Città del Vaticano , 15 April, 2017 / 4:00 PM
Il Sabato Santo la stazione quaresimale ritorna dopo solo due giorni alla cattedrale di S. Giovanni in Laterano. Come tutte le basiliche importanti di Roma, anche quella di S. Giovanni in Laterano è spesso stata trasformata in vista degli Anni Santi. L’interno che oggi accoglie il visitatore è quello realizzato da Francesco Borromini per l’Anno Santo del 1650. L’antica basilica costruita dall’imperatore Costantino nel IV secolo non si vede più, anche se alcuni tratti dei suoi muri si nascondono dentro l’involucro barocco.
Ma in realtà qualcosa si vede ancora dell’antica basilica. Si tratta delle colonnine che affiancano le grandi sculture degli Apostoli nelle nicchie sui pilastri della navata centrale. Ogni Apostolo è affiancato da due colonne in un marmo detto “verde antico di Tessaglia” alte poco più di tre metri. Queste 24 colonne dividevano le due navate laterali nella basilica di Costantino. Il colore del marmo le rese così apprezzate che alla fine dei lavori di Borromini, nel 1653 Innocenzo X ne regala dodici a suo nipote il principe Pamphili per la chiesa di S. Agnese a Piazza Navona. Quattro sono perfino finite nella cappella Chigi nel Duomo di Siena.
Il tipo di marmo piaceva molto al gusto del rinascimento e del barocco. Pochi anni prima della ricostruzione di Borromini, Pompeo Ugonio vide queste colonne nella loro collocazione originale e nel 1588 lodò la “pietra verde laconica allegra, et gratissima all’occhio”. Queste colonnine ricordano che l’impressione della basilica di Costantino non doveva basarsi solo sulle forme architettoniche ma anche sui colori dei marmi e sull’oro che probabilmente rivestiva il soffitto e la calotta dell’abside.
Al giallo dell’oro corrispondeva il giallo del marmo detto, appunto, “giallo antico”, di cui era rivestito il pavimento e le pareti. Infatti la basilica veniva chiamata la “basilica aurea” e per tutto il medioevo. Lo stesso Ugonio spiega: “fu detta Basilica Aurea, per li pretiosi ornamenti, di che fu dal medesimo Costantino arricchita”.
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