Città del Vaticano , 06 March, 2016 / 12:15 AM
La parabola del Padre misericordioso è certamente una delle più amate da Papa Francesco che oggi prima della preghiera dell’ Angelus si è soffermato proprio sulla figura del padre: “colpisce anzitutto la sua tolleranza dinanzi alla decisione del figlio più giovane di andarsene di casa: avrebbe potuto opporsi, sapendolo ancora immaturo, invece gli permette di partire, pur prevedendo i possibili rischi. Così agisce Dio con noi: ci lascia liberi, anche di sbagliare, perché creandoci ci ha fatto il grande dono della libertà. Sta a noi farne un buon uso”.
E verso il figlio maggiore “che è sempre rimasto a casa, e ora è indignato e protesta perché non capisce e non condivide tutta quella bontà verso il fratello che ha sbagliato. Il padre esce incontro anche a questo figlio e gli ricorda che loro sono stati sempre insieme, hanno tutto in comune, ma bisogna accogliere con gioia il fratello che finalmente è tornato a casa”.
E c’è secondo Francesco anche “un terzo figlio, nascosto! E’ quello che «non ritenne un privilegio l’essere come [il Padre], ma svuotò sé stesso, assumendo una condizione di servo»”. Gesù stesso.
E così si comprende il cuore di Dio: “Egli è il Padre misericordioso che in Gesù ci ama oltre ogni misura, aspetta sempre la nostra conversione ogni volta che sbagliamo”. E per questo “nel sacramento della Riconciliazione possiamo sempre di nuovo ripartire: Egli ci accoglie, ci restituisce la dignità di figli suoi”.
Il Papa ha pregato per l’uccisore delle quattro suore Missionarie della Carità nello Yemen, dove assistevano gli anziani: “Prego per loro e per le altre persone uccise nell’attacco, e per i familiari. queste non vanno sulla copertine dei giornali e non sono vittime solo dell'attacco, ma anche della globalizzazione dell'indifferenza. Madre Teresa accompagni in paradiso queste sue figlie martiri della carità, e interceda per la pace e il sacro rispetto della vita umana”.
Il Pensiero del Papa è andato anche all’ iniziativa dei corridoi umanitari per i profughi, avviata ultimamente in Italia: “Questo progetto-pilota, che unisce la solidarietà e la sicurezza, consente di aiutare persone che fuggono dalla guerra e dalla violenza, come i cento profughi già trasferiti in Italia, tra cui bambini malati, persone disabili, vedove di guerra con figli e anziani. Mi rallegro anche perché questa iniziativa è ecumenica, essendo sostenuta da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, Chiese Valdesi e Metodiste”.
Il Papa ha poi ricordato che oggi pomeriggio iniziano gli Esercizi spirituali per la Curia.
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