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Un servizio di EWTN News

Il sogno giubilare dei capoverdini a Marsiglia

Dopo Londra lo scalabriniano padre Renato Zilio, autore dei libri ‘Dio attende alla frontiera’ e ‘Parole dal deserto’, da poco più di un anno è a Marsiglia, la sua nuova ‘frontiera’: “Gente che trovi e incontri ad ogni angolo. Stessi modi di frequentare i bar a piccoli clan, stessi mercati con la merce distesa per terra, negozi halal, banchi improvvisati di frutta secca e datteri… tutto come se si fosse dall’altra parte del Mediterraneo. Dappertutto si parla arabo o berbero.

I pochi francesi sembrano sentirsi forse nella pelle del turista in visita a un paese africano… Non mancano, è vero, altri quartieri più occidentali in questa metropoli, seconda città di Francia, di quasi 1.000.000 di abitanti. Ma Marsiglia rappresenta ancora oggi il più grande porto del Mediterraneo. Questo in ogni senso. Un vero porto di mare, infatti, di uomini e di culture differenti”.

Padre Renato Zilio finora ha svolto il suo ministero fra gli italiani in Francia, non lontano da Parigi, poi a Ginevra, quindi a Londra, e di nuovo in Francia, Marsiglia: “Qui era attiva una missione italiana; oggi la comunità italiana si è assottigliata nei numeri e in gran parte ‘integrata’. Siamo quindi impegnati a seguire i migranti presenti nell’unità pastorale che è sorta raccogliendo quattro parrocchie, con altrettanti sacerdoti e alcune suore”. 

Opera nel terzo arrondissement, nei pressi della stazione centrale St. Charles, il più povero d’Europa; nella città circa 250.000 sono mussulmani ed il quartiere è abitato da 40.000 magrebini, arrivati soprattutto dal Nord Africa e dalla isole Comore, a cui si aggiungono italiani, spagnoli, portoghesi, siriani, algerini, filippini, indiani, vietnamiti. Nel quartiere è presente una consistente comunità di capoverdiani (80.000), che nutre il sogno di recarsi a Roma per il Giubileo della Misericordia, ma il costo è troppo elevato per il viaggio; e così a padre Zilio è nata un’idea: i ricavati del suo libro ‘Parole dal deserto. Incontri di conversione’, pubblicato dalle Paoline (che si può richiedere anche a oltrefrontiere@googlemail.com), saranno devoluti al pellegrinaggio giubilare dei capoverdiani. Il volume raccoglie esperienze e riflessioni nate dai periodici viaggi nel deserto nordafricano che il padre scalabriniano organizza con i giovani delle sue comunità.

Da lui ci siamo fatti spiegare questa idea di aiutare la comunità dei capoverdiani di Marsiglia a recarsi a Roma: “I capoverdiani sono una comunità recentemente emigrata in questa città. Distesa su un immenso anfiteatro naturale di colline attorno al porto, Marsiglia è una città che sa di mare da capo ai piedi. E non solo perché è il più grande porto del Mediterraneo. Non tanto perché la città fu fondata 2600 anni fa da marinai greci della Focide, che la rende la città più antica di Francia. Ma perché da sempre ha subito vere e proprie ondate migratorie, tanto da farla oggi la seconda città di Francia di quasi un milione di abitanti. Greci, armeni, senegalesi, algerini, marocchini, italiani, spagnoli, comoriani… tutti ormai marsigliesi. Io vivo nel 3° arrondissement, nel quartiere considerato il più povero d’Europa. Un pezzo d’Africa incastonato in terra francese. Accompagno in questo quartiere musulmano la comunità cristiana capoverdiana, gente umile, semplice, che parla portoghese, lavora nell'edilizia quando lavora, emigrata anni fa dalle isole del Capo Verde, in Africa... Rivivo con loro l’avventura dei nostri emigrati italiani di cinquanta, sessanta anni fa investiti spesso nel duro lavoro edile. Le donne capoverdiane, invece,  lavorano nelle pulizie, un’attività umile e dura per ritmi e difficoltà.  Fortunatamente, la fede non manca. A volte li ritrovi alla sera assieme in casa di Manuel o di altri per recitare il rosario. O si riuniscono in feste patronali di Santo Amaro, Santa Caterina, Nossa Senhora de Fatima dove appaiono in tre, quattrocento o più ancora da ogni angolo di Marsiglia.

La preghiera non è devozione. Ma una forza che li aiuta ad andare avanti, a resistere, in una vita di emigrazione non semplice. Tormentata. Per questi capoverdiani, partecipare a un Pellegrinaggio a Roma, in quest’anno del Giubileo, sarebbe un sogno ! Inoltre conoscere l’Italia è il loro desiderio più grande. Per cui ho trovato opportuno che il ricavato del mio foto-libro ‘Parole dal deserto’ edito dalle vada a questo scopo”.

Come si vive l’integrazione a Marsiglia?

“Marsiglia ha la tradizione di un vivere-insieme a causa della sua popolazione mista culturalmente e religiosamente da molto tempo, afferma Colette Hamza dell’ ISTR Marseille, ed è vero che esiste, d’altronde, un certo vivere-insieme. Qualcuno la paragona volentieri a Napoli, come di fronte a due città sorelle. La sua originalità resta, tuttavia, intoccabile : la metropoli più africana di Francia, e la più maghrebina d’Europa. Lontana dall’agitazione della capitale francese, qui si ritrova il calore del grande Sud. Appena si scende dalla scalinata dalla stazione di St Charles, in un istante ci si crede ad Algeri o a Casablanca. Nel 2013 è Capitale europea della cultura. Si dota allora di un museo di eccezione in riva al mare, il MUCEM, con un interesse particolare per il Mediterraneo e le sue culture. ‘Marseille esperance’ è l’iniziativa lanciata circa 20 anni fa dal sindaco Vigouroux che riunisce tutti i leaders religiosi.

Si ritrovano così ogni anno i responsabili armeni, buddisti, cattolici, ebrei, musulmani, ortodossi e protestanti.  Hanno stabilito un vero partenariato di forze spirituali, comunitarie e culturali della città. Discutono regolarmente non tanto di religione, ma di ogni questione relativa alla vita delle comunità. La ristrutturazione urbanistica, si fa notare  d’altronde, in atto da vari anni ha trascurato la ‘mixité  sociale’, creando piuttosto dei ghetti nei quartieri popolari che non permettono l’incontro con l’alterità. Ciò detto, il dialogo esiste a differenti livelli, il ‘dialogo della vita’ incontri, dialogo dei responsabili. Un  gruppo di imam e di preti si incontra da più di cinque anni ogni due mesi, affrontando temi diversi in un clima di grande fiducia e di una parola autentica. Nelle moschee si riscontrano tutte le tendenze presenti nell’Islam della Francia, ma si costata in particolare nei quartieri popolari un crescita delle moschee salafiste e una certa radicalizzazione”.

Come declinare la misericordia in terra straniera?

“Aprendo la porta santa della Major, la nostra cattedrale in riva al mare tra una folla enorme di popolo. Oppure ai primi di febbraio alle quattro del mattino un’altra folla accoglieva al porto l’imbarcazione dei giovani della marina che portava un antichissimo evangeliario. Per ricordare che il vangelo è arrivato alla città via mare. Seguiva una processione aux blambeaux fin sopra alla basilica di St Victor del XIV sec. Dall’alto del piazzale il vescovo poi benediceva tutti gli abitanti di Marsiglia musulmani, non credenti o cristiani, per continuare a vivere insieme nel rispetto e nella pace. 

Un rito di ogni anno, ma quest’anno particolarmente sentito. Oppure mille altri gesti o iniziative di misericordia. Come l’imbarcazione ‘SOS Mediterranée’ partita da poco da Marsiglia, allestita dai semplici civili commossi di vedere affogare vite nel nostro Mediterraneo, alla volta delle acque internazionali tra Libia e Italia, (il tratto di mare più pericoloso al mondo) per salvare i naufraghi e rifugiati in pericolo. La misericordia non ha confini in quest’anno di Giubileo!”

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