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La Corona di Spine torna a Notre Dame

La corona di spine posta nel suo nuovo reliquiario ed esposta alla venerazione dei fedeli, 13 dicembre 2024

Ci sono sempre quattro cavalieri del Santo Sepolcro a vegliare la Corona di Spine quando questa è esposta alla venerazione. E ci saranno ogni venerdì del mese, dal 10 gennaio al 18 aprile, per questo lungo “rinascimento” di Notre Dame de Paris che dura fino a Pentecoste, a partire dal 13 dicembre, quando la Corona di Spine, dopo il lungo “esilio” di cinque anni a seguito dell’incendio nella cattedrale di Parigi, è tornata a casa.

Accompagnata in corteo verso l’altare da 30 canonici, 8 cappellani dell’Arcidiocesi di Parigi e 430 membri dell’Ordine del Santo Sepolcro, tra cui 200 cavalieri, la Corona di Spine, una delle reliquie più preziose della cristianità, salvata dalle fiamme e finora custodita in una cassaforte del Museo del Louvre, è tornata a casa, ed è stata posta in un reliquiario dal designer Sylvain Dubuisson, che sembra farla fluttuare nel cielo.  

La Francia ha custodito la reliquia sin dal 1239. Nel 1806, la Corona di Spine fu affidata al Capitolo dei Canonici. Ma fu nel 1924 che l’arcivescovo di Parigi, ripristinando un antico uso, concesse ai Cavalieri del Santo Sepolcro la custodia delle reliquie della Passione, facendone, di fatto, la guardia ravvicinata della reliquia di Gesù.

Ponendo la corona di spine sull’altare, l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich ha detto: “Siamo arrivati a riconoscerlo come un segno imminente della Passione del Signore. Sappiamo che ha sofferto per noi, che è morto per noi”.

C’era un frammento della corona di spine, nel gallo sulla cima della guglia di Notre Dame, insieme ad una reliquia di Saint Denis e una di Santa Genoveffa. E queste tre reliquie sono rimaste intatte dall’incendio. Come è rimasto intatto il reliquiario posto nella Sainte Chapelle, all’interno del quale si trova, appunto, una corona di spine intrecciata.

La corona di spine è una delle reliquie più preziose di Notre Dame. In realtà, quella contenuta nel reliquiario è una corona intrecciata di giunchi uniti in fasci e trattenuti da fili d’oro. Il legno, tuttavia, proviene dalla Bretagna e dalla Scandinavia, mentre le reliquie di quella che si ritiene sia stata la corona sono conservate a parte. Le altre spine sono state disperse nel corso dei secoli dagli imperatori di Bisanzio e dai re di Francia. Ce ne sono 70 dello stesso tipo che sono considerate originali, distribuite nel corso dei secoli dagli imperatori bizantini e poi dai re di Francia ai loro migliori alleati

Venerarla è il Venerdì Santo è tradizione a Parigi. Il Venerdì Santo si legge la Passione secondo Giovanni, ed è proprio in quel brano del Vangelo che si trova la descrizione della corona di spine.

Già i pellegrini che andavano a Gerusalemme nel IV secolo facevano menzione della corona di spine, e le reliquie furono trasferite gradualmente a Costantinopoli tra il VII e il X secolo, e furono conservate nella cappella degli imperatori bizantini. Lo scopo era quello di proteggere la reliquia da saccheggi simili a quelli subiti dal Santo Sepolcro durante le invasioni persiane.

Ma come mai la reliquia di spine è arrivata a Parigi?

Nel 1238, Baoudouin de Courtenay governa Bisanzio, e decide di impegnare le reliquie con i banchieri veneziani per ottenere crediti e ripianare le casse. A quel punto, San Luigi, re di Francia, decide di intervenire, compensa i veneziani e fa arrivare le reliquie in Francia. Le reliquie approdano a Villeneuevel il 10 agosto1239, e una processione va verso Parigi, dove le reliquie arrivano il 19 agosto 1239. A quel punto, il re abbandonò il suo abbigliamento reale, indossò una tunica e, a piedi nudi, portò la Corona di Spine nella chiesa di Notre Dame e depositò tutte le reliquie nella cappella del Palazzo. Il mantello di San Luigi, tra l’altro, è una delle reliquie che si trova a Notre Dame, anche quella salvata dall’incendio.

Le reliquie furono spostate nella Biblioteca Nazionale durante la Rivoluzione Francese, e riconsegnate all’arcivescovo di Parigi solo a seguito del concordato del 1801. Erano gli anni bui di Notre Dame, addirittura trasformato in tempio della Ragione e poi in via di demolizione, se non fosse stato per l’opera di Victor Hugo e la perizia dell’architetto Viollet Le Duc. Solo il 10 agosto 1806, l’arcivescovo di Parigi assegna le reliquie al Tesoro della Cattedrale, affidate ai canonici del Capitolo della Basilica e poste sotto la protezione dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Sia Napoleone I che Napoleone III fecero forgiare un reliquiario nuovo e prezioso, che si trova nel tesoro di Notre Dame. Prima dell’incendio, le reliquie potevano essere venerate ogni primo venerdì del Mese, ogni venerdì di Quaresima e ogni Venerdì Santo.

Dopo la grande riapertura, tornerà questa tradizione. Ma con un nuovo reliquiario, perché, per salvare la reliquia, i vigili del fuoco avevano dovuto distruggere la cassa del reliquiario durante l’incendio.

Il nuovo reliquiario è una sfera in colore blu opaco, con l’idea di farle assorbire la luce e fungere la cornice, permettendo ai fedeli di poter camminare intorno all’intera struttura, fatta in cedro, legno, oro per ricordare l’iconostasi delle Chiese Orientali che ricorda appunto la vendita della reliquia a San Luigi da parte dell’Imperatore di Bisanzio.

San Luigi fece poi costruire la Sainte-Chapelle, a Parigi, quasi di fronte a Notre-Dame, una chiesa interamente concepita come un gigantesco santuario dove La Corona di Cristo fu conservata fino alla Rivoluzione.  

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