Gad Elmaleh, artista, attore, comico poliedrico ha un successo quasi mondiale. Marocchino, di famiglia ebraica sefardita, e nazionalizzato francese, non ha smesso di stupirci con la sua ultima opera: intitolata “Reste un peu”, ossia “resta un po'” in italiano.
Il 20 maggio del 1521 Ignazio di Loyola, prode cavaliere, veniva ferito e reso zoppo per tutta la vita. Ma da qual giorno la vita fu del tutto nuova per lui.
Non ha rilasciato dichiarazioni, non si sa nemmeno se sceglierà di continuare nella strada del sacerdozio o se invece farà una vita diversa, da laico. L’unica certezza è che Peter Forster, 71 anni, già vescovo anglicano di Chester, ha lasciato la Comunione Anglicana per unirsi alla Chiesa Cattolica. È il quarto vescovo anglicano a convertirsi al cattolicesimo, il tredicesimo dal 1992.
“Spero che tutti quelli che s’ispirano a Ignazio, alla spiritualità ignaziana, possano vivere realmente questo anno come un’esperienza di conversione. A Pamplona, 500 anni fa, tutti i sogni mondani di Ignazio andarono in frantumi in un istante”. Così Papa Francesco nel videomessaggio inviato ai partecipanti alla preghiera internazionale “Pilgrims with Ignatius” che si è svolto online in occasione dell’Anno Ignaziano.
“La conversione comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita”.
"L’obbedienza non consiste nel dire sì o no, ma nell’agire, nel coltivare la vigna, nel realizzare il Regno di Dio. Con questo semplice esempio, Gesù vuole superare una religione intesa solo come pratica esteriore e abitudinaria, che non incide sulla vita e sugli atteggiamenti delle persone". E' questo il cuore dell'Angelus odierno di Papa Francesco, che dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano ripercorre il Vangelo di oggi, la parabola dei due figli.
Un giornalista che racconta una massacro politico, e poi è costretto a nascondersi per tutta la vita, ma intanto scopre Gesù. In poche parole è la storia di Dalù, il giornalista che ha dato la notizia al mondo del dramma di piazza Tiananmen.
"Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio". E' questo il tema che sta a cuore a Papa Francesco per questa Quaresima 2020 che la Chiesa si prepara a vivere. Nel Messaggio per la Quaresima diffuso oggi, il Pontefice ricorda che "al grande Mistero della morte e risurrezione di Gesù, cardine della vita cristiana personale e comunitaria, dobbiamo ritornare continuamente, con la mente e con il cuore".
Il Documento finale sul Sinodo speciale dell'Amazzonia, convocato da Papa Francesco, è stato ufficialmente diffuso e pubblicato. Sono cinque i capitoli in spagnolo accomunati da una parola: conversione. La Chiesa intera è chiamata ad una conversione integrale, pastorale, culturale, ecologica, sinodale. E' questa la parola chiave.
La giornata panamense di Papa Francesco si apre con la liturgia penitenziale celebrata insieme ai 30 giovani detenuti nel carcere minorile di Pacora. Qui Francesco ha voluto portare la GMG a quei giovani che - per la loro detenzione - non possono parteciparvi.
“Non è facile fare il bene: dobbiamo impararlo, sempre. Allontanarsi dal male e imparare a fare il bene: questa è la regola della conversione. Perché convertirsi non è andare da una fata che con la bacchetta magica ci converta: è un cammino”. Così stamane Papa Francesco nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.
La conversione è il tema centrale della catechesi che Papa Francesco ha proposto ai pellegrini presenti in Piazza San Pietro stamane in occasione dell’Udienza Giubilare del mese di giugno.
La parabola del Padre misericordioso è certamente una delle più amate da Papa Francesco che oggi prima della preghiera dell’ Angelus si è soffermato proprio sulla figura del padre: “colpisce anzitutto la sua tolleranza dinanzi alla decisione del figlio più giovane di andarsene di casa: avrebbe potuto opporsi, sapendolo ancora immaturo, invece gli permette di partire, pur prevedendo i possibili rischi. Così agisce Dio con noi: ci lascia liberi, anche di sbagliare, perché creandoci ci ha fatto il grande dono della libertà. Sta a noi farne un buon uso”.
Partendo dal commento del Vangelo di oggi Papa Francesco, nel corso della recita dell’Angelus, coglie l’occasione per ribadire che “Dio non permette le tragedie per punire le colpe. Anche oggi, di fronte a certe disgrazie e ad eventi luttuosi, può venirci la tentazione di scaricare la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio stesso”. Tuttavia – ammonisce il Pontefice – “il Vangelo ci invita a riflettere: che idea di Dio ci siamo fatti? Gesù, al contrario, ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male, le ipocrisie, per imboccare decisamente la strada del Vangelo”.
Dopo aver aperto la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma, Papa Francesco si è affacciato dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita dell’Angelus.
Quella di San Matteo è una festa di conversione. Lo ha detto il Papa nell'omelia pronunciata nel corso della Messa a Holguin, a Cuba, nel giorno della Festa dell'Apostolo Evangelista.