantissimi i richiami a Papa Wojtyla in questo spazio:  filmati, citazioni, canti, coreografie.

Riproposto il brano letto e interpretato delle “Beatitudini” di San Giovanni Paolo II, la testimonianza di una coppia di futuri sposi in lingua francese e di una donna colombiana che racconta il suo cammino di conversione in quella spagnola, per poi finire con la storia e il ricordo dei Congressi Mondiali della Misericordia e dei Santi e Beati della Misericordia.

Al termine, nell’omelia, il Pontefice descrive i tanti volti della Misericordia: “Come è grande e infinita la natura di Dio, così grande e infinita è la sua misericordia, a tal punto che appare un’impresa ardua poterla descrivere in tutti i suoi aspetti”.

Partendo dalle Sacre Scritture Papa Francesco trova anzitutto la misericordia come “la vicinanza di Dio al suo popolo che si manifesta principalmente come aiuto e protezione. E’ la vicinanza di un padre e di  una madre che si rispecchia in una bella immagine del profeta Osea, l’abbraccio di un papà e di una mamma al suo bambino, Dio prende ciascuno di noi e ci solleva fino alla sua guancia”.

Papa Bergoglio confessa di aver pensato proprio a questa immagine tenera del profeta Isaia quando ha visto per la prima volta il logo del Giubileo: “Gesù non solo porta sulle sue spalle l’umanità, ma la sua guancia stretta con quella di Adamo, a tal punto che i due volti sembrano fondersi in uno.”

Il Papa continua il suo discorso descrivendo altri aspetti della misericordia: “Essa ci viene fatta conoscere come vicinanza e tenerezza, ma in forza di questo anche come compassione e condivisione, come consolazione e perdono”. “E’ qualcosa - aggiunge - che brucia il cuore e lo provoca ad amare, riconoscendo il volto di Gesù Cristo soprattutto in chi è più lontano, debole, solo, confuso ed emarginato. La misericordia va alla ricerca della pecora perduta, e quando la ritrova esprime una gioia contagiosa.”

Francesco conclude l’omelia facendo riferimento al Vangelo e alla figura di San Tommaso: “Era un testardo, non aveva creduto, e ha trovato la fede proprio quando ha toccato le piaghe del Signore. Una fede che non è capace di mettersi nelle piaghe del Signore non è fede, una fede che non è capace di essere misericordiosa come le piaghe del Signore non è fede, è idea, è ideologia. La nostra fede è incarnata in un Dio che si è fatto carne. Noi dobbiamo toccare e accarezzare quella piaga e abbassare la testa e lasciare che gli altri accarezzino le nostre piaghe".

Domattina Papa Francesco celebrerà la Messa in Piazza San Pietro per la festa della Divina Misericordia.

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