Ariccia (RM), 08 March, 2016 / 11:42 AM
Quando Gesù ci fa una domanda non cerca parole ma "persone. Non definizioni ma coinvolgimenti: che cosa ti è successo, quando mi hai incontrato? Gesù è il maestro del cuore, Gesù non dà lezioni, non suggerisce risposte, ti conduce con delicatezza a cercare dentro di te. E io vorrei poter rispondere: incontrare te è stato l’affare migliore della mia vita! Tu sei stato la cosa migliore che mi sia capitata". Lo ha detto Padre Ermes Ronchi nel corso delle meditazioni tenute durante gli Esercizi Spirituali in corso ad Ariccia alla presenza del Papa e della Curia Romana.
Attraverso la sua Passione Gesù ci fa capire - afferma il religioso secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana - che "il cristianesimo è scandalo e follia. Adesso capiamo chi è Gesù: è bacio a chi lo tradisce. Non spezza nessuno, spezza se stesso. Non versa il sangue di nessuno, versa il suo sangue. Non sacrifica nessuno, sacrifica se stesso. Pensate la bellezza di una chiesa che non accende i riflettori su di sé – come in questi giorni qua raccolti – ma su di un Altro. Ne abbiamo ancora di strada da fare! Il sogno di Dio non è uno sterminato corteo di uomini donne e bambini ciascuno con la sua croce sulla spalla. Ma di gente incamminata verso una vita buona, lieta e creativa. Una vita che costa un prezzo tenace di impegno e di perseveranza. Ma anche un prezzo dolce, di luce: Il terzo giorno risorgerà!".
E nella meditazione di ieri pomeriggio Padre Ronchi si è soffermato sulla citazione evangelica "sale della terra e luce del mondo". "Ecco l’umiltà del sale e della luce. Che non attirano l’attenzione su di sé, non si mettono al centro, ma valorizzano ciò che incontrano. Così l’umiltà della Chiesa, dei discepoli del Signore, che non devono orientare l’attenzione su di sé, ma sul pane e sulla casa, sullo sterminato accampamento degli uomini, sulla loro fame così grande alle volte che per loro Dio non può avere che forma di un pane. Sale e luce non hanno lo scopo di perpetuare se stessi ma di effondersi. E così è la chiesa: non un fine, ma un mezzo per rendere più buona e più bella la vita delle persone".
Il religioso servita mette poi in guardia: "Siamo sale che ha perduto il sapore se non siamo uomini risolti, se non ci siamo liberati da maschere e paure. Le persone vogliono cogliere dal discepolo di Gesù frammenti di vita, non frammenti di dottrina. Non se ci è stato posto Dio fra le mani ma che cosa ne abbiamo fatto di quel Dio". "La nostra luce - conclude Ronchi - vive di comunione, di incontri, di condivisione. Non preoccupiamoci di quanti riusciamo a illuminare. Non conta essere visibili o rilevanti, essere guardati o ignorati, ma essere custodi della luce, vivere accesi. Custodire l’incandescenza del cuore".
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