Città del Vaticano , 17 December, 2024 / 6:00 PM
Tutto è iniziato con il progetto del Padiglione della Santa Sede, legato al tema dei diritti umani e alla figura degli ultimi, che il Dicastero ha presentato alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, ed ora si prosegue con il Giubileo. Il Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede annuncia il suo programma d’arte contemporanea, che vuole mettere al centro della riflessione il rapporto tra ispirazione creativa e gli elementi fondamentali del grande evento spirituale che caratterizzerà per il nuovo anno il cammino della Chiesa Universale, partendo dalla Speranza, concetto al quale principalmente richiama Papa Francesco nella bolla d’indizione del Giubileo 2025, Spes non confundit.
Il 26 dicembre il Papa apre la Porta Santa nel carcere di Rebibbia e inizia anche il primo dei progetti che il Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, ha presentato oggi alla stampa. Un progetto in collaborazione con Il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Marinella Senatore a Rebibbia realizza un progetto site specific di arte partecipata: l’opera Io contengo moltitudini, una struttura verticale autoportante, alta circa 6 metri e dal diametro di circa 3 metri, composta da luminarie e elementi che riportano frasi in diverse lingue e dialetti. Le frasi sono state scelte tra quelle scritte da detenuti della sezione maschile e femminile in seguito ad un workshop per circa 60 partecipanti, in cui l’artista e la curatrice hanno presentato il progetto, raccontando senso e obiettivi dell’installazione e introducendo il tema del Giubileo 2025, la Speranza.
L’opera sarà installata nel piazzale antistante la chiesa della Casa circondariale di Roma Rebibbia, a partire dal 21 dicembre, e resterà allestita fino alla metà di febbraio, visibile ai detenuti e a tutta la comunità dell’Istituto Penitenziario.
Marinella Senatore spiega che l'opera si ricollega alle luminarie delle tradizioni popolari del Sud Italia, architetture effimere che creano occasioni di incontro e partecipazione.
Cristiana Perrella sarà la curatrice per il 2025 del programma del nuovo spazio espositivo del Dicastero, denominato “Conciliazione 5”. Lo spazio, una finestra aperta 24 ore su 24 su via della Conciliazione all’interno del quale gli artisti invitati interverranno, dialogando poi anche con altri spazi di prossimità, permetterà a tutti i pellegrini di ammirare le opere esposte.
Il primo artista chiamato ad aprire “Conciliazione 5” sarà Yan Pei-Ming che realizzerà un corpus di nuovi lavori sul carcere di Regina Coeli che verrà svelato in occasione del Giubileo degli Artisti (15-18 febbraio 2025). Il Cardinal de Mendonça ricorda che “alle volte l’arte vien considerata un lusso destinato al godimento di pochi. Invece l’arte porta in sé un desiderio più grande: vuole pensare e specchiare la condizione umana di tutti; vuole sorprendere per la sua straordinaria capacità di interessarsi di tutto quello che è umano. Per questo, sono importantissime le esperienze che portano la produzione artistica contemporanea in luoghi sensibili dell’esistenza, dove si toccano con mano le nude domande.
Le carceri sono luoghi così. L’arte può essere voce e volto dei drammi che rimangono di solito invisibili e può rendere le società più consapevoli della loro altissima responsabilità, che è sempre una responsabilità che ci obbliga ad una cittadinanza attiva e condivisa".
C'è poi il progetto delle porte della Speranza, in diverse carceri in Italia e nel mondo saranno aperte alcune Porte della Speranza, installazioni affidate ad altrettanti artisti di fama internazionale che in dialogo e in collaborazione con i detenuti realizzeranno queste opere da collocare fuori dai penitenziari, visibili in questo modo alla città e offerte non solo agli appassionati d’arte ma all’opinione pubblica.
Davide Rampello, curatore artistico del progetto, coadiuvato dalla direzione artistica affidata alla Rampello & Partners, afferma che “Il carcere è a volte considerato un luogo abbandonato dalla speranza: luogo dis-sperato. Aprire ai valori della speranza la ragione, il cuore è indicare una meta, riproporre un progetto di vita".
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