Istanbul, 18 March, 2025 / 9:00 AM
All’annuncio del Patriarca Bartolomeo che la commemorazione di Nicea, con la presenza del Papa, avrebbe avuto luogo il prossimo 26 maggio, la Sala Stampa della Santa Sede si è sentita in dovere che, da parte vaticana, non era mai stato ufficializzato un viaggio del Papa in Turchia. Vero. È vero anche che Papa Francesco ha più volte espresso il desiderio di essere a Nicea per il 1700esimo anniversario del primo Concilio Ecumenico, che addirittura si è cominciato a pensare al viaggio e che era stato persino concordato che il Papa non avrebbe fatto tappa ad Ankara, ma che il presidente Erdogan sarebbe invece stato a Nicea.
Le parole di Bartolomeo, in fondo, non cadevano nel vuoto. E fu, tra l’altro, lo stesso Bartolomeo lo scorso anno ad annunciare per primo l’assenso di Papa Francesco a partecipare alla commemorazione di uno dei Concili della Chiesa indivisa. Papa Francesco, poi, celebrando i Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura al termine della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani lo scorso 25 gennaio, in uno dei suoi ultimi eventi pubblici prima del ricovero, aveva riaffermato che, da parte cattolica, c’era tutta la volontà di arrivare ad una data comune della Pasqua.
Parole che hanno suscitato subito reazioni in ambito ortodosso, laddove si è reso chiaro che comunque un accordo potrebbe avere luogo solo sulla base del calendario giuliano, seguito dalle Chiese ortodosse ma anche dalle Chiese cattoliche di rito orientale, e non sulla base del calcolo fatto secondo il calendario gregoriano dalla Chiesa cattolica.
Le prese di posizione ortodosse sembravano ricalcare un vecchio schema, in cui alle aperture da parte cattolica equivaleva una certa rigidità da parte ortodossa. Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, tuttavia, non ha smesso di avere fiducia, e spera molto in questo appuntamento di Nicea. È tra coloro che più di tutti spingono per una celebrazione comune per la Pasqua, e l’idea è quella di cercare di arrivare un accordo già a Nicea, perché fu a Nicea, nel 325, che i cristiani si accordarono sulla data della Pasqua.
Parlando lo scorso 12 marzo con un gruppo di pellegrini della Associazione Tedesca della Terra Santa, il Patriarca Bartolomeo ha sottolineato che, in ambito ecumenico, “naturalmente si sono accumulati dei problemi nel corso di un migliaio di anni. Ma siamo pieni di speranza che saranno risolti in pochi anni”.
Insieme a Bartolomeo, era presente all’incontro anche il Patriarca Cattolico Greco Melchita emerito Gregorio III Laham.
Il Patriarca Bartolomeo ha anche messo in luce come lo scisma non maturò come una rottura improvvisa nel 1054, ma piuttosto come una serie di tensioni che si sono gradualmente accresciute nel corso del tempo.
Le parole di Papa Francesco su una data comune della Pasqua cadono in uno sforzo portato avanti da tempo, nell’ambito del dialogo ecumenico.
Il Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, già nel 2021 aveva suggerito che il 2025 sarebbe stata la data ideale per proporre una data comune per la Pasqua, considerando che in quest’anno la Pasqua coincide sia per il calendario gregoriano che per quello giuliano.
A partire dal Concilio di Nicea del 325, la Pasqua viene celebrata la prima domenica dopo la prima luna piena a seguito dell’inizio della Pasqua. Secondo i calcoli, la Pasqua può cadere in una data tra il 22 marzo e il 25 aprile. Al tempo, si utilizzava il calendario giuliano, che ha un anno leggermente più lungo. Nel 1582, fu introdotto il calendario gregoriano, che tra l’altro, per adattare l’anno ai calcoli solari, tagliò ben tredici giorni dal calendario. Questo porta ad una differenza sostanziale nella celebrazione della Pasqua, che comunque a volte cade nello stesso giorno, come accade in questo 2025.
La Santa Sede non ha mai ufficializzato il viaggio di Papa Francesco a Nicea, sebbene il Papa abbia ribadito in più occasioni il suo desiderio di un viaggio ecumenico. Considerate le attuali condizioni del Papa, sembra improbabile che questo viaggio ecumenico abbia luogo. Ma la commemorazione ci sarà, e il dialogo ecumenico andrà avanti.
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